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News su migranti e sbarchi in Italia

Meloni contro la sentenza della giudice Apostolico: “Un pezzo d’Italia aiuta l’immigrazione illegale”

Meloni attacca la giudice di Catania, che ha disapplicato il decreto Cutro sul trattenimento dei richiedenti asilo: “Un pezzo di Italia fa tutto il possibile per favorire l’immigrazione illegale”, ha scritto la premier in un post, riferendosi alla sentenza del tribunale di Catania che ha liberato 4 migranti del centro di Pozzallo.
A cura di Annalisa Cangemi
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In un post su Facebook la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, dopo giorni di tensioni con la Germania per la questione dei finanziamenti alle Ong, lancia una nuova accusa, questa volta rivolta alla magistratura.

Meloni se la prende con la giudice del tribunale di Catania, Iolanda Apostolico, che sulla base degli articoli 3 e 10 della Costituzione e del diritto dell’Unione europea, ha disapplicato il decreto Cutro, che prevede tra le altre cose il trattenimento dei richiedenti asilo in strutture dedicate (al momento attiva solo quella di Pozzallo), e che ha introdotto la possibilità per i migranti, che arrivano da Paesi sicuri, di evitare la detenzione nei centri attraverso il pagamento di una somma di 4938 euro come "garanzia finanziaria". Meloni difende il provvedimento varato dal suo esecutivo. Ma la sezione Immigrazione del tribunale di Catania ha stabilito che "non sussistono i presupposti per il trattenimento" per un richiedente asilo che non può permettersi di pagare.

La giudice cita la Corte di Giustizia dell'Unione Europea e la stessa direttiva comunitaria del 2013 menzionata nel decreto del governo, e ricorda che "un richiedente protezione internazionale non può essere trattenuto per il solo fatto che non può sovvenire alle proprie necessità".

"Siamo di fronte a una pressione migratoria senza precedenti, dovuta all'instabilità di vaste aree dell'Africa e del Medio Oriente. Il Governo italiano lavora ogni giorno per fronteggiare questa situazione e contrastare l'immigrazione illegale di massa. Lo facciamo con serietà a ogni livello: coinvolgendo gli altri Stati europei e stringendo accordi con i Paesi africani per fermare le partenze dei barconi e distruggere la rete dei trafficanti di esseri umani. E con norme di buon senso per facilitare le espulsioni di chi non ha diritto a essere accolto", si legge nel post appena pubblicato da Meloni su Facebook.

"Un lavoro difficile, certo, ma che può  portare a risultati concreti, con pazienza e determinazione. Certo, tutto diventa molto più difficile se nel frattempo altri Stati lavorano nella direzione diametralmente opposta, e se perfino un pezzo di Italia fa tutto il possibile per favorire l'immigrazione illegale. E non parlo solo della sinistra ideologizzata e del circuito che ha i propri ricchi interessi nell'accoglienza" conclude la presidente del Consiglio che dice di essere rimasta "basita di fronte alla sentenza del giudice di Catania".

La sentenza in questione, secondo Meloni, "con motivazioni incredibili (‘le caratteristiche fisiche del migrante, che i cercatori d'oro in Tunisia considerano favorevoli allo svolgimento della loro attività') rimette in libertà un immigrato illegale, già destinatario di un provvedimento di espulsione, dichiarando unilateralmente la Tunisia Paese non sicuro (compito che non spetta alla magistratura) e scagliandosi contro i provvedimenti di un Governo democraticamente eletto. Non è la prima volta che accade e purtroppo non sarà l'ultima".

"Ma continueremo a fare quello che va fatto per difendere la legalità e i confini dello Stato italiano. Senza paura", ha aggiunto la presidente del Consiglio.

