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“Puntai la pistola a Mario Merola, la camorra mise una taglia sulla mia testa”, lo ‘ndranghetista intercettato

Dalle carte della Dda dell’inchiesta sulla “locale” della ‘ndrangheta a Volpiano (Torino) un aneddoto che coinvolgerebbe il re della sceneggiata napoletana.
A cura di Nico Falco
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Avrebbe puntato la pistola alla testa di Mario Merola, il popolare re della sceneggiata napoletana morto nel 2006, e si sarebbe ritrovato nel mirino di "due o tre clan di Napoli", che sarebbero intervenuti in difesa dell'artista. Storia che emerge dalle carte della Dda di Torino sull'inchiesta "Echidna", dei carabinieri del Ros, che ha svelato anche i contatti tra la "locale" della ‘ndrangheta di Volpiano e la camorra del Napoletano, in particolare di Castellammare di Stabia, cittadina di cui sono originari diversi indagati.

La pistola puntata a Mario Merola

La vicenda che coinvolgerebbe Mario Merola (e sulla quale non sono in corso accertamenti della Direzione Distrettuale Antimafia) è stata raccontata da uno degli indagati, il 60enne Antonio Mascolo, imprenditore stabiese residente a Volpiano (Torino). Insieme a Luigi Mascolo, secondo gli inquirenti, avrebbe aiutato dei componenti della famiglia Vitale di Castellammare di Stabia, considerata vicino al clan D'Alessandro; in particolare, i due avrebbero accolto a Leinì uno dei vertici del clan, Luigi "Gino" Vitale, per fargli trascorrere un periodo agli arresti domiciliari nel comune del Torinese.

Nella conversazione, intercettata in ambientale nell'aprile 2021 con una microspia piazzata in un'automobile, Antonio Mascolo racconta alcuni episodi per i quali sarebbe finito nel mirino della camorra e uno di questi sarebbe relativo proprio alla minaccia al cantautore napoletano, che sarebbe stata relativa ad un debito non saldato.Una persona non meglio specificata gli avrebbe fatto "mettere la pistola in testa a Mario Merola in casa sua" e per questo sarebbe finito nel mirino della camorra, che avrebbe messo "una taglia" sulla sua testa: lo avrebbero minacciato dicendogli che "se tocchi a Mario Merola ti tagliamo la testa"; Mascolo prosegue dicendo che avrebbe seguito per qualche tempo il cantante e avrebbe ricevuto i soldi, fino all'estinzione del debito, man mano che si esibiva in concerti e matrimoni.

Merola indagato e sempre prosciolto

Merola venne indagato due volte. La prima volta risale al 1983, quando gli venne notificato un avviso di garanzia per associazione per delinquere di tipo camorristico; si proclamò innocente e venne completamente prosciolto da ogni accusa; stessa sorte ebbe il secondo avviso di garanzia, che venne notificato nel 1989 da Giovanni Falcone a lui e all'attore comico Franco Franchi; fu poi lo stesso Falcone a prosciogliere entrambi.

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