Nella terra dei Casalesi si sta consumando uno strappo sui beni confiscati alla camorra
Il Comune di Santa Maria la Fossa (Caserta) ha revocato la convenzione con il consorzio Agrorinasce , destinatario di un finanziamento di 15 milioni per la ristrutturazione di un bene confiscato alla camorra dei Casalesi, nonostante il parere contrario del prefetto e della Regione Campania. L’ipotesi è che i vecchi ‘proprietari’ vogliano riprendersi l’azienda.
Camorra e ultras uniti contro il coprifuoco (col plauso della destra): così ci fu la guerriglia di Napoli
Dai personaggi vicini al clan Misso agli ultras della brigata Carolina della Curva A, fino all’ala dura dei commercianti e ad alcuni militanti di destra: sono gli elementi che si saldarono per dar vita ai disordini del 23 ottobre contro il coprifuoco Covid. Dopo le indagini emerge la dinamica alla base degli scontri.
Lo schema è lo stesso dei disordini di Pianura del 2009, quando la protesta legittima degli abitanti del quartiere fu piegata a interessi criminali e affaristici.
Centro commerciale della camorra: assolto Nicola Cosentino
La Corte d’Appello di Napoli ha assolto “per non aver commesso il fatto” l’ex sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino, nel processo cosiddetto “Il Principe e la Scheda Ballerina”, in cui l’ex coordinatore campano di Forza Italia era accusato del reato di tentato impiego di capitali illeciti con l’aggravante mafiosa, in relazione alla costruzione a Casal di Principe di un centro commerciale voluto dal clan dei Casalesi, ma mai costruito.
A fuoco il capannone dell’Euromilk, deposito confiscato alla camorra dei Casalesi
Stamattina il fuoco ha divorato buona parte di ciò che era rimasto del capannone dell’Euromilk, a San Marcellino, il deposito che Raffaele Capaldo, cognato del capo dei Casalesi Michele Zagaria, aveva adibito a deposito del latte Parmalat, di cui per molti anni – e fino alla condanna per associazione camorristica, una quindicina di anni fa – è stato distributore esclusivo per il Basso Lazio e la Campania.
In Campania affidato solo un immobile confiscato su tre: Comuni bloccati da burocrazia e paura
Il bunker di Zagaria, quello in cui il superboss dei Casalesi fu arrestato nel 2011, può essere rivenduto una volta sanato l’abuso edilizio: non è negli elenchi dell’Agenzia dei beni sequestrati, è sotto sigilli soltanto perché abusivo. È una delle situazioni paradossali che emergono dall’analisi della gestione dei beni confiscati alle mafie. In Campania soltanto un immobile su 3 di quelli offerti in gestione è stato riaffidato.
Sabotaggi e incendi: i beni confiscati sono di nuovo sotto attacco della camorra
A fine maggio il sabotaggio dell’azienda agricola sequestrata ai Casalesi a Grazzanise, pochi giorni fa bruciati i campi di Selvalunga, un’altra delle aziende zootecniche un tempo appartenute alla famiglia Schiavone. Forse è un caso. Più probabile, invece, che sia solo la parte visibile di una strategia mafiosa, vecchia quanto la mafia stessa: mostrare i muscoli per rinfrescare la memoria di quanti credono che il clan dei Casalesi non esista più.