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Armando Siri, Giunta per le immunità dà via libera a sequestro pc del senatore leghista

Via libera della Giunta per le immunità del Senato al sequestro del computer di Armando Siri, l’ex sottosegretario ai Trasporti leghista. I voti favorevoli sono stati 13: M5s, Pd, Italia Viva, Leu e Gruppo Misto; contrari in 8: Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Ora il voto deve essere confermato dall’Aula di Palazzo Madama.
A cura di Stefano Rizzuti
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La Giunta per le immunità del Senato ha dato il via libera al sequestro del computer di Armando Siri, l’ex sottosegretario ai Trasporti della Lega. La Giunta ha dato parere favorevole con 13 voti positivi e otto contrari, accogliendo così la richiesta del tribunale di Milano. Il voto della Giunta, comunque, deve ora essere confermato dall’Aula di Palazzo Madama. La maggioranza (M5s, Pd, Italia Viva, Leu, a cui si è aggiunto il Gruppo Misto) ha votato unita per il sì al sequestro del computer dell’ex sottosegretario del Carroccio. Contrari, invece, i senatori di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Inoltre la Giunta ha incardinato la richiesta, avanzata sempre dal tribunale di Milano, sul sequestro di un telefono cellulare usato da un collaboratore di Siri. Il senatore del Carroccio è indagato per autoriciclaggio per un prestito ottenuto da un istituto bancario di San Marino.

Il relatore in Giunta, Francesco Urraro (M5s), commenta la seconda richiesta arrivata dalla procura di Milano riguardante il sequestro di un cellulare: “Abbiamo incardinato la richiesta concedendo un tempo di 15 giorni per delle memorie controdeduttive ed eventuali richieste di essere audito. Aspettiamo la memoria e ci determineremo subito dopo”. Poi l’esponente pentastellato torna anche sull’autorizzazione concessa per lo sequestro del computer: “L’Aula – assicura – si esprimerà a stretto giro”.

La vicenda riguardante il sequestro del computer di Siri nasce il 29 luglio, quando la Guardia di finanza è entrata negli uffici dell’associazione di Siri per una perquisizione. Solo il giorno dopo i pm di Milano hanno inviato una richiesta di autorizzazione a procedere per poter accedere al computer del parlamentare. Il segretario di Siri, durante la perquisizione, spiegò che sulla scrivania del senatore c’era un pc, mentre nell’altra stanza se ne trovava un altro non utilizzato, citato nel verbale. La perquisizione è stata interrotta perché non era possibile proseguirla essendo a carico di un parlamentare e necessitando, quindi, del permesso del Senato, camera di appartenenza di Siri.

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