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Pensionato morto dopo le torture dei bulli: disposto il carcere per sei minorenni

Sei ragazzi di 16 e 17 anni sono stati condotti in carcere per il pericolo di inquinamento delle prove e di reiterazione del reato in merito alla morte di Antonio Stano, il pensionato di Manduria a lungo sottoposto a violenze e torture.
A cura di Davide Falcioni
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Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i Minorenni di Taranto Paola Morelli ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere per sei minorenni – due ragazzi di 16 anni e quattro di 17 anni – accusati di tortura, sequestro di persona, danneggiamento e violazione di domicilio, nell'inchiesta sulla morte del 66enne di Manduria Antonio Stano. Anche per i due maggiorenni, sottoposti a fermo ed accusati degli stessi reati, il gip del Tribunale ordinario Alessandra Romano ha convalidato il carcere: "La misura della custodia cautelare in carcere – scrive il gip Rita Romano – appare sostanzialmente adeguata alla gravità dei fatti, avendo gli indagati dimostrato notevole inclinazione alla consumazione di reati, totale inaffidabilità e completa assenza di freni inibitori".

L'inchiesta ha visto il coinvolgimento di altri sei minori, già iscritti nel registro degli indagati, ed altri sono in via di identificazione. Stano era stato vittima di una lunga serie di aggressioni e violenze sia nella sua abitazione che per strada. Nel corso delle loro spedizioni punitive nei confronti del pensionato, che soffriva di disagio psichico, gli aggressori erano soliti filmare le vessazioni e gli atti di violenza per poi condividerli – come fossero divertenti – nella chat di WhatsApp chiamata "La comitiva degli orfanelli". I minori, per i quali è stato disposto il carcere, secondo il gip Morelli potrebbero inquinare le prove o ripetere gesti violenti. Dal canto loro i presunti responsabili si sono dichiarati "dispiaciuti" dei loro comportamenti, raccontano i loro difensori al termine degli interrogatori di convalida. Sono apparsi "molto provati" e hanno risposto tutti alle domande dei gip, ammettendo di aver partecipato alle violenze e riconoscendosi nei filmati acquisiti dagli inquirenti e circostanziando il loro ruolo.

Domani, sabato 4 maggio, a Manduria, ci sarà una marcia per rilanciare i valori della legalità, del rispetto e della civile convivenza. Intanto però sono in molti a rilevare come i video dei maltrattamenti circolassero da tempo sulle chat, ma nessuno avesse sporto mai denuncia.

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