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Stefano D’Orazio, il Pooh cantò un atto d’amore: “Napoli per noi”

Stefano d’Orazio, lo storico batterista dei Pooh deceduto per Covid il 6 novembre, è stato l’autore di “Napoli per noi”, pubblicata nel 1990, insieme a Red Canzian. La canzone è una dichiarazione d’amore per la città, che descrive come vittima di pregiudizi ma, nonostante i mille problemi, ancora piena di speranza e voglia di rivalsa.
A cura di Nico Falco
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Era il marzo 1990, i Pooh avevano da pochi giorni portato a Sanremo quello che sarebbe diventato uno dei loro più grandi successi, "Uomini soli", Roby Facchinetti e il suo "Dio delle città" avevano fatto vibrare prima l'Ariston e poi le radio degli italiani. A Napoli i cuori sobbalzavano ancora seguendo le follie di Diego Armando Maradona, trascinatore di una squadra che di lì a poche settimane avrebbe regalato il secondo scudetto. In questo contesto arrivò "Napoli per noi", dichiarazione d'amore per quella città perennemente in bilico, che "canta e non s'arrende, si lecca le ferite e si reinventa sempre, stesa su un vulcano spento, mezzo addormentato, che gioca con la vita e vince il campionato".

La canzone, oltre alla firma di Red Canzian, porta quella di Stefano d'Orazio, lo storico batterista dei Pooh (ma anche paroliere, cantante e persino regista) che è deceduto ieri, 6 novembre, strappato via dalla Covid che ha peggiorato uno stato di salute già compromesso. In quel testo, che subito raccolse il favore del pubblico, un ritratto di Napoli a 360 gradi: partendo dai pregiudizi e dai luoghi comuni ("è solo una città di scugnizzi, pizza e mare, o di notizie nere da telegiornale"), si fa riferimento alle condizioni che hanno portato ai mille, reali problemi di Napoli ("è la città tradita che sa perdonare, grande luna park dell'America invadente e figlia senza amore di un'Italia assente").

Con quella canzone i Pooh che l'hanno interpretata e Canzian e d'Orazio che l'hanno scritta hanno raccontato gioie e dolori, ma soprattutto la voglia di rivalsa e l'eterna speranza dei Napoletani, "che arrivano alla sera faticando e improvvisando, che Napoli non è soltanto contrabbando". E l'affetto è evidente anche nell'ultima strofa: "Napoli per noi che ci stupisce, che non ne siamo figli ma ci riconosce. Quando la tocchiamo ci regala un'emozione, che non puoi fare a meno di volerle bene".

"Napoli per noi", la dichiarazione d'amore dei Pooh per la città

Di seguito, il testo completo della canzone "Napoli per noi" (Uomini soli, 1990)

Napoli per noi
gente distratta,
con gli occhi sempre accesi sul televisore,
è solo una città di scugnizzi pizza e mare,
o di notizie nere da telegiornale

Napoli però
è un'altra cosa,
è la città tradita che sa perdonare,
grande luna park dell'America invadente,
e figlia senza amore di un'Italia assente.

Ma guarda Napoli e poi muori,
Napoli a colori,
gente cielo e mare,
con in mano il cuore.
Guarda Napoli che aspetta,
la città promessa,
con l'eterna attesa,
ma la speranza sempre accesa

Napoli di pane sempre amaro,
Napoli di giorni appesi al cielo.
Napoli che canta e non s'arrende

si lecca le ferite e si reinventa sempre,
stesa su un vulcano solo mezzo addormentato,
che gioca con la vita e vince il campionato.
Napoli città di terni al lotto,
di gente che ogni giorno è sempre una scommessa,
che arrivano alla sera faticando e improvvisando
che Napoli non è soltanto contrabbando,
e guarda Napoli ferita,
Napoli proibita,nuda o travestita,
presa o abbandonata,
guarda Napoli futura,
bianca di paura,
con la gente vera,
che ancora sogna e ancora spera

Napoli spogliata fino al mare.
Ma Napoli che sa ricominciare
Napoli per noi che ci stupisce,
che non ne siamo figli ma ci riconosce,
quando la tocchiamo ci regala un'emozione,
che non puoi fare a meno di volerle bene

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