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Paolini dal carcere: “Scriverò un libro, qui voglio fare ordine nella mia vita”

Gabriele Paolini come Silvio Pellico. Dal penitenziario di Regina Coeli, dove è rinchiuso da domenica per induzione e sfruttamento della prostituzione minorile e per pedopornografia, il noto disturbatore tv fa sapere di essere intenzionato a scrivere un’opera dal titolo “Le Mie Prigioni”.
A cura di Biagio Chiariello
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Una richiesta: carta e penna. Obiettivo: scrivere un libro. Titolo: Le Mie Prigioni. Gabriele Paolini, il noto disturbatore tv arrestato domenica scorsa per induzione e sfruttamento della prostituzione nonchè per pedopornografia, dal carcere di Regina Coeli dove è rinchiuso da ormai quasi una settimana, ha deciso che racconterà l'esperienza che sta vivendo in questi giorni attraverso le pagine di un libro liberamente ispirato all'opera di Silvio Pellico (ma solo per il luogo…). "Il carcere sta diventando uno strumento importante per mettere ordine alla mia vita", ha detto Paolini, come raccontato dal suo avvocato Massimiliano Kornmuller. "Ho trovato un'istituzione carceraria ‘con il cuore', sia da parte degli agenti della penitenziaria, sia da parte dei compagni di cella" (un romeno, un polacco e un albanese) – fa sapere Paolini tramite il suo legale – il carcere sta diventando uno strumento importante per mettere ordine alla mia vita".

"Sapevo che era minorenne, il rapporto era consenziente. Ma non vi fu mai mercimonio, era solo un profondo affetto". Così Paolini si è difeso davanti al gip Alessandrina Tudisco durante l'interrogatorio di garanzia, durato oltre tre ore, nel quale Kornmuller ha chiesto in via informale gli arresti domiciliari per il suo assistito. La procura ritiene che i minorenni coi quali il disturbatore tv avrebbe avuti rapporti hot siano stati adescati in Rete e indotti alla prostituzione in cambio di soldi. "Quel minore era il mio fidanzato, con lui c'era un rapporto tra persone consenzienti – è stata la difesa di Paolini -. Con gli altri due ragazzini, invece, c'era soltanto un legame di amicizia, tanto che frequentavano tranquillamente la casa dei miei genitori. Ma non ho mai dato soldi a nessuno né divulgato i video che giravo con loro e che erano destinati a un uso personale".

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