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Piscicelli e il suo elicottero. Pure stavolta non c’è nulla da ridere

L’imprenditore che la notte del terremoto a L’Aquila se la rideva, pregustando grossi affari per la sua società è finito di nuovo nei guai. Piscicelli è infatti atterrato in elicottero sulla spiaggia per andare al ristorante e poi si è giustificato: “Io sono il comandante”. E ha pure ragione!
A cura di Biagio Chiariello
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piscicelli e il suo elicottero Pure stavolta non ce nulla da ridere

Forse senza quel suo losco precedente non saremmo stati qui a parlarne. Fatto sta che Francesco Maria De Vito Piscicelli è di nuovo nei guai. L'uomo che ha fatto dello sciacallaggio la sua immagine, sghignazzando a telefono in vista dei possibili guadagni legati alla ricostruzione de L'Aquila terremotata, è salito di nuovo alla ribalta. Proprio lui che lo scorso mese di aprile aveva tentato il suicidio ingerendo un intero flacone di barbiturici, gesto insano poi motivato dalle difficoltà economiche della sua azienda innescato , manco a dirlo, dallo scandalo della risata telefonica col cognato Pierfrancesco Gagliardi: «Alle tre e mezza di stanotte ridevo nel letto… Là c'è da ricostruire 10 anni».

Se in quel caso fu associazione a delinquere e corruzione nell'inchiesta sugli appalti della Protezione civile, in questo caso se la caverà solo con una presunta multa dei vigili urbani. Eh già perché Piscicelli il giorno di Santo Stefano ha deciso di concedersi un pranzo al ristorante con la mamma sulla spiaggia toscana della Feniglia. Fin qui niente di male, se non fosse che il velivolo è stato parcheggiato direttamente sull'arenile, davanti a centinaia di persone stupite, che però hanno avvertito i carabinieri.

«Ma io sono il comandante»

Una sosta non programmata, secondo la versione dell'imprenditore 55 enne: «Tutta colpa del vento, soffiava forte, troppo forte. E per motivi di sicurezza sono dovuto atterrare» si è giustificato Piscitelli che a chi gli ha fatto notare che non si poteva atterrare su una zona del demanio, ha risposto: «Ma io sono il comandante».  E la legge è dalla sua parte: è proprio il comandante a stabilire se ci sono le condizioni di sicurezza per volare oppure può atterrare in un'area appropriata. In questo caso Piscicelli eviterebbe ogni bega legale. Ma c'è un però. L'uomo si è scordato di comunicare all’aeroporto più vicino l’atterraggio forzato e, dunque, un’indagine sulla vicenda potrà essere comunque disposta.

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