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Perché a Napoli a chi ha la faccia tosta è concesso tutto?

La politica di centrosinistra che un anno fa aveva promesso a Napoli un nuovo decoro e nuove regole dopo dieci anni di ammuina, dove si è andata a nascondere?
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In linea di massima non ho nulla in contrario alle pacchianate di Rita De Crescenzo: se c'è gente cui piace questa roba non è un mio problema.

Lo è però se questo epifenomeno di TikTok blocca una strada pubblica per una inaugurazione di un esercizio commerciale, inaugurazione che determina caos in strada e insudiciaménto della stessa e tutto ciò avviene senza che nessuno batta ciglio.

Se qualcuno di noi poveri fessi avesse avuto l'idea della De Crescenzo, ovvero organizzare un festone in strada o ricoprirla di lustrini (come video rilanciati dal consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli mostrano senza timore di smentita) ci saremmo trovati qualsiasi sigla di forze dell'ordine contro a impedirlo: carabinieri, polizia, finanza, vigili urbani. In questo caso sono arrivati, sì, ma dopo.

Perché a Napoli se hai la faccia tosta ti è concesso di tutto? Perché il sindaco Gaetano Manfredi, che è qui da ormai un anno e su questo di risposte ne ha date poche non prende una chiara e pubblica posizione? Troppo volgare parlarne? E non fa niente,  l'aplomb da professore universitario a Napoli non serve, non è utile, nunn è cosa.

Quando è necessario serve mostrare presenza. E alzare pure la voce.

Altro esempio: Gennaro Esposito è il consigliere comunale che a Napoli conduce la battaglia del quieto vivere. Ovvero denuncia giorno per giorno il disturbo della quiete pubblica da parte di certi (non tutti!) baretti, pub e ristorantini che nel centro storico, ai Quartieri Spagnoli, a Chiaia (ma ormai pure al Vomero e Fuorigrotta) se ne fregano delle regole e tolgono salute e sonno alle famiglie, andando avanti fino a notte. È lasciato pressoché solo in questa battaglia.

Così come Borrelli anche Esposito ha solo la forza dei suoi canali social, di chi lo segue e degli atti amministrativi che può svolgere grazie al ruolo consiliare. Entrambi però spesso si trovano contro montagne d'insulti soltanto per aver chiesto decoro urbano e dignità.

Ma non sarebbe il caso di far sentire meno sole le persone che conducono queste battaglie?

La politica di centrosinistra che un anno fa aveva promesso a Napoli un nuovo decoro e nuove regole dopo dieci anni di ammuina, dove si è andata a nascondere?

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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