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Omicidio Rosa Gigante, mamma di Donato De Caprio

Uccisa la madre di Donato De Caprio, nuovo sopralluogo: rilievi in casa della vicina e nel palazzo

Nuovi rilievi a Pianura per l’omicidio di Rosa Gigante, madre del tiktoker Donato De Caprio; la Polizia nel palazzo e in casa della vicina, Stefania Russolillo.
A cura di Nico Falco
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La Scientifica in via Sant'Aniello a Pianura
La Scientifica in via Sant'Aniello a Pianura
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La casa di Rosa Gigante e quella di Stefania Russolillo, le parti comuni dell'edificio dove si trovano i due appartamenti e anche le immediate adiacenze del palazzo: una scena del crimine "estesa", quella di via Sant'Aniello a Pianura, Napoli Ovest, dove questa mattina sono tornati gli specialisti della sezione Rilievi della Polizia per nuovi rilievi volti a fare chiarezza sull'omicidio della 73enne, madre del salumiere e tiktoker Donato De Caprio. Le indagini sono affidate alla Squadra Mobile della Questura, dirigente Alfredo Fabbrocini, l'inchiesta è nelle mani del pm Maurizio De Marco della Procura di Napoli.

Per l'omicidio è stata sottoposta a fermo, ed è attualmente nel carcere femminile di Pozzuoli, la 47enne vicina di casa: la donna avrebbe detto al compagno di avere ucciso la vittima, salvo poi ritrattare all'arrivo dei poliziotti, chiamati dall'uomo, e trincerarsi dietro una serie di "non ricordo". L'udienza di convalida del provvedimento è stata fissata per domani, 21 aprile.

Il corpo di Rosa Gigante è stato trovato supino nella sua abitazione il 18 aprile, sarebbe stata uccisa intorno alle 12. Una ferita alla testa e, intorno al collo, il tubo di un aerosol: si tratta probabilmente dell'arma del delitto. I vestiti della donna erano parzialmente bruciati e sul corpo c'erano bruciature alle mani e all'addome; segno, ritengono gli inquirenti, di un tentativo di incendiare il corpo, probabilmente con del liquido infiammabile.

Stefania Russolillo e Donato De Caprio
Stefania Russolillo e Donato De Caprio

Stefania Russolillo, che risulta affetta da disturbi ansioso-depressivi per i quali è già in cura da tempo al Policlinico,  sostiene di non ricordare nulla. Nel lungo interrogatorio ha dichiarato di avere raggiunto l'abitazione di Rosa Gigante, distante dalla sua soltanto una rampa di scale, e di avere litigato con l'anziana, che l'accusava di averle sottratto della posta.

Dice di averla spintonata. Segni di quel litigio sono stati poi refertati: la 47enne ha dei graffi sul volto. La sua memoria salterebbe però alle fasi successive all'omicidio, quando era già sulle scale: non sarebbe in grado di dire cosa sia accaduto nell'abitazione, avrebbe dimenticato anche quell'ammissione fatta al compagno e che aveva spinto l'uomo a chiamare la Polizia.

Il percorso dell'accusata è stato ricostruito sulla scorta delle dichiarazioni della donna e del racconto di alcuni vicini di casa, anche da qui il motivo dei nuovi rilievi: le aree dove la donna potrebbe essere passata sono state nuovamente ispezionate, alla ricerca di oggetti che potrebbero avere causato la ferita al capo della donna e che potrebbero essere stati poi gettati, nell'ipotesi che la ferita sia stata inferta e che non sia stata invece causata dall'impatto al suolo dopo la caduta.

Si cerca di capire anche dove si trovasse in quei momenti il compagno e se la donna fosse da sola o, come sostenuto dall'avvocato della famiglia De Caprio sulla scorta di una testimonianza, fosse invece in compagnia di un'altra persona che potrebbe averla aiutata.

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