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Sì alla Commissione d’inchiesta sul Covid: Senato approva con 94 voti favorevoli

L’aula del Senato ha dato il via libera al ddl che istituisce la commissione bicamerale d’inchiesta sul Covid, già approvato da Montecitorio. I voti favorevoli sono stati 94, i contrari 64 e nessun astenuto.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'aula del Senato ha approvato, con 94 voti favorevoli, 64 contrari e nessun astenuto, il ddl numero 790 che istituisce la Commissione d'inchiesta sulla gestione della pandemia da Covid-19.I presenti erano 159, votanti 158, la maggioranza era di 80 senatori. Ora il provvedimento, che aveva già ottenuto l'ok della Camera, tornerà comunque a Montecitorio per alcune modifiche in commissione a Palazzo Madama.

Hanno votato contro il provvedimento Movimento Cinque Stelle, Partito Democratico, Alleanza Verdi-Sinistra, il gruppo per le Autonomie e Azione. Favorevoli, invece, Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, Noi moderati.

Anche Italia viva ha votato a favore dell'istituzione della commissione. Matteo Renzi, in dichiarazione di voto nell'Aula di Palazzo Madama, ha detto che è il "tentativo di imparare per il futuro", perché in tutto il mondo si stanno costituendo commissioni analoghe, "la Commissione europea sta facendo una Commissione d'inchiesta sul Covid, non raccontiamo che soltanto qui si fanno queste cose".

"La pandemia non è stato un evento come gli altri, chiedere di conoscere la verità non è andare contro la costituzione o l'altra parte politica ma il tentativo di imparare per il futuro. Noi l'avevamo già chiesta e per questo ovviamente voteremo a favore", ha detto Renzi, "Votiamo a favore perché si faccia tesoro degli errori, perché è stato fatto un uso propagandistico del comitato tecnico scientifico e perché un paese che non pensa alle scuole e ai danni sui nostri ragazzi è un paese che è in declino".

"È giusto che la comunicazione politica di Palazzo Chigi, una cosa seria, nel momento di massima tensione, con tutta Italia chiusa in casa, passasse dalla pagina personale del leader politico e non dai canali istituzionale?", ha domandato ancora Matteo Ranzi, in Aula al Senato. "Da questo modo proprietario qualcuno ha tratto un vantaggio politico che continua ancora adesso. Dare regole di decenza istituzionale nella comunicazione politica, che sono mancate a Conte e Casalino, è un fatto di etica delle istituzioni", ha proseguito il leader di Iv.

Si è verificato il duello tra maggioranza e opposizione, dopo l'intervento del governo. Al termine di una lunga discussione generale, ha preso la parola il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, assicurando che avrebbe fatto un intervento per portare "un contributo di serenità al dibattito". E invece è scoppiato lo scontro con le opposizioni contrarie al ddl, giudicato "un atto politico" per mettere "sotto processo" le misure anti-pandemia adottate dal governo Conte bis.

Il sottosegretario ha sottolineato che l'idea della commissione nasce "con un intendimento non punitivo ma collaborativo e per far emergere della verità", aggiungendo che che l'istituzione di una commissione d'inchiesta "è un atto puramente parlamentare, quindi non è stato il governo a volere la commissione".

"I temi sono tanti e su uno in particolare vorrei spendere due parole – ha detto Gemmato – ossia i taglia alla sanità: una bugia ripetuta che poi diventa mezza verità, continuate a dire che il governo Meloni taglia il Fondo sanitario nazionale. Pensavo che rientrasse nella normale propaganda politica, ora mi sto convincendo che a furia di ripeterlo vi stiate veramente convincendo del fatto che il governo Meloni abbia tagliato il Fondo sanitario nazionale e questo mi porta a dovervi citare qualche dato e qualche numero per lasciare traccia di verità, o meglio di una verità esposta dal governo. Nel 2019 il Fondo si dotava di 115 miliardi di euro, la Fondazione Gimbe denunciava che nei dieci anni precedenti erano stati definanziati alla sanità pubblica 37 miliardi di euro. In quegli anni governava chi oggi dice a noi che staremo tagliando il Fondo sanitario nazionale. Nel 2024 arriviamo alla cifra, un record storico, di 136 miliardi di euro, quindi: nel 2019 ci furono 115 miliardi di euro, nel 2024 ne arrivano 136 che sono 21 miliardi di euro in più in poco più di 4 anni alla sanità pubblica. Se i tagli fossero tutti così io direi ‘Evviva i tagli alla sanità pubblica'".

L'intervento del sottosegretario alla Salute ha provocato la reazione del capogruppo M5s Stefano Patuanelli: "Abbiamo assistito non a una replica del governo ma a un comizio elettorale. È del tutto evidente, e lo dimostra questo intervento, che vi manca la cultura di governo e il rispetto istituzionale".

"Credendo molto nel ruolo delle commissioni di inchiesta – ha detto la senatrice dem Malpezzi – sono molto dispiaciuta dalla piega che questo dibattito ha preso perché, e lo dico da membro di quel governo che si è trovato a gestire la pandemia, è come se mi stessi sentendo sotto processo quando in una Roma deserta per il Lockdown non c'erano ricette per nessuno perché eravamo il primo Paese europeo e il primo anche nell'Occidente ad affrontare il Covid".

