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Opinioni

Starbucks a Napoli? 6 motivi per cui sarà molto dura

Tanti italiani attendono la prima apertura italiana di Starbucks, catena di caffè amatissima all’estero e che dopo anni di attesa approda a Milano. Ma a Napoli, regno della ‘tazzulella’ per eccellenza, la multinazionale rischierebbe di non decollare mai. Ecco alcuni validi motivi a sostegno di questa tesi.
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Del caffè napoletano sappiamo di tutto e di più. Quando un napoletano, soprattutto i più giovani, si reca all'estero, da Londra a Parigi, da Berlino a Dublino, torna a casa con una domanda: "Perché Starbucks a Napoli non c'è?" Domanda cui molti hanno provato a dare risposta nel corso degli anni.  Forse a causa dei prezzi che sarebbero molto più alti rispetto ai bar italiani, forse a causa del diverso approccio tra il bar all'italiana e il caffè all'americana, forse per paura che i prodotti Starbucks non siano graditi. Ora che però dopo anni di bufale l'attesa è finita e Starbucks ha aperto a Milano, ci sono almeno 5 motivi per cui per l'impero del Frappuccino sarà molto difficile conquistare Napoli. Difficile, eh. Ma non impossibile: a Napoli del resto, già da tempo ci sono ‘cloni' di Starbucks come Cup Cap's di fronte al Teatro San Carlo, cloni che stanno avendo un discreto riscontro.

#1. Il caffè a Napoli è una religione

Il caffè di Starbucks per un napoletano è una cosa da bere in viaggio giusto per entrare nella più celebre delle multinazionali dei bar e ordinare un Iced Coffee, un Pike Place Roast. Un elemento esotico, una sorta di souvenir gastronomico. Ma vedere un napoletano che quotidianamente ordina un Frappuccino, beh, è davvero improbabile.

#2. Pagare il caffè più di 1 euro è un affronto

La tazzulella di caffè a Napoli costa dai 90 centesimi in su, fino a un massimo di 1 euro e 20. Oltre questa cifra a Napoli è considerato furto senza pistola. Starbucks ha un menù fornitissimo ma piuttosto caro per la media napoletana.

#3. La velocità è tutto

Siete mai stati da Starbucks? Fai la fila, paga, aspetta che qualcuno dei ragazzi che ci lavorano scriva sulla tazza di carta il tuo nome (sbagliandolo sempre) e poi finalmente bevi. A Napoli il tempo tra l'ingresso in un bar e l'arrivo del caffè dev'essere velocissimo altrimenti fioccano le lamentele.

#4. Starbucks non ha il bancone del bar

Da Starbucks hai due opzioni: ordinare, prendere quel che hai ordinato e sederti o ordinare, prendere quel che hai ordinato e uscire. Non esiste la via di mezzo: il bancone del bar, dove a Napoli si intavolano discussioni epiche il lunedì mattina sul calcio e sul resto del mondo.

#5. Starbucks non ha ‘o guaglione del bar

Farà anche le ordinazioni , ma Starbucks non ha il guaglione del bar, a metà fra un factotum e un fulmine. Rapido nel portare il caffè dopo pranzo, ancor più rapido nel fare altro tipo prendere il giornale, giocaare la bolletta, comprare le sigarette. Insostituibile.

#6. Le torte? Ok. Ma ce l'hai il biscotto all'amarena e la pastiera?

Starbucks è il regno della cheesecake e della carrot cake, due capolavori (fra l'altro costosissimi…). Ma il biscotto all'amarena e la pastiera ci stanno? Negativo.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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