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Il caso Cospito

Caso Cospito, esclusiva di Report: “È condannato per tentata strage ma le bombe non potevano uccidere”

Alfredo Cospito è in carcere al 41 bis per aver piazzato due ordigni esplosivi fuori dalla caserma dei Carabinieri di Fossano. In un’inchiesta andata in onda questa sera su Rai 3, Report ha mostrato un video esclusivo che mostra gli effetti limitati dell’esplosione: “Non poteva causare una strage”.
A cura di Luca Pons
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Nella puntata in onda oggi, 3 aprile 2023, il programma d'inchiesta Report ha mostrato alcuni documenti esclusivi sul caso di Alfredo Cospito, anarchico che si trova in carcere in regime di 41 bis e che porta avanti uno sciopero della fame da oltre cinque mesi per protestare contro le condizioni in cui è detenuto. Cospito è condannato per due reati: il primo è l'aggressione a Roberto Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo, per il quale l'anarchico ha ricevuto una condanna a dieci anni di carcere.

Ma la condanna all'ergastolo è arrivata per attentato alla sicurezza dello Stato, un reato introdotto in Italia durante il fascismo che – come sottolineato da Report- non è mai stato applicato in casi più noti come le stragi di piazza Fontana, stazione di Bologna e Capaci. Cospito, invece, è stato condannato per aver piazzato due ordigni esplosivi al di fuori della caserma di Fossano, in provincia di Cuneo. Un reato del quale si è sempre professato innocente.

I dubbi sulla condanna di Cospito: gli ordigni erano potenti "come fuochi d'artificio"

Secondo il tribunale di Torino, le esplosioni – che non hanno causato morti né feriti – avrebbero potuto provocare una strage. In più, lo Stato è stato messo in pericolo "per la rivendicazione del gesto". Secondo i documenti mostrati da Report, però, quegli ordigni non avevano il potenziale di uccidere. Si trattava, infatti, di due cariche da circa 500 grammi di polvere pirica piazzate in due bidoni dell'immondizia. Nelle parole dell'avvocato di Cospito, Flavio Rossi Albertini: "Stiamo parlando di fuochi d’artificio di capodanno per intenderci, non stiamo parlando di tritolo o di esplosivo ad alto potenziale".

Un filmato girato il giorno dopo le esplosioni ha mostrato la scena: i due cassonetti a fianco di quello che conteneva l'ordigno sono rimasti intatti. Secondo la ricostruzione di Report, quindi, è difficile credere che con una potenza del genere si sarebbe potuta verificare una strage. Anche se all'interno, oltre alla polvere esplosiva, c'erano delle biglie e sfere di metallo: "Esattamente come in altri analoghi episodi", ha spiegato Albertini, "dove è stato dimostrato l’assoluta assenza di volontà degli autori di ledere o colpire qualcuno. In realtà sono meramente intimidatori".

Un altro elemento sugli esplosivi per i quali Cospito è stato condannato è l'orario della detonazione: le 3 di notte. Mentre l'accusa ha sostenuto che questo fosse stato il frutto di un errore, l'avvocato dell'anarchico ha affermato: "C’era un temporizzatore, per cui la volontà degli attentatori era che scoppiassero a quell’orario. Quando non c’era nessuno".

L'avvocato ha anche sostenuto che il contatto di Cospito con alcuni boss mafiosi in carcere sia stato intenzionale: quando il suo era diventato un caso, infatti, il direttore del carcere di Sassari ha scelto di cambiare i vicini di cella e i compagni di ora d'aria dell'anarchico. La spiegazione ufficiale è stata che lo spostamento si è reso necessario dopo un nuovo ingresso nella struttura, per non mettere insieme nella stessa zona del carcere due persone condannate che facevano riferimento alla stessa area criminale.

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