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Caos sulla commissione d’inchiesta Covid alla Camera, centrodestra va sotto ma poi fa ripetere il voto

La commissione Affari sociali della Camera ha bocciato il mandato al relatore sul testo per la creazione di una commissione d’inchiesta sul Covid: al momento del voto c’erano 11 parlamentari della maggioranza e 11 dell’opposizione. Pochi minuti dopo, il voto è stato ripetuto con un dodicesimo membro del centrodestra appena arrivato, tra le proteste dell’opposizione.
A cura di Redazione
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di Marco Billeci e Luca Pons

La commissione d'inchiesta sulla gestione del Covid-19 in Italia ha incontrato un nuovo ostacolo in Parlamento, che è stato superato in fretta ma scatenando proteste da parte dei parlamentari della minoranza. I deputati hanno votato contro il mandato al relatore per il passaggio del ddl all'Aula, per poi ripetere la votazione poco dopo (con più esponenti del centrodestra) e approvarlo. Una procedura prevista dal regolamento, secondo il centrodestra, che invece per l'opposizione è stata grave e inaccettabile.

Il testo è attualmente alla Camera, in lavorazione nella commissione Affari sociali. Il Senato aveva approvato la norma a novembre, con delle modifiche. Così il controverso disegno di legge è tornato a Montecitorio, dove oggi la commissione ha votato il mandato al relatore che porterà la proposta in Aula per l'approvazione definitiva. Peccato che il voto non sia andato come aveva previsto il centrodestra: il mandato è stato respinto.

Quando la commissione ha votato, infatti, c'erano solo 11 parlamentari della maggioranza e 11 dell'opposizione. Così, il risultato è stato un pareggio. Secondo i regolamenti parlamentari, in caso di parità prevalgono i voti contrari.

Poco dopo, però, il voto è stato semplicemente ripetuto. Il risultato questa volta è stato di 12 voti a favore e nessun contrario, perché le opposizioni hanno abbandonato la commissione per protesta. "È di una gravità inaudita. La ripetizione di un voto con risultato sfavorevole alla maggioranza è un precedente inaccettabile", hanno dichiarato Matteo Richetti ed Elena Bonetti, capogruppo e vicecapogruppo di Azione alla Camera.

I deputati M5s in commissione hanno parlato di un "gravissimo colpo di mano". A Fanpage.it Marco Furfaro del Pd ha detto che si tratta di un "atto di arroganza della destra, sono superficiali, sottovalutano a volte i dossier, e hanno visto per fortuna un'opposizione unita che ha dato battaglia". Secondo Furfaro "sono arrivati altri parlamentari, non so se sono entrati tra un voto e l'altro. Noi siamo usciti dall'aula perché c'è un dato politico, che ha mostrato la maggioranza spaccata. Al presidente della Camera abbiamo chiesto di dichiarare irregolare la votazione".

Il presidente della commissione Luciano Ciocchetti, di Fratelli d'Italia Italia, ha cercato di chiudere la questione: "C'è la possibilità di fare la controprova, come hanno chiesto loro tante volte di fare dall'opposizione, tra l'altro al momento del primo voto 7-8 persone erano in piedi perché dovevano andare in Aula". Anche il capogruppo di Fratelli d'Italia Tommaso Foti ha ribadito: "Sul regolamento è previsto che il presidente possa fare la controprova".

A Fanpage.it Foti ha spiegato: "Parliamo di una votazione che non avrebbe comunque bloccato il procedimento legislativo, si sta parlando del nulla. È talmente un ‘colpo di mano' che il presidente della commissione, di maggioranza, non ha votato quando avrebbe potuto farlo. Chiudessero la bocca una volta per tutte". Foti ha anche insistito: "Nessuno è entrato e nessuno è uscito nella maggioranza, per cui la maggioranza c'era nei numeri in cui si è poi votato la seconda volta. Se l'opposizione è uscita per fare una sceneggiata, è un fatto loro".

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