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Berlusconi e gli attacchi a Zelensky, Ppe cancella vertice a Napoli, per Ronzulli è “un atto d’ostilità”

Continua a far discutere la decisione del Ppe di cancellare l’evento a Napoli per via delle parole di Berlusconi su Zelensky. Ronzulli: “Un atto d’ostilità, che rispediamo al mittente, e un’entrata a gamba tesa nei confronti di un intero partito, con l’obiettivo di spaccarlo e di separare il presidente Berlusconi da Forza Italia, di cui è l’incarnazione”.
A cura di Annalisa Cangemi
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La notizia di ieri è di quelle destinate a diventare una valanga. Il Ppe ha cancellato un evento a Napoli dopo le parole di Berlusconi su Zelensky. Riavvolgiamo il nastro.

Domenica scorsa Silvio Berlusconi ha criticato apertamente la scelta della premier Giorgia Meloni di incontrare a Bruxelles il leader ucraino Zelensky a margine del Consiglio europeo a Bruxelles: "Non lo avrei incontrato", aveva detto l'ex premier. Il motivo? "Stiamo assistendo alla devastazione del suo paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili – aveva spiegato Berlusconi al seggio elettorale – Bastava che cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto, quindi giudico, molto, molto negativamente il comportamento di questo signore". Praticamente una bomba sganciata in territorio amico, cioè all'interno della coalizione di centrodestra.

Meloni però tira dritto: ha organizzato già per domani, lunedì 20, un viaggio a Kiev, proprio nella settimana in cui ricorre il primo anniversario dell’invasione russa in Ucraina, iniziata lo scorso 24 febbraio.

Le dichiarazioni di Berlusconi però, nonostante i tentativi dei suoi di minimizzarne la portata, ribadendo la vicinanza di Forza Italia alla Nato e alla linea del governo sul sostegno all'Ucraina, arrivano alle istituzioni Ue e al Partito Popolare Europeo, che reagisce annullando il vertice a Napoli, in programma per i primi di giugno.

"Non ci sarà alcuna rottura fra Forza Italia e il Ppe", si è affrettato a dire oggi il ministro degli Esteri Antonio Tajani, alla stampa italiana a margine della Conferenza di Monaco. Insomma con il presidente dei popolari europei Manfred Weber sarebbe tutto già chiarito, nessuna incomprensione: "Berlusconi e Forza Italia sono la stessa cosa" ha precisato il ministro degli Esteri, rispondendo a una domanda dei giornalisti italiani sulle esternazioni di Silvio Berlusconi sull'Ucraina. "Forza Italia è sempre stata con la Nato e per il sostegno all'Ucraina", ha aggiunto.

Non la pensa così però Licia Ronzulli, presidente dei senatori di Fi, che in un'intervista a Libero reputa la cancellazione dell'evento a Napoli da parte del Ppe "una decisione gravissima, un atto d'ostilità, che rispediamo al mittente, e un'entrata a gamba tesa nei confronti di un intero partito, con l'obiettivo di spaccarlo e di separare il presidente Berlusconi da Forza Italia, di cui è l'incarnazione". 

"Ricordo anche che Weber andò per ben due volte ad Arcore per ottenere il suo sostegno per fare il commissario e, non riuscendoci, chiese di fare il capogruppo del Ppe. Per far incrinare i rapporti bisogna essere in due, e non è questo il caso. Weber – ha aggiunto – ha ceduto alle pressioni di alcuni esponenti del Ppe. Eppure il presidente Berlusconi e Forza Italia non hanno mai lasciato alcun margine di ambiguità sulla crisi dell'Ucraina. È noioso dover ripetere sempre le stesse cose: abbiamo votato tutti e sei i decreti per l'invio delle armi, e faremo lo stesso con i prossimi".

Ronzulli poi si è detta "sorpresa, e non poco, degli attacchi contro un uomo di pace, che per la pace ha sempre lavorato. Sarebbe superfluo ricordare gli accordi di Pratica di mare e la storica stretta di mano fra Bush e Putin, di cui Berlusconi fu l'unico artefice. Il pensiero toma anche a quel primo marzo del 2006, quando Berlusconi venne invitato come ospite d'onore a Washington per parlare al congresso americano in sessione plenaria. Prima del leader azzurro, l'onore per l'Italia era toccato solo a esponenti della prima Repubblica". 

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