91 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Voragine al rione Sanità, il Comune vieta il rientro alle famiglie sgomberate dalle case

Il Comune di Napoli diffida le 20 famiglie sgomberate da vicoletto San Marco a Miradois dopo la voragine apertasi il 14 maggio scorso a non rientrare fino alla presentazione del certificato di eliminato pericolo: “A rischio la pubblica incolumità”. Interdetti i due immobili adiacenti. Per il Comune si tratta di un atto dovuto, ci sarà poi un tavolo tecnico per i lavori. Domani le famiglie convocate in Municipio.
A cura di Pierluigi Frattasi
91 CONDIVISIONI
Immagine

Non potranno rientrare nei propri appartamenti le 20 famiglie sgomberate dal palazzo di vicoletto San Marco a Miradois fino al termine degli accertamenti sulla stabilità dei palazzi colpiti dalla voragine, tramite tecnici abilitati, e dei lavori di messa in sicurezza degli stabili. A 10 giorni dal crollo che ha creato uno sprofondamento di oltre 25 metri quadrati nel cuore del Rione Sanità, arriva la diffida del Comune di Napoli ai residenti, agli amministratori di condominio e al garage che occupa la cavità nel sottosuolo. Dovranno essere proprio gli abitanti sfollati dai due palazzi a rischio crollo a farsi carico, infatti, secondo Palazzo San Giacomo, del certificato di eliminato pericolo. Il tutto mentre sulla vicenda è aperta un’inchiesta della Procura di Napoli per disastro e si mira ad accertare se il cedimento possa essere legato a presunti lavori nel sottosuolo da parte di un garage vicino concessionario di una cavità di proprietà del Comune. Per il Comune, però, le diffide sono un atto dovuto. Le diffide, spiegano fonti comunali a Fanpage.it, per legge vanno presentate per poter avviare la procedura per rientrare nei locali e seguono le precedenti diffide dei vigili del fuoco. Il Comune quindi assicura che sui lavori da farsi ci sarà poi un apposito tavolo tecnico.

Gli sfollati convocati in Municipio

Le oltre 20 ordinanze, firmate dal sindaco Luigi De Magistris, sono state pubblicate oggi, 25 maggio 2021. I residenti, intanto, domani sono stati convocati in Municipio. Era la sera di venerdì 14 maggio scorso quando si è aperta la voragine nella zona di Miradois. A sprofondare un giardino privato che si trova tra vicoletto San Marco a Miradois e via Salita della Riccia, a Capodimonte. Una voragine, hanno accertato i tecnici dopo il sopralluogo, di circa 20 metri per 25 e 20 metri di profondità. Il terreno è franato in una sottostante cavità adibita a garage alla quale si accede da vico Centogradi. Il rischio, però, scrive il Comune nelle ordinanze, è che “vista l’estensione della voragine, la stessa potrebbe provocare dissesti anche allo stesso fabbricato multipiano di vicoletto San Marco a Miradois” e all’altro in Salita Riccia.

Il 15 maggio scorso erano già arrivate le diffide del Comando provinciale del Vigili del Fuoco di Napoli e del Servizio Protezione Civile, mentre è stata informata anche la Prefettura. “Allo stato – scrive il Municipio – i dissesti rilevati costituiscono potenziali pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e, pertanto, l’urgenza di provvedere a eseguire i relativi accertamenti con le eventuali opere provvisionali di messa in sicurezza al fine di eliminare ogni pericolo per la tutela di incolumità delle persone e integrità dei beni”.

Interdetti palazzi e giardino

Sempre alle 20 famiglie, secondo le diffide, spetterà l'onere di non far accedere estranei nei fabbricati interdetti – e sequestrati dalla Procura – e nelle aree di pertinenza e quelle esposte a rischio antistanti il medesimo giardino interessato dalla voragine. Il Comune infatti ha ordinato "a scopo cautelativo di sgomberare “ad horas” unitamente al proprio nucleo familiare la unità immobiliare fino all’esecuzione dei relativi accertamenti tecnici anche con riferimento agli eventuali quadri fessurativi e, se previste, delle necessarie opere di messa in sicurezza dei luoghi, nonché di quanto ritenuto necessario per rimuovere lo stato di pericolo al fine di garantire l'incolumità delle persone e l'integrità dei beni".

I destinatari delle diffide poi, ultimate le opere di assicurazione o gli accertamenti, dovranno presentare al Servizio Sicurezza Abitativa del Comune il relativo certificato di regolare esecuzione dei lavori di eliminato pericolo (Modello CEP), a firma di tecnico abilitato, dal quale deve risultare che a seguito degli accertamenti effettuati e degli interventi eseguiti è stato eliminato ogni pericolo per la tutela di incolumità delle persone e integrità dei beni specificando se le zone interdette e/o sgomberate possono essere praticate oppure se persistono limitazioni alla praticabilità”.

L'accesso alle aree interdette sarà consentito esclusivamente ai tecnici abilitati e alle ditte incaricate per l’effettuazione del ripristino delle condizioni di sicurezza e gli stessi sono tenuti preventivamente a richiedere alla competente Autorità Giudiziaria l’eventuale rimozione temporanea dei sigilli finalizzata all’esecuzione degli accertamenti con le opere di messa in sicurezza. In caso di inottemperanza sarà inoltrata denuncia all’Autorità Giudiziaria. Infine, “per l’esecuzione delle opere definitive di sistemazione dell'immobile si dovrà acquisire idoneo titolo edilizio, nonché i relativi atti di assenso rilasciati dagli enti competenti”. Ai residenti viene comunicato anche che "va regolarizzata presso il servizio competente l’eventuale occupazione di suolo pubblico interessato dall’interdizione delle aree e/o dall’installazione di opere di messa in sicurezza ai sensi del vigente Regolamento COSAP".

(articolo aggiornato alle ore 12,00 del 26/05/2021)

91 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views