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Guerra in Ucraina

Adozioni, Covid hotel e conventi: così l’Italia accoglierà i bimbi orfani in fuga dalla guerra

La viceministra agli Affari Esteri Marina Sereni (Pd), in un’intervista a Fanpage.it, ha raccontato cosa è stato deciso alla prima riunione del Tavolo sui Minori dell’Ucraina, alla luce dell’invasione russa, che va avanti da 8 giorni.
A cura di Annalisa Cangemi
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Ieri pomeriggio si è tenuta la prima riunione del Tavolo sui Minori dell'Ucraina, convocato dalla ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti e dal titolare della Fanresina Luigi Di Maio, e copresieduto dalla viceministra degli Affari Esteri Marina Sereni.

Al Tavolo di coordinamento hanno anche partecipato la ministra per le Disabilità Erika Stefani, rappresentanti del ministero della Salute, del ministero del Lavoro e delle politiche sociali, del Dipartimento della Protezione Civile, del Parlamento, delle Regioni, delle Organizzazioni non governative e del Terzo Settore. L'incontro aveva lo scopo di raccogliere informazioni sulla situazione ucraina e sulle azioni da mettere in campo a tutela dei minori.

L'idea è quella di stabilire una regia comune per la definizione di una strategia dei diversi interventi, sia nell'accoglienza sia nell'attivazione di percorsi di integrazione, individuando le diverse situazioni e le relative specificità. Ieri è stato sostanzialmente avviato un percorso, che proseguirà nelle prossime settimane, in vista dell'arrivo massiccio dei profughi dall'Ucraina, molti dei quali sono anche orfani o minori non accompagnati.

Certezze sui numeri non ce ne sono, ma al momento si parla di circa 7-8 milioni di persone che partiranno dal Paese, bombardato da 8 giorni dalla Russia. In questa settimana in Italia sono già arrivati più di 1000 profughi al giorno. Significa che sono entrate già nel nostro Paese circa 6-7mila persone. La maggior parte sono donne, con o senza figli al seguito, ma ci sono anche molti bambini soli.

La viceministra Sereni ci ha spiegato il piano per aiutare e dare assistenza ai profughi, molti dei quali verranno ospitati da familiari e amici che si trovano già nel nostro Paese. "Quella di ieri è stata un'iniziativa positiva – ci ha detto al telefono la viceministra Sereni – è stato un primo incontro di un tavolo di coordinamento. Le relazioni tra l'Italia e l'Ucraina in tutti questi anni, dall'esplosione di Chernobyl del 1986, hanno molto avuto a che fare con il destino dei bambini e delle bambine. Basti pensare alle adozioni che furono fatte e che sono uno dei filoni di solidarietà che legano ancora il nostro Paese a Kiev, o ai soggiorni estivi o natalizi, per consentire ai più piccoli di allontanarsi dall'area più colpita dalle radiazioni. Molti di questi bambini sono diventati grandi e hanno mantenuto rapporti con le famiglie che li ospitavano. C'è una fitta relazione di collaborazione e amicizia".

"In questa emergenza drammatica ci sono state segnalate delle questioni più specifiche che riguardano le condizioni di alcuni bambini e bambine che richiedono un'attenzione particolare – ha spiegato la viceministra dem – Ci sono per esempio alcuni bambini malati, altri che vivevano in orfanotrofi e che alcune associazioni come la Caritas stanno cercando di far uscire dal Paese; ci sono i bambini che erano destinati all'adozione, alcuni sono già stati ‘accoppiati' con i genitori adottivi italiani e altri erano in attesa di abbinamento. Molti di questi minori non sono accompagnati. Poi c'è la fattispecie dei bambini contesi, figli di coppie separate. Abbiamo avuto anche segnalazione di bambini in fuga che non avevano documenti, e abbiamo dato indicazioni alle nostre autorità consolari per facilitare il transito, fatte le dovute verifiche. Quindi la casistica è molto complessa e richiede procedure differenti".

La viceministra Marina Sereni (Pd)

La Farnesina è impegnata anche dell'aspetto della cooperazione in Ucraina. Alcune realtà di volontariato sono ancora presenti nel Paese. È il caso di Soleterre, che si occupa dei piccoli malati oncologici negli ospedali, che sta ancora operando, pur avendo spostato l'attività dalle zone del conflitto ad altre meno esposte. La Caritas polacca si sta occupando in modo particolare di un istituto di orfani del Donbass, dove si trovavano 200 minori, che verranno portati al confine con la Polonia. Ma di orfanotrofi ce ne sono molti altri."È difficile dare delle cifre sugli orfani, alcuni non sappiamo dove sono – ha sottolineato Sereni – Stiamo parlando di una situazione che viene monitorata in molto modi diversi. Stiamo assistendo a un esodo di proporzioni gigantesche che riguarda molte donne con bambini perché, come sappiamo, gli uomini non possono abbandonare il Paese". 

