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Ocse: Italia a rischio recessione già dal 2012

Disastrose le stime economiche sul nostro Paese per il prossimo anno pubblicate oggi dall’Ocse. Pil a -0,5%, disoccupazione in crescita e calo dei salari. Male anche le previsioni per il debito pubblico e la produzione industriale.
A cura di Antonio Palma
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Disastrose le stime economiche del nostro Paese per il prossimo anno pubblicate oggi dall’Ocse. Pil a -0,5%, disoccupazione in crescita e calo dei salari. Male anche le previsioni per il debito pubblico e la produzione industriale.

L’Italia sarà in recessione già a partire dal 2012, è questa la sconfortante previsione dell’Ocse che ha visto al ribasso le stime di crescita per il nostro Paese nel suo nuovo rapporto semestrale sulla condizione economica degli stati Membri. Secondo gli studi dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, l’Italia non solo non crescerà economicamente per il prossimo anno, ma addirittura le previsioni per il nostro Pil parlano di un deludente -0,5%. Un’altra notizia negativa nel giorno in cui anche l’agenzia Moody’s ha lanciato l’ennesimo avvertimento per un possibile default di molti Paesi europei e arrivata dopo le rivelazioni del New York Times sui piani di emergenza preparati dalle grandi banche in attesa d un crollo dell’Eurozona.

Le stime di crescita dell’Ocse per il 2012, con l’aggravarsi della crisi, sono risultate sempre più negative dopo il +1,6% ipotizzato sei mesi fa e parallelamente al ribasso delle stime per quest’anno. Il quadro generale delineato dall’organizzazione internazionale per la situazione dell’Italia è quantomeno disastroso, con una disoccupazione in aumento prevista all’8,3% e un rallentamento generale della produzione industriale e della crescita dei salari dei lavoratori. Male andranno anche le esportazioni, così come uno dei cavalli di battaglia del nuovo Governo, il debito pubblico che, secondo l’Ocse, farà segnare ancora un incremento per il prossimo anno, attestandosi al 120,4%.

Unici dati positivi sono un rapporto deficit Pil all'1,6% e la previsione di un rallentamento dell’inflazione, che però molto probabilmente sarà dovuto più alla diminuzione dei consumi che ad altro. Il motivo principale di questa situazione, secondo gli economisti, è da ricercare nella mancanza di fiducia dei mercati e degli investitori nel nostro Paese a seguito delle esitazioni politiche del nostro Parlamento e dell’inattività del vecchio Governo nel “dare attuazione ai piani di riequilibrio dei conti”.

Stime più positive, invece, son state fatte per il 2013, quando ci saranno una debole ripresa economica e una lieve riduzione del debito pubblico, anche perché saranno a regime le precedenti misure economiche già varate. L’Ocse invita il nuovo Governo ad agire in fretta, attuando le misure già previste dalla precedente finanziaria, ma allo stesso tempo varando le necessarie riforme strutturali. Il pericolo maggiore è che, viste le nuove stime, i provvedimenti varati in precedenza si rivelino insufficienti a colmare i costi, con la necessità di emanare nuove misure. Tutto questo potrebbe portare anche ad un peggioramento della situazione dato che ulteriori misure drastiche in merito alla riduzione della spesa pubblica risulteranno inevitabilmente un peso per la crescita economica.

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