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Pedopornografia, Gendarmeria vaticana arresta Monsignor Capella

L’inchiesta, che ha coinvolto anche Stati Uniti e Canada, ha portato all’arresto dell’ex funzionario della Nunziatura di Washington. Ora rischia una condanna da 5 a 10 anni di reclusione.
A cura di Redazione
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È stato il Tribunale del Vaticano, nella persona del giudice istruttore, ad emettere il mandato di cattura nei confronti di Monsignor Carlo Alberto Capella, ex funzionario della Nunziatura di Washington, già in Vaticano presso il Collegio dei Penitenzieri, in stato di restrizione in attesa del giudizio. La cattura è stata ordinata da parte del Promotore di Giustizia, dopo aver verificato il possesso, da parte del monsignore, di una grande quantità di materiale pedopornografico. Ora l'uomo è detenuto in una cella del corpo della Gendarmeria Vaticana.

Il 21 giugno 2017 il Dipartimento degli Stati Uniti aveva notificato il possibile reato e il 15 settembre la giustizia vaticana aveva aperto un'inchiesta nei confronti dell'allora funzionario della Nunziatura di Washington. A dicembre, nell'ambito di un’inchiesta iniziata con una segnalazione del Centro nazionale di coordinamento contro lo sfruttamento dei bambini, è la Polizia di Windsor in Ontario, Canada, a rilevare il download di materiale pedopornografico dall'indirizzo IP di un computer in una chiesa locale. Allora, tra il 24 e il 27 dicembre, il mons. Capella soggiornava appunto in Canada.

L'accusa è appunto di pedopornografia, sulla base dell'articolo 10 della legge VIII del 2013. Il comma 3 di questa disposizione porta all'accusa di pedopornografia, laddove enuncia che "chiunque […] con qualsiasi mezzo, anche per via telematica, distribuisce, divulga, trasmette, importa, esporta, offre, vende o detiene per tali fini materiale pedopornografico, ovvero distribuisce o divulga notizie o informazioni finalizzate all’adescamento o allo sfruttamento sessuale di minori, è punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa […]". La pena a cui potrebbe andare incontro il monsignor alza gli anni massimi di detenzione a dieci, laddove la stessa legge stabilisce al comma 5 che "la pena è aumentata ove il materiale sia di ingente quantità".

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