"Sugli aspetti umanitari lavoriamo insieme alla Croce Rossa Internazionale e all'Organizzazione delle Nazioni Unite, sperando che si arrivi almeno a un cessate il fuoco. Come ministero degli Esteri lavoreremo a fianco dell'Unicef e dell'Unhcr con una speciale attenzione verso la fascia dei minori, che sono i più vulnerabili. Sul posto ci sono associazioni italiane che hanno sempre lavorato con i minori, come Save The Children Italia, Villaggio dei Bambini, Soleterre, Intersos. Stiamo anche definendo un pacchetto di risorse della Cooperazione allo sviluppo per aiuti umanitari in Ucraina e nella regione limitrofa, penso alla Moldova, che è uno dei Paesi più poveri d'Europa", ha annunciato Sereni. 

Dove saranno accolti i minori ucraini

Non è ancora stata stabilita una destinazione per gli orfani che arriveranno, il piano è ancora in itinere. I minori che verranno accolti dovranno essere inseriti nella scuola, e avranno anche bisogno di assistenza psicologica, per superare il trauma della violenza. Molte associazioni raccomandano di rispettare le procedure specifiche di ciascuna tipologia di minori: i bambini non saranno separati dalle famiglie, se ci sono, e le adozioni saranno organizzate nel rispetto delle norme.

Le istituzioni sono al lavoro anche per ampliare i posti esistenti all'interno del Sai, Sistema di accoglienza e integrazione, attivando anche tutte le strutture intermedie utilizzabili, come conventi, ostelli o Covid hotel: "Il ministero degli Interni ha mandato una circolare e l'Anci è mobilitata per utilizzare tutte le strutture disponibili. C'è la possibilità di rendicontare le spese dell'accoglienza anche laddove si trovino delle collocazioni diverse dalle Sai in senso stretto", ha assicurato Sereni.

Alcuni piccoli pazienti ucraini, ricoverati in ospedale, sono stati già trasferiti in Italia. Altri ne arriveranno, perché molte strutture ospedaliere hanno già carenza di personale o farmaci. Ma il numero dei bambini ucraini ricoverati nei nostri ospedali è ancora basso, si parla di poche unità: "Conosco il caso di una bambina malata di leucemia che ora è in cura all'ospedale di Perugia. Anche tramite il Bambin Gesù di Roma costruiremo le condizioni per aumentare i casi da trattare", ha detto Sereni.

Chi è incluso nell'applicazione della direttiva 55 dell'Ue

Sul tema dell'accoglienza al tavolo di ieri si è discusso anche dell'applicazione della direttiva sulla protezione temporanea, che è stata approvata a Bruxelles. "È una buona notizia, una svolta storica – ha commentato Sereni – Riguarderà automaticamente tutti gli ucraini e tutti coloro che risiedono in modo stabile in Ucraina, ma non riguarda per esempio gli studenti che si trovavano nel Paese e tutte le persone provenienti da Paesi terzi, che potranno scegliere i Paesi di accoglienza, facendo scattare la protezione umanitaria temporanea o altre forme di protezione sulla base della legislazione nazionale. Si tratta naturalmente di un compromesso. Tutti comunque potranno uscire dal Paese e saranno accolti in Europa".

La direttiva dice che saranno inclusi i cittadini ucraini, nonché i cittadini di Paesi terzi o gli apolidi che beneficiano della protezione internazionale in Ucraina e i loro familiari, se risiedevano nel Paese prima del 24 febbraio 2022. Per i cittadini di Paesi terzi che risiedevano in Ucraina prima del 24 febbraio con un permesso di soggiorno permanente e che non possono ritornare in sicurezza nel loro Paese, gli Stati membri "applicano la protezione temporanea o una protezione adeguata in base al loro diritto nazionale".

Cosa si è deciso sui corridori umanitari ai negoziati con Putin

Al secondo round di colloqui tra Russia e Ucraina è stato stabilito un accordo su un temporaneo cessate il fuoco, per permettere l'attivazione di corridoi umanitari, per consentire a donne e bambini presenti ancora nelle zone di guerra di lasciare il Paese. Ma molti ucraini non si fidano della parola di Putin. "Sono stati delegati due ministeri della Difesa, quello ucraino e quello russo, per concordare i dettagli di questi corridoi umanitari. Ma l'accordo sembra molto limitato. Purtroppo la giornata di oggi è iniziata con una notizia devastante, con il bombardamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d'Europa, che pare per fortuna non abbia provocato un incidente grave dal punto di vista della contaminazione nucleare. Ma è evidente che, come aveva intuito ieri Macron dopo il colloquio con Putin, non c'è nessuna intenzione di sospendere l'invasione. Anzi, con le operazioni militari la Russia sta puntando a impadronirsi delle infrastrutture essenziali del Paese anche per rendere più difficile la resistenza". 

"Purtroppo questa ‘tregua' sembra piuttosto un'avvisaglia del fatto che Putin sta programmando un attacco su larga scala: far allontanare i civili può significare il voler scatenare azioni più violente", ha aggiunto la viceministra. "Ma se si aprisse la finestra del cessate il fuoco sarebbe più semplice per noi aiutare a fuggire i profughi dall'Ucraina, attività che ci vede già impegnati in questi giorni. L'Unità di Crisi della Farnesina è costantemente in contatto con le organizzazioni che operano in Ucraina. Ci sono dei gruppi di ragazzi che stiamo seguendo da vicino, che si stanno muovendo in queste ore verso il confine ucraino".

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