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“C’è chi vuole che l’Ucraina si sottometta, io che si difenda”: così Draghi attacca i filorussi

Il presidente del Consiglio si è scagliato con chi dice che “l’Ucraina non si deve difendere”, che “non dobbiamo fare le sanzioni, non dobbiamo mandare le armi”. E ancora: “C’è chi dice che la Russia è troppo forte, perché combatterla, lasciamo che entri, lasciamo che l’Ucraina si sottometta”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Chi non vuole aiutare l'Ucraina sta con la Russia. È il momento dei distinguo per Mario Draghi, che non ci sta e attacca duramente chi è contrario all'operato del governo e dell'Unione europea, chi non vuole inviare armi a Zelensky, chi non vuole le sanzioni, chi preferirebbe un'Ucraina sottomessa. Durante la sua replica alla Camera, dopo aver ascoltato l'intervento dei parlamentari, il presidente del Consiglio ha ripreso la parola per pochi minuti che, però, gli sono bastati per scagliarsi contro chi continua a tenere una linea ambigua sulla guerra: "C'è una fondamentale differenza tra due punti di vista", ha sottolineato subito Draghi.

Il primo punti di vista è "il mio", ha messo immediatamente in chiaro Draghi: "L'Ucraina si deve difendere, le sanzioni e l'invio di armi servono a questo". Ma poi c'è "l'altro punto di vista", che è "diverso". E qui il presidente del Consiglio ha interpretato chi non vuole aiutare il Paese sotto attacco: "L'Ucraina non si deve difendere, non dobbiamo fare le sanzioni, non dobbiamo mandare le armi". Ancora: "La Russia è troppo forte, perché combatterla, lasciamo che entri, lasciamo che l'Ucraina si sottometta, dopotutto cosa vogliono questi…", ha continuato Draghi tra gli applausi scroscianti della Camera dei deputati.

C'è però poi anche un altro punto, che riguarda "quella che ho definito più volte una tragedia umanitaria derivata dalla crisi alimentare, che sta per abbattersi su coloro che hanno meno di tutti al mondo, sui Paesi che sono i più poveri". E qui Draghi ha rincarato la dose, parlando ancora una volta come chi si ribella alla linea occidentale: "Ma naturalmente la colpa è delle sanzioni, la colpa è dell'Europa". Poi ha chiosato: "No! La colpa è della Russia che ha dichiarato guerra all'Ucraina". Ancora applausi da tutto l'emiciclo.

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