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Autostrade, Orrico (M5s) a Fanpage.it: “Abbiamo mantenuto la parola, basta superprofitti a privati”

La sottosegretaria ai Beni Culturali Anna Laura Orrico commenta così la decisione presa questa notte dal Cdm sul tema delle concessioni ad Autostrade per l’Italia: “Soluzione ottimale, perché perché superiamo l’attuale proprietà; facciamo ritornare le autostrade, costruite con le tasse dei cittadini, ai cittadini; spuntiamo finalmente delle tariffe ottimali, dato che quelle concesse consentivano al privato di lucrare superprofitti”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il governo ha raggiunto l'accordo su Autostrade: il Consiglio dei ministro di ieri ha stabilito che Aspi diventerà una società a controllo pubblico, una public company, con l'ingresso di Cdp come azionista di maggioranza, aperta anche agli investimenti di privati cittadini. La revoca delle concessioni sembra per il momento congelata: il governo assicura che se non si finalizzerà l'accordo secondo i punti che sono stati definiti tornerà l'ipotesi revoca. Abbiamo chiesto alla sottosegretaria ai Beni Culturali Anna Laura Orrico (M5s) di commentare una decisione che poterà alla progressiva uscita dei Benetton dalla gestione, soluzione che i pentastellati considerano un successo. 

La soluzione negoziale con l'entrata di Cdp in Aspi era la migliore possibile? 

Il meglio è nemico del bene, diceva Voltaire. Abbiamo spuntato una soluzione ottimale, indubbiamente, perché superiamo l'attuale proprietà, che si è dimostrato inadatta alla sfida, come prova il disastro di Genova; facciamo ritornare le autostrade, costruite con le tasse dei cittadini, ai cittadini, grazie alla costituzione della public company; spuntiamo finalmente delle tariffe ottimali, dato che quelle concesse consentivano al privato di lucrare superprofitti. Il tutto è stato fatto neutralizzando il rischio, remoto ma esistente, di dover indennizzare Aspi per la revoca, o di far fallire una società, per il contraccolpo in borsa, dove ci sono comunque lavoratori incolpevoli. Mi sembra la quadratura del cerchio. In aggiunta ad aver mantenuto la nostra parola, dato che ci eravamo impegnati affinché l'attuale concessionario decidesse le sorti della società.

L'ipotesi della revoca è totalmente abbandonata?

La decisione presa ieri non la abbandona, ma ci aiuta a superarla. La nuova Aspi sarà una partecipata pubblica, che non sacrificherà la sicurezza sull'altare del profitto privato.

Questa public company che si formerà potrà garantire finalmente l'interesse dei cittadini, eliminando la logica del profitto?

Diversi studi hanno dimostrato che la concessione in essere garantiva superprofitti e non una equa remunerazione del capitale. Si è trattato di una concessione che non esito a definire di favore, e rispetto alla quale l'opposizione che ciancia contro di noi dovrebbe offrire spiegazioni ai cittadini. Perché si è favorito il concessionario ai danni dell'interesse pubblico?

Si può dire quindi che d'ora in poi ci sarà una migliore manutenzione e una maggiore sicurezza?

Personalmente credo nell'efficienza del pubblico, quando è fatto bene. E, comunque, la nuova Aspi sarà quotata in borsa ed altri privati potranno entrarvi.

C'è chi (come i Verdi) fa notare che il gruppo Atlantia venderà la propria partecipazione in Aspi a Cdp per un valore che si aggira intorno ai 5 miliardi. Poi lo Stato dovrà quindi farsi carico di interventi onerosi di manutenzione della rete autostradale. Come rispondete a chi dice che questo per i Benetton è stato un vero e proprio affare?

È così un affare che non la volevano abbandonare…Le strade sono un monopolio naturale che produce rendite monopolistiche. Se è di proprietà pubblica, le rendite vengono riutilizzate per i cittadini che versano i soldi tramite i pedaggi. Perché regalare queste risorse al privato?

Siete contro il mercato e volete nazionalizzare tutto? Vi sembra possibile?

Io sono una imprenditrice e credo nel mercato. Credo che l'Italia abbia bisogno di tante riforme economiche, e sicuramente le liberalizzazioni sono tra queste. Ma in Italia non abbiamo avuto liberalizzazioni, ma privatizzazioni che hanno svenduto asset pubblici e li hanno consegnati a "capitani coraggiosi" che rischiavano con i soldi nostri, non con i propri: capitalisti relazionali cresciuti all'ombra della malapolitica. Proprio la genesi delle concessioni autostradali dimostra il vizio d'origine di quella stagione, a cui stiamo ponendo rimedio.

La stagione turistica è partita. Secondo gli ultimi dati il settore turistico da marzo a oggi ha quasi dimezzato il valore delle transazioni tramite pagamenti digitali. Di queste transazioni solo il 4% riguardano il turismo straniero. Un calo significativo rispetto al 2019. Che stagione ci dobbiamo aspettare?

Sarà una stagione particolare, in cui saranno gli italiani a dover scegliere l'Italia. Spetterà a noi far girare l'economia, scegliendo i tanti borghi che rendono il nostro paese meraviglioso, scegliendo un turismo di prossimità, sostenibile ambientalmente e socialmente. Io credo che dobbiamo sfruttare il momento per riscoprire il nostro paese e virare verso modelli di sviluppo più sostenibili.

Il bonus vacanze è stato molto criticato, soprattutto dagli albergatori. Come si incentiva il turismo interno?

Credo che ci sia la massima disponibilità da parte del ministro Franceschini di mettere a punto sempre nuovi strumenti per sostenere il settore turistico. Sicuramente il bonus vacanze va in quella direzione. Ma, ripeto, c'è bisogno del contributo degli stessi italiani, che consapevoli della difficoltà del momento, decidono di investire sul proprio paese.

Il Covid può trasformarsi in un'opportunità per riscoprire itinerari italiani poco battuti?

È proprio quello che mi auguro.

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