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Libera Elvira Zagaria, sorella del superboss Michele: è tornata a Casapesenna

Elvira Zagaria, sorella del superboss Michele e a sua volta in passato ai vertici della fazione dei Casalesi guidata dal fratello, ha lasciato il carcere di Rebibbia ed è tornata a Casapesenna: ha scontato 6 dei 7 anni a cui era stata condannata per associazione camorristica con sentenza definitiva il 22 settembre scorso.
A cura di Nico Falco
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Elvira Zagaria, sorella del superboss Michele "Capastorta", ha lasciato il carcere di Rebibbia, dove si trovava in seguito ad un aggravamento pena: ha scontato sei dei 7 anni della condanna resa definitiva dalla cassazione per associazione camorristica. Nei giorni scorsi è stata già vista a Casapesenna, in provincia di Caserta, il comune di cui è originaria la famiglia del capoclan dei Casalesi attualmente recluso al 41 bis.

Per gli inquirenti Elvira Zagaria aveva avuto un ruolo di primo piano nella fazione che faceva capo al fratello, arrivata anche ad essere reggente dopo l'arresto di Michele, di tutti gli affiliati maschi ai vertici e la morte del marito, Francesco Zagaria. La Cassazione, il 22 settembre scorso, aveva confermato la condanna a 7 anni, annullando però la confisca dei beni; di questi sono stati già scontati 6. Precedentemente la donna aveva ottenuto i domiciliari in una lussuosa villa a Boville Ernica, in provincia di Frosinone, considerato tra i borghi più belli d'Italia; era stata arrestata di nuovo il 20 agosto in una operazione congiunta della Squadra Mobile della Polizia di Stato di Frosinone e della Guardia di Finanza di Frosinone, con destinazione Rebibbia, quando gli inquirenti avevano scoperto che anche lì continuava a ricevere affiliati al clan attraverso una seconda uscita non visibile dalla strada.

La sentenza di secondo grado della Corte di Appello di Napoli era arrivata il 28 marzo 2019, dopo una indagine partita nel 2015 sull'infiltrazione del clan dei Casalesi nella gestione degli appalti dell'ospedale di Caserta: il gruppo criminale aveva creato un "complesso apparato" che, tramite una rete di contatti e avvalendosi della forza intimidatrice, era in grado di gestire in assoluta autonomia l'affidamento dei lavori pubblici.

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