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Calenda si pente per gli attacchi personali a Renzi: “Non è un mostro, ho sbagliato”

Il leader di Azione Carlo Calenda riconosce di aver alzato i toni e di aver esagerato nel botta e risposta con l’ex alleato: “Non penso che Matteo Renzi sia un mostro, ma ci sono stati venti giorni di attacchi continui. Ho fatto un solo attacco personale a Renzi, e ho sbagliato”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il leader di Azione Carlo Calenda, dopo la rottura con l'ex alleato Matteo Renzi e la fine del progetto del partito unico del Terzo Polo, naufragato definitivamente lo scorso 13 aprile dopo un lungo braccio di ferro condito da recriminazioni e accuse reciproche, riconosce di aver esagerato. La marcia indietro non è sulla scelte politiche, sulle quali Calenda tira dritto dopo l'annuncio della spaccatura tra i due partiti e dell'interruzione delle trattative per fondare un soggetto politico unitario. Ma l'ex ministro si pente per aver alzato i toni contro Renzi, per gli attacchi personali indirizzati all'ex inquilino di Palazzo Chigi.

Italia viva e Azione andranno separati alle prossime elezioni europee, come ha già spiegato Calenda. Ma il leader di Azione ci tiene a far avere indirettamente le sue scuse a Renzi: "Non penso che Matteo Renzi sia un mostro, ma ci sono stati venti giorni di attacchi continui. Alla fine è successo che la situazione è ovviamente degenerata. Ho fatto un solo attacco personale a Renzi, e ho sbagliato", ha detto oggi a SkyTg24. Rivolgendosi al senatore renziano Francesco Bonifazi che lo aveva accusato di aver fatto delle assenze, Calenda aveva detto che quando lui non era al Senato era "a fare iniziative sul territorio per Azione e Iv. Non ero a Miami con il genero di Trump o in Arabia a prendere soldi dall'assassino di Khashoggi". 

"Nella vita professionale non ho mai ricevuto avvisi di garanzia/rinvii a giudizio/condanne pur avendo ruoli di responsabilità. Non ho accettato soldi a titolo personale da nessuno, tanto meno da dittatori e autocrati stranieri", aveva twittato Calenda lo scorso 15 aprile.

"Cavolo se lo stiamo pagando questo divorzio" tra Italia Viva e Azione, "nei sondaggi e personalmente", ha proseguito oggi il segretario di Azione Carlo Calenda a Sky Tg24. "Per ora i gruppi parlamentari restano uniti perché stiamo lavorando bene insieme, poi vedremo… Ho un po' rinunciato a capire cosa vuole fare Matteo Renzi nella vita", ha aggiunto.

Per quanto riguarda il partito unico, "Non posso obbligare la mia controparte a fare qualcosa che non vuole – ha osservato -, invece di prendere una posizione chiara sono iniziati una serie di attacchi per me incomprensibili… Sono stati venti giorni di attacchi continui a cui non ho risposto se non su questioni politiche, alla fine la situazione è ovviamente degenerata, non ho avuto altro interesse che fare funzionare questa cosa".

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