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Caso della giudice Apostolico, Conte contro Salvini: “Usa video della Digos per attaccare magistrati?”

Il video che ritrae la giudice Iolanda Apostolico a una protesta non è tra gli atti d’ufficio della procura di Catania. Quindi chi lo ha filmato, e come è arrivato a Matteo Salvini? Giuseppe Conte ha ricordato che “la Digos fa sempre video alle manifestazioni, ma non servono per attaccare i magistrati. Salvini dica come lo ha avuto”.
A cura di Luca Pons
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Botta e risposta indiretto tra Giuseppe Conte e la Lega sul caso della giudice Iolanda Apostolico. Questa mattina il leader del Movimento 5 stelle ha parlato ai cronisti affermando: "La Digos fa sempre dei filmati quando ci sono manifestazioni. Ma poi come arriva quel filmato a un ministro delle Infrastrutture? Salvini chiarisca come e perché ha avuto quei filmati". Nelle stesse ore, il Carroccio ha diffuso una nota: "Per qualcuno a sinistra il problema è ‘chi ha girato il video', in pubblica piazza di un evento pubblico. Per la Lega e milioni di italiani il problema è cosa si vede in quel video, ovvero un giudice in mezzo a una manifestazione dove si insultano poliziotte e poliziotti, e si inneggia alla clandestinità. Cosa chiediamo? Scuse e dimissioni".

Continua a tenere banco la giudice Apostolico, che la scorsa settimana ha firmato una sentenza con cui liberava quattro migranti dal centro di Pozzallo, di fatto disapplicando il decreto Cutro del governo Meloni. L'attenzione però si è spostata dalla sentenza agli attacchi che il governo ha rivolto alla giudice, e in particolare su un video diffuso da Matteo Salvini che mostra Apostolico, il 25 agosto 2018, a una protesta avvenuta al porto di Catania durante il caso Diciotti. Il filmato sembrerebbe essere stato realizzato dalle forze di polizia, data la posizione in cui si trova la persona che riprende. Dunque come ha fatto Salvini a entrare in possesso di queste immagini?

Giuseppe Conte, che all'epoca della manifestazione era presidente del Consiglio, ha commentato: "Un magistrato deve essere imparziale e deve anche apparire imparziale", ma poi ha aggiunto: "La Digos fa sempre dei filmati quando ci sono manifestazioni. E a parte che il giudice in particolare non sembra si sia associato a delle espressioni offensive che erano utilizzate in quel corteo. Ma poi come arriva quel filmato a un ministro delle Infrastrutture? Il ministro Salvini chiarisca come e perché ha avuto quei filmati".

I video "sono realizzati dalla Digos per altri scopi, non per attaccare i magistrati. Non possiamo permettere che ci sia una schedatura, e venga messa a disposizione degli esponenti politici del governo di turno, soprattutto quelli che non hanno nessuna responsabilità politica sull'ordine pubblico, come un ministro delle Infrastrutture. Ognuno rispetti i propri compiti istituzionali, senza deviare".

La questione è al centro di un'interrogazione parlamentare al ministro dell'Interno Piantedosi, che risponderà mercoledì prossimo, e anche di un esposto in Procura presentato da Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde. Così, il filmato potrebbe andare al procuratore di Roma, per chiarire definitivamente dove è stato ottenuto. La difesa della Lega finora è che il video è stato trovato online, e che a riconoscere la giudice è stato il deputato Anastasio Carrà, vicesegretario leghista in Sicilia. Carrà ha specificato però a Radio Radicale che non ha trovato lui il video.

La Procura di Catania ha complicato ulteriormente la questione ieri, affermando che "il video pubblicato non risulta tra gli atti d'ufficio relativi all'evento in questione", quando non era neanche stata "menzionata la presenza della dottoressa Iolanda Apostolico". Dunque, ufficialmente la Procura non aveva questo video, o perlomeno non in collegamento con la manifestazione. E, in aggiunta, questo non era inserito neanche nel fascicolo delle indagini su Matteo Salvini per il caso Diciotti, che sono poi state archiviate perché il Senato non ha dato l'autorizzazione a procedere. Però le immagini suggeriscono che sia stato filmato proprio da una persona vicina alle forze dell'ordine. Sarà la Procura di Roma, se le indagini proseguiranno, a dover trovare la risposta.

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