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Primarie PD 2023

Bonaccini sfiora il 60%, Schlein poco sopra il 40%: il sondaggio Piepoli per le primarie Pd

Secondo l’ultimo sondaggio realizzato dall’istituto Piepoli per le primarie del Pd, il prossimo segretario dei dem sarà Stefano Bonaccini: la differenza tra il governatore e Schlein sarebbe di quasi 20 punti.
A cura di Annalisa Cangemi
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Per le primarie del Partito Democratico di domenica 26 febbraio, che stabiliranno chi sarà il nuovo segretario, possono votare tutti i cittadini, non solo gli iscritti al partito. La fase del voto nei circoli si è ormai chiusa ufficialmente lo scorso 19 febbraio con la vittoria dei due candidati che si sfideranno ai gazebo, Stefano Bonaccini ed Elly Schlein. I deputati Gianni Cuperlo e Paola De Micheli sono ormai fuori dalla partita, con un distacco molto ampio dai candidati segretari che hanno avuto la meglio nella prima fase congressuale: i dati definitivi dicono che Bonaccini è stato votato dal 52,9% degli iscritti (79.787 voti), Elly Schlein ha ottenuto il 34,9% (52.637 voti), Gianni Cuperlo ha avuto l'8% (12.008 voti), Paola De Micheli è arrivata al 4,3% (6.475 voti).

Secondo un'indagine condotta dall'istituto Piepoli gli elettori di Cuperlo e De Micheli non sposteranno di molto il risultato finale: probabilmente si divideranno in modo abbastanza omogeneo tra Bonaccini e Schlein, a prescindere dalle indicazioni che arriveranno dai due parlamentari (l'ex ministra De Micheli per esempio ha già detto che voterà per Bonaccini).

In base alla rilevazione dell'istituto Piepoli comunque il voto ai gazebo di domenica prossima confermerà sostanzialmente il risultato di quello dei circoli, e Bonaccini potrebbe così diventare il nuovo segretario del Pd: Schlein non è riuscita a convincere coloro che fin dall'inizio facevano il tifo per il governatore dell'Emilia-Romagna a votare per lei.

Livio Gigliuto, vicepresidente dell'istituto Piepoli, ha commentato a Fanpage.it il nuovo sondaggio: "Stiamo seguendo da qualche mese la campagna elettorale delle primarie, fin da quando le candidature ufficiali erano due, quella del presidente dell'Emilia-Romagna Bonaccini e quella dell'ex ministra Paola De Micheli, e si vociferava della candidatura di Elly Schlein. In quel momento ci sembrava ci fosse un radicale vantaggio di Bonaccini, anche rispetto a Schlein, che in quel momento raccoglieva una quota che era intorno al 25% dell'elettorato del Pd. Poi l'ex eurodeputata è scesa in campo ufficialmente all'inizio di dicembre, ha fatto una buona campagna elettorale, e in quell'elettorato del Pd che potremmo definire un po' più radicale, un po' più di sinistra, ha conquistato effettivamente una buona fetta di consenso, che è intorno al 40-45%. Questa quota però, da circa un mese, è rimasta stabile: Schlein insomma non sembra essere riuscita a contendere l'elettorato a Bonaccini, ma si è limitata a convincere il suo pezzo di elettorato a partecipare. E questo si è un po' riflettuto sulla campagna elettorale, non c'è mai stata una dialettica davvero contrapposta: i due si sono sempre rappresentati come un po' distanti, ma non eccessivamente. Non si è mai creata insomma quella dicotomia che nelle altre campagne elettorali per le primarie c'è stata, come quella di Renzi, ma non solo. Forse anche per questo le posizioni di Bonaccini e Schlein sembrano cristallizzate".

Il sondaggio di Piepoli sulle primarie del Partito Democratico

Il risultato del sondaggio di Piepoli, realizzato raccogliendo le intenzioni di voto di coloro che hanno intenzione di recarsi ai gazebo domenica prossima (che non sono necessariamente elettori del Pd o del centrosinistra) mostra un dato molto simile a quello del voto dei circoli: Stefano Bonaccini potrebbe essere sopra al 55-56%, sfiorando anche il 60%, mentre Elly Schlein potrebbe superare di poco il 40%.

"Questo succede sempre nelle primarie: si pensa che ai gazebo si possa ribaltare il risultato del voto degli iscritti, ma non è mai stato così", ha detto Gigliuto a Fanpage.it. "Le primarie nazionali in genere confermano, addirittura incrementando, i risultati dei circoli. E anche in questo caso Bonaccini sembra abbastanza in vantaggio".

Come voteranno gli elettori di De Micheli e Cuperlo?

L'altro grande tema è l'orientamento dell'elettorato di De Micheli e Cuperlo, visto che i due candidati sono ormai fuori dalla competizione. "Quando si va al ballottaggio c'è sempre l'idea di raccogliere i voti di chi al ballottaggi non ci è arrivato. Secondo noi gli elettori di Cuperlo e De Micheli si divideranno più o meno come tutti gli altri, cioè non andranno in massa né su Bonaccini né su Schlein, ma si distribuiranno in modo proporzionale su entrambi. Ed è quello che succede tradizionalmente in quasi tutti i ballottaggi, anche nelle elezioni amministrative: gli elettori dei candidati sconfitti o non vanno a votare o si dividono in modo uniforme sui primi due", ha detto Gigliuto a Fanpage.it.

"Quando un personaggio politico si candida ha un proprio consenso, legato alla sua persona, e se prova poi a trasferirlo su un altro soggetto non è semplicissimo indirizzare gli elettori. Poi è chiaro che ci sono affinità, l'elettore di Cuperlo per esempio è più vicino alle idee di Elly Schlein, e questo potrebbe un po' avvantaggiarla, ma è difficile che quel bacino di voti si sposti aritmeticamente sulla deputata. È difficile insomma fare somme algebriche, perché magari chi voleva Cuperlo segretario, tolta quest'opzione, non va proprio a votare".

Chi andrà a votare ai gazebo il 26 febbraio?

Quanto sono davvero aperte le primarie? Ai gazebo si recheranno solo gli elettori dem? "La risposta a questa domanda dipende anche dall'enfasi che è stata data alla campagna elettorale, e in questo caso c'è stata una scarsa visibilità: queste primarie insomma non hanno dettato l'agenda politica del Paese, e questo inciderà anche sulla partecipazione – ha detto il sondaggista – I cittadini che hanno dichiarato che andranno ai gazebo sono quasi tutti elettori del Pd, come è normale che sia".

Gli indecisi invece, secondo l'istituto Piepoli, sono il 20% degli intervistati: "Anche in questo caso secondo noi gli indecisi si riproporzioneranno come i decisi".

Per quanto riguarda invece l'affluenza, l'istituto prevede che si recheranno al voto circa 900mila persone. Ma rispetto alle primarie passate, bisogna tenere conto del fatto che il consenso del Pd ora è sceso: "Ricordiamo che la base elettorale è più piccola, il Pd alle ultime politiche non è riuscito a raggiungere il 20% e in base ai nostri ultimi sondaggi è intorno al 15-16%. È difficile replicare gli stessi numeri dell'altra volta – ha spiegato ancora Gigliuto – Raggiungere 1 milione di votanti sarebbe già un risultato molto importante, in proporzione sarebbe molto di più del risultato della volta precedente (nel 2019, gli elettori che votarono furono  circa 1,6 milioni ndr).

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