La replica di Conte: "Non abbiamo nulla da nascondere"

"Non abbiamo nulla da nascondere. Io sono andato a testa alta in tribunale a rispondere di quelle che erano le ipotesi, anche accusatorie, che erano state formulate e ne sono uscito a testa alta, quindi figuratevi se abbiamo qualcosa da nascondere, anzi: noi vogliamo una commissione seria che possa spiegare come e perché ci siamo trovati ad affrontare una pandemia a mani nude dopo anni e anni di governi che hanno tagliato la spesa sanitaria, e in quella condizione ci stiamo ritornando", ha detto il presidente del M5S Giuseppe Conte al termine dell'incontro con Bombardieri e la delegazione e Uil a Campo Marzio, sull'istituzione della commissione Covid.

"Vorremmo anche una commissione che accerti come è stata gestita la sanità nella fase più difficile – ha aggiunto – e ci piacerebbe anche che se ne potessero trarre delle considerazioni utili per evitare gli errori del passato, e se in tutto questo si potranno accertare anche comportamenti e condotte antipatriottiche nel momento più duro della pandemia sarà utile per il bene del paese".

Cosa c'è nel ddl per l'istituzione della commissione di inchiesta sul Covid

Il provvedimento, in 7 articoli, che è stato modificato in commissione a Palazzo Madama, serve a istituire e disciplinare una Commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria causata dalla diffusione del virus SARS-CoV-2, con l'obiettivo di accertare le misure adottate per la prevenzione e il contrasto della diffusione del virus nel territorio nazionale e di valutarne la prontezza, l'efficacia e la resilienza, anche al fine di fare fronte a una possibile futura nuova pandemia di analoga portata e gravità. (articolo 1)

L'articolo 2 stabilisce la composizione della Commissione: quindici senatori e quindici deputati, nominati rispettivamente dal Presidente del Senato e dal Presidente della Camera, in proporzione al numero dei componenti dei Gruppi parlamentari. La norma dispone, in particolare, che ciascun componente, entro dieci giorni dalla nomina, sia tenuto a dichiarare alla Presidenza della Camera di appartenenza eventuali situazioni di conflitto di interessi in relazione all'oggetto dell'inchiesta.

L'articolo 3 definisce in maniera puntuale i compiti attribuiti alla Commissione, tra cui svolgere indagini e valutare l'efficacia, la tempestività e i risultati delle misure adottate dal Governo e dalle sue strutture di supporto al fine di contrastare, prevenire e ridurre la diffusione e l'impatto del COVID; esaminare i documenti, i verbali di organi collegiali, gli scenari di previsione e gli eventuali piani sul contagio da SARSCoV-2 elaborati dal Governo; accertare le ragioni del mancato aggiornamento del Piano nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale (cosiddetto ‘piano pandemico') redatto nel 2006; accertare i motivi della mancata attivazione del Piano; verificare il rispetto delle normative nazionali, europee e internazionali in materia di emergenze epidemiologiche; esaminare i rapporti intercorsi tra le competenti autorità dello Stato italiano, gli organismi dell'Unione europea e l'OMS ai fini della gestione dell'emergenza; valutare la tempestività e l'adeguatezza delle misure adottate dal Governo e dalle sue strutture di supporto; verificare la quantità, la qualità e il prezzo dei dispositivi di protezione individuale come le mascherine; indagare su eventuali donazioni ed esportazioni di quantità di dispositivi di protezione individuale e altri beni utili per il contenimento dei contagi; indagare su eventuali abusi, sprechi, irregolarità, comportamenti illeciti e fenomeni speculativi; approfondire la gestione dell'emergenza da SARS-CoV-2 da parte del Commissario straordinario, accertando e valutando eventuali responsabilità; approfondimenti sull'acquisto di banchi a rotelle per le scuole; verificare e valutare le misure di contenimento adottate dal Governo nelle fasi iniziali e successive della pandemia, valutando se tali misure fossero fornite di adeguato fondamento scientifico; verificare e valutare la legittimità della dichiarazione dello stato di emergenza e delle relative proroghe nonché dell'utilizzo dello strumento della decretazione d'urgenza; verificare l'efficacia dei protocolli terapeutici; svolgere indagini relative agli acquisti delle dosi di vaccino destinate all'Italia nonché all'efficacia del piano vaccinale predisposto.

L'articolo 4 del ddl per l'istituzione della commissione di inchiesta sulla gestione della pandemia da Covid delinea i poteri e i limiti della Commissione, stabilendo che questa procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria. La commissione, tuttavia, non può adottare provvedimenti restrittivi della libertà e della segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione nonché della libertà personale (fatto salvo l'accompagnamento coattivo di cui all'articolo 133 del codice di procedura penale).

L'articolo 5 disciplina l'acquisizione di atti e documenti da parte della Commissione, prevedendo la possibilità per quest'ultima, nelle materie attinenti alle finalità del provvedimento, di ottenere copie di atti e documenti relativi a procedimenti e inchieste in corso.

L'articolo 6 sancisce che i componenti della Commissione, così come il personale che con essa collabora, siano tenuti all'obbligo del segreto per quanto riguarda gli atti e i documenti d'inchiesta segretati. La violazione di tale obbligo integra il reato di rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio, di cui all'articolo 326 del codice penale, salvo che il fatto non costituisca un reato più grave.

L'articolo 7, infine, dispone circa l'organizzazione interna della Commissione, demandando a un regolamento interno la disciplina delle attività e del funzionamento della stessa.

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