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Omicidio Stefano Leo, spunta ipotesi scambio di persona: “Voleva colpire il compagno della ex”

Vanno avanti le indagini per accertare la veridicità del movente che avrebbe spinto Said Mechaquat a uccidere Stefano Leo, il 34enne assassinato con un fendente alla gola a Torino, lo scorso 23 febbraio. Spunta anche una ipotesi scambio di persona: Said pare avesse minacciato in passato di voler tagliare la gola al nuovo compagno della sua ex.
A cura di Susanna Picone
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“Aveva minacciato che un giorno o l'altro gli avrebbe tagliato la gola”: il padre di Fabio, il nuovo compagno della donna che con Said Mechaquat aveva avuto un figlio, parla così dell’uomo che si è autoaccusato del delitto avvenuto a Torino di Stefano Leo, il trentaquattrenne assassinato il 23 febbraio con una coltellata alla gola mentre camminava per andare a lavoro su un tratto del lungo Po. L’omicida reo confesso dei Murazzi aveva parlato nella sua confessione di quell’uomo che suo figlio chiamava papà. “La barba, il sorriso, a parte gli orecchini e il colore degli occhi si assomigliano come due gocce d'acqua. Quell'uomo voleva sgozzare mio figlio, non quel povero ragazzo”, avrebbe aggiunto Nicola – a riportare le sue parole è il quotidiano Repubblica – rivelando uno scenario che potrebbe cambiare la storia dell'omicidio di Torino. Said potrebbe non aver ucciso quel ragazzo a caso solo perché gli sembrava “felice” e avrebbe voluto “togliergli il futuro”, potrebbe forse aver sbagliato bersaglio. “Said e Fabio si conoscono, hanno litigato spesso perché mio figlio difendeva la sua compagna con cui vive da diversi anni. Ma forse Said  si è confuso, non lo so”, così ancora il genitore dell’uomo. Anche la ex fidanzata di Said avrebbe notato una somiglianza tra il suo compagno e Stefano Leo.

Dubbi sul movente dell'omicidio di Stefano Leo

Esistono ancora dei dubbi sul movente tratteggiato da Said Mechaquat anche per gli inquirenti. Nella sua confessione Said ha riferito di avere voluto uccidere un giovane come lui, una persona a caso che non conosceva, “per togliergli il futuro”. Quella del ventisettenne sarebbe una spiegazione non ancora giudicata del tutto convincente in Procura anche se sembra certo che sia effettivamente lui l’autore del brutale delitto avvenuto a Torino. Ci sono infatti filmati che inquadrano Said Mechaquat mentre raggiunge la zona del delitto e che lo riprendono sul tram che lui stesso dice di avere preso per allontanarsi dal centro storico. Il giovane ha inoltre riferito particolari noti solo agli inquirenti e ha fatto ritrovare il coltello che avrebbe usato per uccidere. “L'indagine è ancora densa di sviluppi, sia sul fatto, sia sul movente. Però oggi abbiamo una confessione, che non è più la regina delle prove, però è comunque una prova importante, corroborata da alcuni elementi molto significativi – ha detto a Sky TG24 il procuratore vicario di Torino, Paolo Borgna -. Ci basta per tenere quella persona in galera, ma sul movente stiamo ancora lavorando. Non ci acquietiamo della verità che c'è stata detta dal confesso”.

I dubbi dell’avvocato di Said: “Non è mancino ma ha colpito con la sinistra” – Chi ancora avrebbe dei dubbi sulle reali responsabilità di Said Mechaquat è però il suo avvocato, Basilio Foti, che tra le altre cose ha fatto presente che l’uomo non è mancino ma dice di aver colpito Stefano Leo con la mano sinistra. In un'intervista a Radio Capital l'avvocato ha parlato di “troppe incongruenze” avanzando la possibilità di trovarsi di fronte a un mitomane.

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