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Pinotti: “Bombardare l’Isis non è un tabù, potremmo farlo anche noi”

Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, non esclude la possibilità di un intervento militare italiano contro l’Isis. “Non è un tabù e non è detto che in futuro non lo riterremo necessario”, ha dichiarato in un’intervista rilasciata al Messaggero.
A cura di Claudia Torrisi
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Roberta Pinotti

Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, non esclude la possibilità di un intervento militare italiano contro l'Isis. "Non è un tabù e non è detto che in futuro non lo riterremo necessario – ha dichiarato in un'intervista rilasciata al Messaggero – se l'alleanza di cui facciamo parte decide che quello è l'elemento più utile per mettere in sicurezza la popolazione irachena, i bambini, le donne, i vecchi, e distruggere i depositi di munizioni, può essere uno strumento". Pinotti ha ricordato che "l'Italia, con i nostri uomini, i nostri soldati, i nostri carabinieri, sta già facendo una parte importante contro l'Isis, nemico dell'umanità. Al momento non è previsto un intervento di questo tipo. In passato, lo ricordo, ci sono state occasioni in cui l'Italia insieme agli alleati ha deciso che bisognava bombardare: in Jugoslavia, nel Golfo". Inizialmente, ha aggiunto il ministro, lo Stato islamico si espandeva in una cavalcata trionfale che sembrava non avere limiti, da mesi invece perde terreno e non è peregrino immaginare che il suo arretramento sia anche all'origine del terribile monito che ha lanciato contro il mondo adottando questo strumento subdolo del terrorismo. A Beirut, nel Sinai, a Parigi".

Ad oggi, comunque, non è stata presa nessuna decisione in merito a un intervento militare italiano: "Decideremo insieme al Parlamento, occorre la condivisione, il coinvolgimento di tutte le forze politiche", ha detto Pinotti, richiamando all'unità tutto il paese così come è stato "in passato negli anni di piombo", in questa nuova "sfida terribile del terrorismo". Per quanto riguarda i foreign fighter italiani il ministro annuncia su di loro "una vigilanza a uomo": "Li abbiamo individuati e non sono in Italia perché verrebbero arrestati, abbiamo introdotto il reato. Sono individuati e monitorati".

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