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Salva-Napoli, aumenti Irpef e tasse sui biglietti a Capodichino per ripianare il debito

Finanziamenti dallo Stato con trasferimenti annuali di 150 milioni di euro, ma anche aumento delle tasse, attraverso l’istituzione di addizionali commissariali che andrebbero a gravare sulle imposte come l’Irpef e su altri tributi locali. Questa la strada indicata dal Patto per Napoli tra i leader del centrosinistra Enrico Letta (Pd), Giuseppe Conte (M5S) e  Roberto Speranza (Articolo Uno) per salvare il Comune di Napoli dallo spettro del default finanziario.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Passeggeri bloccati nelle ultime ore in aeroporto. [Foto di repertorio]

Finanziamenti dallo Stato con trasferimenti annuali di 150 milioni di euro, ma anche aumento delle tasse, attraverso l’istituzione di addizionali commissariali che andrebbero a gravare sulle imposte come l’Irpef e su altri tributi locali. Questa la strada indicata dal Patto per Napoli siglato dai leader del centrosinistra Enrico Letta (Pd), Giuseppe Conte (M5S) e  Roberto Speranza (Articolo Uno) per salvare il Comune di Napoli dallo spettro del default finanziario, ormai certo e arrivato ad un punto di non ritorno con un debito monstre di circa 3,4 miliardi di euro.

Il nuovo Salva-Napoli – chiesto a viva voce dall'ex ministro Gaetano Manfredi, in pole come candidato sindaco per il centrosinistra a Napoli – dovrebbe arrivare come emendamento al Ddl di Conversione del Dl Sostegni-bis e ricalca quanto già fatto per Roma Capitale nel 2008, con il commissariamento del debito pregresso, da ripianare attraverso un piano di rientro draconiano, mentre la gestione ordinaria del Comune potrebbe proseguire nelle mani del sindaco e del consiglio comunale eletti regolarmente. Il commissariamento del debito è infatti uno dei punti principali del patto firmato dai tre leader del centrosinistra. “Napoli – è scritto nel documento – deve diventare un laboratorio nazionale in cui sperimentare un nuovo modello di intervento e gestione del debito a favore dei Comuni capoluogo di Città Metropolitane”. Tra le altre novità c’è anche l’estensione per 3 anni (fino al 2023) del Fondo per il sostegno all’equilibrio di bilancio degli enti locali, istituito don il Dl Sostegni-bis, e il suo aumento da 500 milioni a un miliardo all’anno.

“Questo intervento – prosegue la nota – trova un precedente nella gestione commissariale del debito di Roma Capitale. Obiettivo è quello di introdurre due distinte due gestioni, tra loro separate:

una Gestione commissariale – affidata ad un Commissario di Governo – che prenderebbe in carico tutte le entrate di competenza e tutte le obbligazioni assunte ad una certa data;una Gestione ordinaria, competente per il periodo successivo alla suddetta data, ed affidata agli organi istituzionali del Comune.

Il Commissario di Governo procederebbe all'accertamento definitivo del debito del comune di Napoli, al fine di redigere, entro un certo termine, il piano di rientro delle passività pregresse del comune, aggiornato in termini di crediti certi, liquidi ed esigibili.

Dallo Stato 150 milioni di finanziamenti all’anno

Alla luce delle dimensioni del debito del comune di Napoli e delle quote da recuperare in ciascun anno – in base al PRFP e alle ulteriori misure di ripiano  – sarebbe necessario destinare al finanziamento della gestione commissariale una dotazione non inferiore a 150 milioni di euro annui.

Rincari su tasse e biglietti a Capodichino

Sulla base del modello utilizzato per il Comune di Roma – prosegue il documento -, la maggior parte di tale dotazione andrebbe garantita da un contributo annuale dello Stato; un’altra parte sarebbe invece finanziata con la istituzione di addizionali commissariali (all’IRPEF e ad altri tributi locali, inclusi i diritti di imbarco all’aeroporto di Capodichino o al Porto di Napoli).

È questa probabilmente una delle note più dolenti per i napoletani che dal 2013, ormai, cioè dall’anno nel quale il Comune è entrato ufficialmente in pre-dissesto, pagano le tasse più alte d’Italia, con le aliquote al massimo. Le addizionali commissariali andrebbero a gravare sull’addizionale Irpef e sui tributi locali, ma anche sui diritti d’imbarco all’Aeroporto di Capodichino e al Porto, con biglietti, quindi, evidentemente più cari. Per Roma Capitale, ad esempio, il Dl 78 del 2010 stabilì un aumento dell’addizionale comunale IRPEF fino a un massimo dello 0,4%, al fine di garantire la copertura degli oneri per l’attuazione del piano di rientro dall’indebitamento pregresso di Roma Capitale, portando alla fine l’addizionale comunale a Roma allo 0,9%, di cui lo 0,5% destinato alla gestione ordinaria e lo 0,4% alla gestione commissariale.

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