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San Carlo di Napoli: storia del teatro più antico d’Europa

È nato il 4 Novembre 1737: ha oltre duecentottant’anni ma se li porta magnificamente, è sopravvissuto a incendi e guerre, fu voluto da Carlo III di Borbone e fu inaugurato il giorno del suo onomastico. Il teatro San Carlo, orgoglio partenopeo, continua a incantare il pubblico di spettatori e ad attrarre i massimi esponenti della lirica e del balletto: ecco tutto quello che si deve sapere sulla sua storia.
A cura di Redazione Napoli
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Che sia il teatro più antico di Europa è cosa nota, che si trovi a Napoli altrettanto, che Stendhal lo descrisse così: "Gli occhi sono abbagliati, l'anima rapita. Non c'è nulla, in tutta Europa, che non dico si avvicini a questo teatro, ma ne dia la più pallida idea", è stato forse già scritto. Ma nessuno ha mai ancora trovato parole esaurienti per descrivere la bellezza e la magnificenza di quello che fu il Teatro San Carlo, simbolo di una Napoli che rimarcava il suo status di grande capitale europea e che tutt'oggi mantiene un fascino senza eguali. D'altra parte, non è un caso che il teatro porti proprio il nome a Carlo III di Borbone che desiderava per la sua città un luogo che rappresentasse le arti.

Così come non è un caso che per l'edificazione del teatro fosse scelta Piazza del Plebiscito, luogo simbolo della città, adiacente a Palazzo Reale da cui il sovrano attraverso una porta aveva accesso diretto al palco reale, evitando così di uscire per strada. Insomma tante sono le cose che ancora forse non sapete sul San Carlo, dove tra gli altri si sono esibiti Pavarotti, Verdi, Puccini Paganini e Carla Fracci. Qui di seguito proviamo a svelare qualche curiosità sul teatro, partendo proprio dalla sua nascita.

La nascita del Teatro San Carlo

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Ben prima della Fenice di Venezia e della Scala di Milano, il Teatro San Carlo è stato costruito nel 1737, per volontà del Re Carlo III di Borbone. Il progetto fu affidato all'architetto Giovanni Antonio Medrano, Colonnello Brigadiere spagnolo di stanza a Napoli, e ad Angelo Carasale, il quale completa la “real fabrica” in circa otto mesi con una spesa di 75 mila ducati. Ed è proprio in onore del sovrano borbonico che avviene l'inaugurazione la sera del 4 novembre, giorno dell'onomastico del sovrano, con l'Achille in Sciro di Pietro Metastasio.

L'incendio del 1816 e la ricostruzione

Nella notte del 13 febbraio del 1816 un incendio devasta l'edificio del Massimo napoletano. Rimangono intatti soltanto i muri perimetrali e il corpo aggiunto. La ricostruzione, compiuta nell’arco di nove mesi, è diretta da Antonio Niccolini, che ripropone a grandi linee la sala del 1812. L’architetto toscano ne conserva, infatti, l'impianto a ferro di cavallo e la configurazione del boccascena. Il Massimo viene ricostruito e inaugurato nuovamente il 12 gennaio 1817.

Lo scrittore Stendhal, che prende parte all'inaugurazione scrive:

Non c'è nulla, in tutta Europa, che non dico si avvicini a questo teatro ma ne dia la più pallida idea. Questa sala, ricostruita in trecento giorni, è un colpo di Stato. Essa garantisce al re, meglio della legge più perfetta, il favore popolare… Chi volesse farsi lapidare, non avrebbe che da trovarvi un difetto. Appena parlate di Ferdinando, vi dicono: ‘ha ricostruito il San Carlo!'

Specchio specchio delle mie brame…

Interno del Teatro San Carlo

"Specchio, specchio delle mie brame, chi è il più bravo del Reame?". Beh, per stabilire se lo spettacolo e l'artista esibitosi sul palco erano stati di gradimento e quindi degni di applausi, bisognava attendere il placito del re. Motivo per cui ogni palco del teatro ha, in una delle pareti laterali, uno specchio adeguatamente inclinato per riflettere il palco reale. Nessuno spettatore poteva applaudire o chiedere un bis prima che lo facesse il re.

Con gli occhi all'insù

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Se visitate all'interno il teatro, colti dalla magia che diffonde, prendetevi un attimo per alzare gli occhi al cielo e ammirare il magnifico soffitto con Apollo e Minerva, bellissimo e ancora esistente, dipinto da Giuseppe Cammarano. Nel 1872, su suggerimento di Giuseppe Verdi, fu costruito il golfo mistico per l'orchestra, mentre nel 1937 fu ideato il primo foyer collegato, tramite uno scalone ai giardini reali dell'adiacente palazzo.

Teatro di Napoli e Patrimonio dell'umanità

Il Teatro San Carlo di Napoli è stato inserito dall’Unesco nell’elenco dei monumenti considerati Patrimonio dell’Umanità, grazie anche all'ultimo restauro del 2010 con cui lo storico edificio ha acquisito un aspetto ancora più moderno e funzionale. La struttura può ospitare un pubblico di quasi 3000 persone, ha un palcoscenico di più di 30 metri ed è considerato dalla critica il teatro più bello del mondo.

Informazioni sulla visita al Memus

Si tratta del Museo e Archivio Storico del San Carlo. Consta di un'area espositiva di 300 mq, una galleria virtuale in 3D, una sala per eventi e un bookshop, dove è possibile acquistare prodotti realizzati ad hoc dalla sartoria del Teatro e un centro documentazione sulla storia del Massimo.
È possibile visitare il Memus nei giorni
 Lunedì, Martedì, Giovedì, Venerdì e Sabato dalle ore 10.00 alle ore 17.30 e la Domenica dalle ore 10.00 alle ore 14.30.

Contatti: sito ufficiale

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Memoria e Museo, questo l'acronimo di Memus, il museo inaugurato nel 2011, presente all'interno di Palazzo Reale, che rappresenta un vero e proprio archivio storico del teatro con una ricca documentazione, cartacea, visiva, assieme a quadri, stampe d’epoca, foto, strumenti musicali e un completo archivio musicale audio e video. Un modo per conoscere ancora più da vicino la storia del teatro.

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