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Olbia. Morso dal ragno violino, finisce all’ospedale: “Credevo fosse stata una zanzara”

Protagonista di questa disavventura, un uomo di Olbia che ha dovuto fare i conti con gli effetti del morso del famigerato Loxosceles refuscens. L’aracnide non è aggressivo, tende infatti a battere in ritirata, ma occasionalmente può mordere se si sente particolarmente minacciato.
A cura di Biagio Chiariello
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Sembrava una semplice puntura di zanzara: fastidioso, sì, ma sicuramente non preoccupante. Invece, qualche giorno dopo, ha rivelato la sua vera natura costringendo la vittima ad una corsa al Pronto Soccorso di Olbia. A fare i conti con gli effetti del morso del ragno violino (Loxosceles refuscens) è un sardo: l’aracnide della famiglia Sicariidae è diffuso in tutta l’area mediterranea, Sardegna compresa e negli ultimi giorni ha seminato il panico nella zona di Roma. Il paziente olbiese, dopo la terapia antibiotica somministrata all'ospedale Giovanni Paolo II, come riporta il sito Olbia.it, sta meglio e ha ripreso la sua normale vita.

II veleno del ragno violino non è assolutamente da sottovalutare proprio perché a volte non ci si rende subito conto di essere stati punti dal momento che il morso è indolore: il paziente si accorge che si tratta di qualcosa di diverso da una semplice puntura quando l’area colpita diventa dolorosa e spuntano delle bollicine. Nei casi più gravi, si avvia il processo di necrotizzazione dei tessuti che può portare in casi estremi all’amputazione. La necrotizzazione è causata dalle tossine che il ragno utilizza per uccidere le sue prede. Ad ogni modo, nella stragrande maggioranza dei casi però, secondo la Fondazione Gemelli, il morso provoca fenomeni locali di scarso rilievo.

Il dott. Maurizio Soave, esperto di Tossicologia che ha curato la scheda informativa del centro antiveleni della Fondazioni Gemelli, consiglia il ricorso al Centro Antiveleni: “In casi particolari il morso può provocare una lesione della cute di tipo emorragico e necrotico che non differisce da quelle provocate da altre tossine biologiche come ad esempio quelle di altri ragni, degli imenotteri (api, vespe, calabroni), animali marini, etc.” Secondo il medico è dunque corretto “consultare un Centro antiveleni descrivendo le circostanze dell’esposizione e i segni e sintomi eventualmente presenti; solo successivamente e in alcuni casi potrà essere necessaria la visita medica“.

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