Il governo promette ora ricorsi contro la decisione del Tribunale di Catania di non convalidare il trattenimento di quattro migranti. "Il ministero dell'Interno impugnerà la decisione" del tribunale di Catania che ha dichiarato illegittima parte del decreto migranti, ha assicurato il vicepremier Tajani. "Però la giustizia deve essere meno politicizzata. Non intendo dire che sia legata a un partito, ma che ci sia una certa ideologia dietro certe sentenze. Vedo un approccio un po' strano. Quei migranti vengono da Paesi sicuri, e il decreto serve anche per far capire a chi vuole venire in Italia che deve sottostare a regole severe. Non si può abusare della pazienza di un Paese. Dobbiamo mandare messaggi dissuasivi a chi vuole usare i trafficanti per venire qui", ha detto Tajani in un'intervista a La Stampa.

Salvini: "Tribunali sono sedi della sinistra"

"Le notizie sull'orientamento politico del giudice che non ha convalidato il fermo degli immigrati sono gravi ma purtroppo non sorprendenti. Già nel 2019, quando ero al Viminale, ci scontrammo con giudici del Tar che cercavano di boicottare i Decreti sicurezza e che sposavano pubblicamente le tesi della sinistra. Il tutto senza dimenticare le rivelazioni di Luca Palamara e le intercettazioni contro il sottoscritto che ‘va fermato anche se ha ragione'. La Lega chiederà conto del comportamento del giudice siciliano in Parlamento, perché i tribunali sono sacri e non possono essere trasformati in sedi della sinistra", ha commentato il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini.

"Io, venerdì, andrò all’udienza di Palermo dove rischio fino a 15 anni di carcere per aver difeso i confini e ridotto drasticamente sbarchi e tragedie in mare. Chi ha la coscienza pulita non si fa intimidire. Ed è con questo spirito che faremo la riforma della Giustizia, con separazione delle carriere e responsabilità civile dei magistrati che sbagliano". 

Le reazioni

"Giorgia Meloni la smetta di alimentare lo scontro istituzionale che danneggia il Paese. La smettano di cercare un nemico al giorno per nascondere le proprie responsabilità. Se cercano responsabili del disastro sull'accoglienza si guardino allo specchio: è la destra che scrive leggi palesemente incostituzionali e poi se la prende con i giudici che fanno il loro lavoro. È la destra che ha messo la firma su tutte le leggi che hanno prodotto questo caos, come la Bossi-Fini che alimenta l'irregolarità, è sempre la destra che non ha mai contrastato il regolamento Dublino lasciando l'Italia più sola, per allearsi con Polonia e Ungheria che di solidarietà non ne vogliono sapere", ha commentato la segretaria del Pd Elly Schlein.

"Non entro qui nel merito della decisione della Giudice che a Catania non ha convalidato il ‘fermo' dei tre migranti. Il Viminale ha annunciato che impugnerà la decisione e vedremo come andrà a finire: è lo stato di diritto. Quello che invece trovo preoccupante sono le reazioni dei due leader della maggioranza", ha scritto su Facebook il deputato di Più Europa Benedetto Della Vedova.

"Il vice Presidente del Consiglio Salvini, commentando e contestando la decisione del tribunale di Catania, ha scritto: "serve una profonda riforma della giustizia". Oggi è il turno di Meloni in persona, che "basita" giudica "incredibili" le motivazioni della decisione che "rimette in libertà" i migranti. Proprio così: rimette in libertà, con ciò riconoscendo lo stato di privazione della libertà cioè di detenzione dei migranti. Gli attacchi diretti da parte del Presidente del Consiglio ad un giudice e la volontà di Salvini di fare un profonda riformadella Giustizia come ritorsione di una decisione sgradita – prosegue Della Vedova – sono un pessimo viatico per il Ministro Nordio".

"Di più, segnalano la stessa insofferenza per l'indipendenza della magistratura che nei paesi guidati dai sovranisti sodali politici di Meloni, in Ungheria e Polonia, ha portato a minare i principi dello stato di diritto a fondamento Della Unione Europea".

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