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A che punto è la mediazione tra i Cinque Stelle, Grillo: “Si ricucirà lo strappo? Sì, no, forse!”

“Si riuscirà a ricucire lo strappo? Sì, no, non lo so, forse, può darsi, sì! Sceglietevi una risposta”: così Beppe Grillo su quanto sta avvenendo in questi giorni, con il comitato a sette che lavora per la mediazione tra il fondatore e Giuseppe Conte. Non è un lavoro facile e la strada per ora rimane in salita: si tratta di permettere a Conte di indicare la linea politica, pur assicurando a Grillo il ruolo di garante che ha tenuto finora.
A cura di Annalisa Girardi
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Continuano i tentativi di mediazione del Comitato a sette chiamato ad esprimersi sullo statuto del Movimento Cinque Stelle, al centro della contesa tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte che ha portato a un passo dalla scissione. "Cercheremo di essere brevi, ma ci prenderemo tutto il tempo necessario", aveva detto il ministro Stefano Patuanelli, ma le cose per ora sembrano ancora in alto mare. La situazione rimane quindi in uno stallo con i sette, tra cui Vito Crimi e Luigi Di Maio, che dovranno occuparsi di riscrivere non solo lo statuto, ma anche il codice etico e la carta dei valori. Non si profila un percorso semplice: si dovrà infatti anche trovare una quadra per permettere a Conte per indicare la linea politica, pur assicurando a Grillo il ruolo di garante così come è stato finora.

Le mediazione è tutt'altro che assicurata. Il fondatore, dopo aver fatto un passo indietro bloccando all'ultimo l'elezione del Comitato direttivo (sostituito al Capo politico nell'ultima votazione sullo statuto) sulla piattaforma Rousseau e chiamando una serie di esponenti del Movimento, molti vicinissimi all'ex presidente del Consiglio, ora non si espone: "Si riuscirà a ricucire lo strappo? Sì, no, non lo so, forse, può darsi, sì! Sceglietevi una risposta", ha detto intervenendo a Stasera Italia news su Retequattro.

Sulla ricerca di un compromesso e sul lavoro dei sette al momento non trapela nulla. Ma la strada sarebbe tutt'altro che in discesa. Intanto i sondaggi evidenziano come lo scontro interno non faccia bene al Movimento, che nell'ultima settimana ha perso due punti percentuali. Senza contare che, secondo i calcoli di Swg, un partito di Conte prenderebbe molti più consensi del Movimento, chiamando a sé buona parte degli elettori Cinque Stelle e anche una fetta di quelli del Partito democratico. In caso di scissione, quindi, Conte prenderebbe quasi il doppio del M5s, anche se non è chiaro se questa possa diventare una tendenza strutturale. Ad ogni modo, per capire qualcosa in più bisognerà aspettare che il comitato a sette si pronunci: solo allora si riuscirà a capire se un compromesso è fattibile.

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