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Pasquale Zagaria lascia il carcere: tranne il superboss Michele tutti liberi i vertici del clan

Pasquale Zagaria, fratello del superboss Michele e lui stesso boss, è stato scarcerato: col ricalcolo della pena la sua condanna risulta già interamente scontata da ottobre 2020. Attualmente, ad eccezione di Michele, sono tutti liberi i parenti di Zagaria coinvolti in buona parte delle inchieste antimafia su camorra e affari.
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Pasquale Zagaria e il fratello, il superboss Michele
Pasquale Zagaria e il fratello, il superboss Michele

Ricordate Pasquale Zagaria, camorrista e imprenditore, fratello di capoclan e capoclan lui stesso? Dieci mesi fa fu la pietra dello scandalo: liberato durante l’emergenza Covid per motivi di salute, tennero banco – lui, la scarcerazione e la sua carriera criminale – in tv e sulle pagine dei giornali. E fu a causa sua che il capo del Dap dell’epoca, Francesco Basentini, lasciò l’incarico. Malato di cancro, ottenne i domiciliari a tempo, per cinque mesi. A settembre di nuovo in cella, al 41 bis, con fine pena fissato alla fine del 2022. La Cassazione ha deciso, invece, che avrebbe dovuto essere scarcerato a ottobre dell’anno scorso: non per malattia ma per fine pena. È ritornato in libertà oggi, dopo quasi diciassette anni di detenzione effettivamente scontati, buona parte dei quali in isolamento.

Michele Zagaria arrestato dopo 16 anni di latitanza
Michele Zagaria arrestato dopo 16 anni di latitanza

Il provvedimento porta la firma del gip di Napoli, Antonio Baldassarre, al quale la Corte di Cassazione aveva trasmesso il fascicolo con l’indicazione della rideterminazione della pena complessiva. Il 12 novembre scorso, infatti, la V sezione penale della Corte di legittimità (presidente Maria Vessichelli, relatore Elisabetta Maria Morosini) aveva accolto il ricorso straordinario presentato dagli avvocati Andrea Imperato e Angelo Raucci, ordinando al Tribunale di Napoli di correggere l’errore di calcolo nel cumulo delle pene inflitte nei vari processi ai quali Pasquale Zagaria è stato sottoposto a partire dal 2000. Quindi, la nuova decisione con la liberazione immediata e senza ulteriori obblighi, avendo peraltro Zagaria scontato quattro mesi in più del dovuto.

Pasquale Zagaria, fratello di Michele, capo del cartello dei Casalesi arrestato nella sua Casapesenna il 7 dicembre del 2011 dopo sedici anni di latitanza, è stato il protagonista delle vicende criminali più inquietanti degli ultimi trent’anni in provincia di Caserta. Sessantuno anni appena compiuti, imprenditore del movimento terra, nel 1996 era stato coinvolto (e condannato in via definitiva) nell’inchiesta sulle infiltrazioni camorristiche nei lavori dell’alta velocità, affare che fu disvelato grazie a un ufficiale del Ros che agiva nella veste di infiltrato.

L'arresto di Elvira Zagaria
L'arresto di Elvira Zagaria

Fu durante quell’indagine che Zagaria, sospettando che il suo interlocutore fosse un investigatore, chiese e ottenne – quale prova della sua appartenenza, invece, a una cordata di imprenditori – duecento milioni di lire, denaro che trattenne per sé e che restituì solo in parte all’esito del processo. Tornato in libertà, decise di trasferire al Nord – tra Milano e Parma – i suoi interessi finanziari, senza tralasciare comunque i rapporti con la Regione Campania e gli appalti per la ferrovia alifana. A giugno del 2006 la nuova ordinanza cautelare, eseguita un anno dopo, nel 2007, quando si costituì in carcere. Da allora, tranne la breve parentesi dell’anno scorso, non è più uscito. Durante la detenzione è stato coinvolto nelle indagini sui grandi affari del clan: dalla gestione dell’emergenza rifiuti (processo in cui però è stato assolto in appello) alla costruzione del più grande centro commerciale del Centro-Sud, il “Campania”.

A eccezione di Michele, condannato all’ergastolo e detenuto al 41 bis, i suoi fratelli, sorelle, cognati e nipoti coinvolti negli ultimi quindici anni in buona parte delle inchieste antimafia su camorra e affari, sono tutti liberi, in prevalenza per fine pena: Carmine, Antonio, Elvira, Beatrice, Raffaele e Filippo Capaldo. La moglie e i figli vivono a Pontevico, in provincia di Brescia, dove lo scorso anno trascorse i periodo di detenzione domiciliare e dove, verosimilmente, dovrebbe andare a vivere.

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Rosaria Capacchione, giornalista. Il suo lavoro di cronista giudiziaria e le inchieste sul clan dei Casalesi le sono costate minacce a causa delle quali è costretta a vivere sotto scorta. È stata senatrice della Repubblica e componente della Commissione parlamentare antimafia.
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