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Approvato in Cdm il piano Salva casa di Salvini: tutte le novità su tende, caldaie e gli altri lavori

Il governo Meloni ha approvato il decreto Salva casa voluto da Matteo Salvini. Ecco cosa cambia con le novità inserite nel testo, che entrerà in vigore una volta pubblicato in Gazzetta ufficiale: nuove regole su doppia conformità, tolleranze ed edilizia libera.
A cura di Luca Pons
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Approvato il decreto "Disposizioni urgenti in materia di semplificazione edilizia e urbanistica", che nelle ultime settimane è diventato noto come "piano Salva casa", preparato dal ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture e fortemente promosso dal ministro Matteo Salvini. Il Consiglio dei ministri che si è riunito stamattina ha dato il via libera al provvedimento dopo settimane di annunci da parte del leader leghista. Il decreto ora passa al Parlamento, che avrà due mesi di tempo per modificarlo e poi convertirlo in legge, ma le nuove regole saranno tecnicamente in vigore già dal momento in cui verrà pubblicato in Gazzetta ufficiale, nei prossimi giorni.

Come anticipato in una bozza fatta circolare ieri, i provvedimenti nel decreto sono numerosi: si va dalle tolleranze alla doppia conformità, fino a più opere incluse nell'edilizia libera, cioè senza bisogno di permessi. Lo scopo, indicato nella relazione illustrativa, è quello di "rimuovere quegli ostacoli – ricorrenti nella prassi – che determinano lo stallo delle compravendite a causa di irregolarità formali".

Come cambiano le regole sulle tolleranze

La bozza di decreto indica che cambieranno le norme sulle tolleranze, cioè quelle opere che si possono considerare a norma anche se non rispettano esattamente il progetto originale. Ad esempio, fino a oggi veniva tollerata una differenza del 2% in qualunque dimensione (altezza, profondità, volume, ampiezza…), mentre questa percentuale diventerà più alta per gli immobili più piccoli per gli interventi effettuati prima del 24 maggio 2024: il 3% tra i 500 e i 300 metri quadri, poi il 4% tra 300 e 100 metri quadri, e infine del 5% sotto i 100 metri quadri.

Rientreranno tra le tolleranze cosiddette "esecutive" anche una serie di altre opere. Tra queste la mancata realizzazione di elementi architettonici non strutturali, come possono essere delle pareti divisorie, dei controsoffitti, delle vetrate, in generale tutto ciò che non è portante. Sono considerate intolleranze le "irregolarità geometriche e modifiche alle finiture degli edifici di minima entità", così come le "irregolarità esecutive di muri esterni ed interni", o un diverso posizionamento delle porte interne. Lo stesso vale per le opere di manutenzione ordinaria che vengono eseguite in maniera "difforme", e per quelle modifiche che sono state obbligate durante i lavori per correggere degli errori progettuali.

Le novità sull'edilizia libera: quali opere si potranno realizzare senza permessi

Ci sono novità anche l'edilizia libera, ovvero gli interventi che possono essere eseguiti senza bisogno di permessi, comunicazioni né altri titoli abilitativi. L'elenco si allunga, includendo le vetrate panoramiche amovibili e completamente trasparenti (dette Vepa) anche per i porticati. In tutti i casi, i lavori realizzati non  devono andare a creare un nuovo spazio chiuso in modo permanente nella casa: altrimenti ci sarebbe un allargamento stabile della superficie dell'immobile. In più, bisogna garantire una circolazione dell'aria e ridurre al minimo l'impatto visivo delle installazioni, dal punto di vista dell'ingombro e da quello estetico. Sono realizzabili in edilizia libera anche gli interventi di manutenzione ordinaria, si possono installare pompe di calore che abbiano una potenza sotto i 12 kilowatt, si possono rimuovere barriere architettoniche.

Come cambia la regola della doppia conformità

Il decreto supera la doppia conformità. Fino a oggi, per mettere in regola un'opera questa doveva rispettare sia le norme urbanistiche ed edilizie in vigore al momento della domanda, sia al momento della costruzione. Ora invece – sempre per gli interventi realizzati prima del decreto – basta che ci sia la conformità con le normative urbanistiche attuali e con le regole edilizie dell'epoca in cui l'opera fu costruita. In ogni caso, sarà diritto del Comune chiedere che per avere la sanatoria il proprietario faccia dei lavori per adeguare l'opera alle normative in materia di sicurezza, di efficienza energetica o anche di igiene.

C'è poi una novità per la verifica dello stato legittimo, che può mettere in difficoltà i proprietari perché richiede di recuperare tutti i vecchi titoli abilitativi per gli interventi effettuati su un immobile. Per i lavori che riguardano l'intero immobile (o l'intera unità immobiliare), sarà sufficiente mostrare il titolo edilizio relativo a quei lavori, più eventualmente quelli successivi. Infine, sarà possibile cambiare più facilmente la destinazione d'uso di un appartamento: basterà la Scia per trasformare, ad esempio, un'unità immobiliare residenziale in una turistica-ricettiva.

Via libera ai dehors costruiti durante il Covid

Un articolo a parte è dedicato alle "strutture amovibili realizzate durante l’emergenza sanitaria da Covid-19", una definizione che dovrebbe includere anche i dehors allargati dei locali (su cui il governo aveva già annunciato di volersi muovere) anche se il decreto parla di strutture  che le strutture "realizzate per finalità sanitarie, assistenziali, educative". Queste strutture possono restare installate se ci sono "comprovate e obiettive esigenze idonee a dimostrarne la perdurante necessità". In ogni caso, il Comune avrà sempre la possibilità di richiederne la rimozione in qualsiasi momento con un provvedimento motivato, se non seguono le normative.

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