Tina Sgarbini strangolata in casa, il biglietto del compagno: “Ho fatto una cavolata”. L’uomo in carcere

"Ho fatto una cavolata": una frase scritta su un biglietto, che Christian Persico, 36 anni, compagno di Tina Sgarbini, avrebbe lasciato in casa dei suoi genitori prima di scomparire. Sarebbe stato questo messaggio a mettere in allarme i familiari, che avrebbero quindi avvisato i carabinieri. Poco dopo, il ritrovamento del corpo della 47enne, nella sua abitazione: sarebbe stata strangolata. Persico è stato rintracciato in serata e condotto in caserma; nella notte è stato emesso il fermo e il 36enne è stato condotto in carcere.
Tina Sgarbini uccisa in casa a Montecorvino Rovella
Sull'accaduto indagano i carabinieri. Il corpo di Assunta Sgarbini, detta Tina, è stato rinvenuto nell'abitazione in cui la donna viveva con Persico, a Montecorvino Rovella, in provincia di Salerno; inutili i soccorsi, all'arrivo dei militari dell'Arma era già senza vita. La probabile causa del decesso è lo strangolamento, anche se questo aspetto dovrà essere confermato con l'autopsia. Sulla vicenda gli inquirenti mantengono, per il momento, il massimo riserbo; l'ipotesi è che la donna sia stata uccisa durante una lite, forse legata alla fine della loro relazione, cominciata nel 2016.
Il padre della 47enne, Antonio Sgarbini, ha raccontato al Tg1 che la figlia aveva cacciato di casa Persico: "Lei l'ha cacciato fuori secondo me perché non lavorava, si presentava a casa faceva tutti i comodi suoi. Mia figlia a un certo momento dice ‘tu te ne devi andare da qua' e l'avrebbe cacciato pure, purtroppo non si può tenere una persona che non serve in casa".
Il compagno Christian Persico in carcere
Persico, che dopo avere lasciato il messaggio ai genitori si era reso irreperibile, è stato rintracciato intorno alle 20 di ieri, 24 agosto, mentre sulle sue tracce c'erano carabinieri e altre forze di polizia. Era in zona San Pietro, nelle vicinanze dell'abitazione, lo stesso luogo dove una telecamera di sorveglianza lo aveva ripreso alle 4 del mattino. L'uomo, notato da un cittadino che lo ha riconosciuto e ha allertato le forze dell'ordine, non ha opposto resistenza. È stato ammanettato e portato in caserma, dove è stato a lungo interrogato; nella notte è arrivato il provvedimento di fermo, con conseguente trasferimento in carcere.
Il 36enne in silenzio durante l'interrogatorio
Nel corso dell'interrogatorio, Christian Persico si è avvalso della facoltà di non rispondere, limitandosi a declinare le proprie generalità. Lo ha confermato all'Ansa l'avvocato Michele Gallo, che ha incontrato l'uomo ieri sera nella caserma di Battipaglia prima che venisse ascoltato. "Mi è parso tranquillo e abbastanza lucido – ha detto il legale – gli ho spiegato quali sono i suoi diritti e facoltà com'è giusto che un difensore faccia. Poi vedremo come si evolverà la situazione". In merito al dettaglio del biglietto, Gallo sostiene di avere saputo della circostanza ma di non avere una conferma sul fatto che esista o meno e su quale sia il contenuto.