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“Reddito di cittadinanza, così scopriamo chi prende l’assegno senza averne diritto”

I controlli sui percettori del Reddito di cittadinanza, al fine di scovare chi indebitamente ha ottenuto il sussidio, viene effettuato incrociando i dati delle Procure con quelli dell’Inps e quelli dell’ispettorato del lavoro. Lo spiega a Fanpage.it il comandante dei carabinieri Enrico Scandone, alla guida del Comando Provinciale di Napoli.
Intervista a Enrico Scandone
Comandante carabinieri Comando Provinciale di Napoli
A cura di Nico Falco
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Solo tra Napoli e provincia sono 2.441 le persone che si sono viste revocare il reddito di cittadinanza dopo i controlli dei carabinieri: le verifiche incrociate dei militari hanno fatto emergere un sottobosco di "smemorati" che dimenticavano di avere un parente boss di camorra, gregari, truffatori, finti separati e persino un falso straniero, che si fingeva bulgaro (con tanto di sceneggiata nell'ufficio postale) per tentare di incassare il sussidio. Se per ottenere il beneficio basta solo una certificazione, il lavoro di "smascheramento" di chi ne approfitta è ben più certosino. Lo illustra a Fanpage.it il comandante Enrico Scandone, dai primi di agosto alla guida del Comando Provinciale di Napoli.

Comandante, come funzionano i controlli sul reddito di cittadinanza?

Un database unico non c'è e sarebbe difficile crearlo. Quindi incrociamo i dati dei percettori, forniti dall'Inps, con quelli delle banche dati a cui può accedere il nostro ispettorato del lavoro e con quelli delle Procure relativi alle persone destinatarie di provvedimenti di custodia cautelare o responsabili di quei reati per i quali non è possibile percepire il reddito.

Una volta trovata la corrispondenza, e quindi individuata la persona che sta indebitamente percependo il sussidio, si verifica quando è stata presentata l'istanza, se al momento della presentazione era già destinataria di misura cautelare, parte la denuncia e il sussidio viene revocato.

I controlli vengono fatti solo nell'ambito di servizio specifici?

Sono verifiche mirate che vengono fatte sempre, anche durante le operazioni ordinarie, quando troviamo lavoratori in nero in attività commerciali e fabbriche, oppure quando arrestiamo qualcuno: tra le persone a cui è stato revocato il reddito in questi mesi ci sono anche rapinatori e contrabbandieri di sigarette. Infine, è importante la conoscenza diretta del territorio: grazie a quella i militari possono notare anomalie, come persone dello stesso nucleo familiare che dichiarano residenze diverse come se fossero nuclei separati.

Quali situazioni avete riscontrato più di frequente?

Solitamente si tratta di omissioni, che possono essere di diverso tipo. Persone che tacevano sulle condanne dei propri familiari, talvolta condannati anche per reati di camorra, ma anche stranieri che mentivano sulla data di arrivo in Italia, dichiarando di essere presenti sul territorio italiano da 10 anni quando, invece, erano qui da un paio di anni. La fantasia non ha limiti.

Avete individuato uno schema dietro l'elargizione del reddito, come poteva essere quello delle falsi pensioni di invalidità collegato al clan Elia?

È presto per fare ipotesi del genere. Di sicuro ora abbiamo una base di dati da analizzare e verificare, per capire se c'è qualcosa che va oltre la dichiarazione mendace del singolo. Ora siamo nella fase in cui dobbiamo processare tutti i dati, poi si andrà a verificare dove sono state presentate le istanze, chi lo ha fatto e se ci sono dei collegamenti.

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