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Se hai un detenuto che soffre telefona alla Cancellieri: ecco il numero

Salva il tuo Ligresti: ora puoi. Il ministro della Giustizia si difende davanti alle telecamere del Tg1: “Sono intervenuta per una detenuta che rischiava di morire, non siamo tutti uguali davanti alla legge? Escludo che ci siano detenuti di serie A e di serie B”. E allora noi, confidando nella buona volontà del capo del dicastero, vi diamo il suo contatto telefonico.
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"Il mio intervento è stato per una detenuta che rischiava di morire, chiediamoci se fosse morta cosa sarebbe accaduto. Se una persona ha un certo nome non va aiutata? Non siamo tutti uguali davanti alla legge? Escludo che ci siano detenuti di serie A e di serie B". Così il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri si giustifica davanti alle telecamere del Tg1 Rai per la sua intercessione verso Giulia Ligresti, detenuta per la vicenda Fonsai e poi finita agli arresti domiciliari. Il ministro – lo dimostrano una serie di intercettazioni telefoniche – chiamò due vicecapi del Dap, Dipartimento Amministrazione Penitenziaria per sensibilizzarli sulle precarie condizioni di salute della detenuta. Ora alla Cancellieri vengono chieste da più parti politiche le dimissioni; lei per tutta risposta dichiara al telegiornale di essere "Assolutamente serena, tranquilla" nonché "pronta a rispondere a tutte le domande". Martedì, alle 16, in Senato, il ministro dovrà riferire sulla vicenda.

Nel frattempo, aspettando il chiarimento quanto mai necessario, noi pensiamo sia giusto offirvi un servizio. Come sostiene Annamaria Cancellieri siamo tutti uguali davanti alla legge. E non ci sono detenuti di serie A e detenuti di serie B. Dunque se ne deduce che un ministro debba preoccuparsi di tutti, ma proprio tutti, i detenuti in Italia. Da Giulia a Gennaro, da Guglielmo a Karim, da Mario ad Abdul fino a Marek, a Anna, Tonya…nomi con cognomi che non dicono nulla alle cronache italiane ma vite che valgono vite, tale e quale a qualsiasi Ligresti in attesa di giudizio.

Vi offriamo, dunque, una piccola informazione. Poca cosa, sia chiaro, roba individuabile su Google con una piccola ricerca. Ma riteniamo sia giusto mettere questa informazione in evidenza: 06.68851. È il numero di telefono che corrisponde all'utenza di via Arenula 70, ovvero Palazzo Piacentini, sede del ministero della Giustizia. È un centralino, da lì si può chiedere del ministro Annamaria Cancellieri, nel caso in cui si fosse a conoscenza di un detenuto che soffre per motivi di salute durante la sua permanenza in carcere. E ovviamente il ministro avrà per voi parole buone. Esattamente come per la signora Ligresti.

Nel caso in cui non rispondesse (è possibile, vista la mole di lavoro), vi informiamo che esiste un "call center giustizia" i cui operatori rispondono alle telefonate dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 15.30: il numero è 848.800.110; da ogni città d’Italia il costo è quello di una telefonata urbana. Tra i compiti di questo call center c'è anche quello di rispondere sui servizi del ministero e sulle competenze in generale del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (anche se pare non possa entrare nel merito delle vicende, che peccato).
Infine, ci sono due indirizzi di posta elettronica cui fare riferimento: callcenter@giustizia.it e centrocifra.gabinetto@giustiziacert.it. Chissà se servono a qualcosa.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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