Rogo al campo rom di Barra, protesta dei comitati: “Aria irrespirabile e malori, fate le bonifiche”

“A Barra e in tutta l'area orientale la cittadinanza è avvelenata dai roghi nell'ex campo rom di via Mastellone. L'ultimo incendio nella notte tra lunedì 17 e martedì 18 luglio scorsi ha provocato malori tra gli abitanti. L'aria è irrespirabile. Nonostante le inchieste e i sequestri, nell'area ci sono ancora rifiuti tossici. Adesso basta, le istituzioni facciano le bonifiche”. A protestare, dopo l'ultimo rogo tossico, con esalazioni di diossine e furani oltre la norma come certificato dall'Arpac, sono i comitati e le associazioni di Napoli Est che hanno annunciato un presidio martedì mattina 25 luglio, dalle 9 alle 13, presso la sede della VI Municipalità, in via Atripaldi, per chiedere l'immediata bonifica dei suoli e avanzata una richiesta di incontro con il sindaco Gaetano Manfredi.
Il rogo dell'ex campo rom ha provocato inquinamento
Il tema dei roghi nell'ex campo rom di via Mastellone è stato oggi al centro di una riunione della Commissione comunale Ambiente, presieduta da Carlo Migliaccio, assieme all'assessore Vincenzo Santagada. Il presidente Migliaccio ha chiesto all'Amministrazione di intervenire rapidamente per garantire vigilanza e sicurezza, in modo da evitare nuovi roghi, e quindi procedere, dopo la rimozione dei rifiuti, alla bonifica.
L'incendio, hanno spiegato i tecnici di ARPA Campania presentando i dati delle rilevazioni effettuate finora, ha causato per alcune ore degli aumenti significativi nella concentrazione oraria delle polveri e, dove rilevato, del benzene. Per quanto riguarda le diossine il primo campionamento effettuato nelle prime 24 ore ha mostrato una concentrazione di diossine e furani superiore al valore di riferimento. La situazione tuttavia è in fase di normalizzazione.
Santagada: “Servono 4,5 milioni per le bonifiche”
L'assessore all'Ambiente, Vincenzo Santagada, ha spiegato:
L'Amministrazione ha già chiesto ad Asìa di aggiornare il preventivo per la rimozione dei rifiuti presenti nell'area. Solo successivamente si potrà poi procedere alla bonifica. Il precedente preventivo di Asìa, di maggio 2023, ammontava a 4,5 milioni ma la regione Campania non è riuscita a dar seguito alla richiesta di finanziamento del Servizio Igiene del Comune.
Santagada ha poi evidenziato:
i rischi per la sicurezza di una eventuale chiusura dell'area, che renderebbe più difficile l'accesso ai mezzi dei vigili del fuoco in caso di nuovo rogo. Auspicabile invece l'installazione delle telecamere e di un presidio fisso dell'esercito.
La proposta: “Installare le telecamere”
Quali potrebbero essere, allora, le possibili soluzioni? Per Massimo Cilenti (Napoli Libera), "quattro sono gli interventi necessari: la chiusura dell'accesso all'area, di proprietà comunale, continuamente colpita da incendi; il coinvolgimento dell'aeronautica militare per il controllo giornaliero, sul modello già usato per la terra dei fuochi; l'installazione di telecamere contro gli sversamenti illegali di rifiuti; l'installazione di una postazione fissa di ARPA per il monitoraggio continuo dei livelli di inquinanti nella zona. Opportuno in ogni caso che si intervenga velocemente, anche prevedendo fondi nel prossimo riequilibrio di bilancio".
La protesta dei comitati
Intanto, i comitati di quartiere sono sul piede di guerra. Tra i comitati che stanno protestando ci sono Rete stop Gnl, Comitato Cittadini di BARRA, comitato per la bonifica ex campo rom di via Mastellone, medicina democratica Napoli, consulta popolare per la salute la sanità della città di Napoli, Isde Italia Associazione medici per l’ambiente, associazione resistenza, associazione casamatta, comitato popolare zona est Napoli, Acli ABC Napoli orientale.
“L’ultimo incendio – scrivono – ha provocato una nube tossica densa e asfissiante. Molti cittadini hanno dovuto ricorrere alle cure mediche, altri ancora hanno dovuto lasciare le loro case. L’incendio si è protratto per diversi giorni, ancora giovedì 20 luglio si avvertivano i miasmi provocati dalla nube tossica. I residui della combustione continueranno per un lunghissimo tempo ad avvelenare ambiente. Negli anni scorsi, più volte nello stesso spazio sono stati segnalati roghe soffocanti.
Nel campo, nel mese di agosto 2021 si sprigionò un incendio di vaste proporzioni, per questo fu chiuso e posto sotto sequestro. Ciò nonostante, successivamente sono stati segnalati altri roghi di minore entità ma ugualmente insopportabili. Si è così giunti all’ultimo gravissimo episodio. L’area è in larga parte di proprietà del Comune di Napoli, che deve provvedere a bonificare i suoli disseminati di rifiuti pericolosi e restituire lo spazio ad un uso sociale. Deve inoltre provvedere a vigilare l’area divenuta un pericolo grave per la pubblica incolumità”.