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Ospedale del Mare, l’autore dell’assalto denuncia i medici e si scusa per aggressione. L’Asl: “Azione gravissima”

Giuseppe Mauro, il ragazzo che insieme ai familiari ha assaltato l’Ospedale del Mare di Napoli e ripreso l’irruzione in un video, ha sporto denuncia chiedendo che si indaghi sul decesso del nonno, avvenuto il 19 marzo. Il giovane ha chiesto scusa ai sanitari per le offese; la replica dell’Asl Napoli 1 Centro: “Gravissimo il tentativo di giustificare il proprio comportamento”.
A cura di Nico Falco
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Avrebbe perso il controllo per la morte del nonno, convinto che fosse stata causata dalle cure non adeguate in ospedale. Si è scusato così Giuseppe Mauro, il giovane di 20 anni protagonista del video che nei giorni scorsi era rimbalzato sui social: nelle immagini lo si vede mentre, insieme a diversi familiari, fa irruzione nell'Ospedale del Mare di Ponticelli, a Napoli, e mentre lui, senza mascherina, chiede di vedere il primario con fare minaccioso, altre persone, tra cui un ragazzino, prendono a calci mura e porte. Tramite il suo legale il giovane ha presentato denuncia nei confronti dell'ospedale per chiedere che venga fatta chiarezza sul decesso.

Il giovane dopo quei fatti è stato protagonista di uno scontro a distanza con Francesco Emilio Borrelli; il consigliere, pur auspicando che venga fatta luce sul decesso, aveva duramente stigmatizzato l'irruzione in ospedale, evidenziando anche il comportamento sui social del 20enne, tra cui un post in cui un post di commemorazione per Raffaele Cutolo, lo storico camorrista morto il 17 febbraio scorso. Nel passato di Mauro, che all'anagrafe si chiama Giuseppe Cretella, anche un arresto: nell'aprile 2018 era finito in manette insieme a un complice per tentata truffa a un'anziana. I carabinieri li avevano bloccati dopo che avevano portato via 1.500 euro a una novantenne di Casalnuovo, fingendosi uno il nipote e l'altro il corriere incaricato di consegnare un pacco e ritirare i soldi; la truffa era stata sventata solo perché il nipote della donna, quello vero, aveva saputo del raggiro in atto e aveva avvisato i militari (il reato era stato poi estinto dopo la messa in prova).

La vicenda del raid nell'Ospedale del Mare risale allo scorso 19 marzo e si era conclusa con l'identificazione dei responsabili e con una dottoressa aggredita che aveva avuto sette giorni di prognosi; l'irruzione era stata ripresa col cellulare e pubblicata sui social dallo stesso ventenne. Difeso dall'avvocato Gennaro Demetrio Paipais, Gennaro Mauro/Cretella ha fatto mea culpa, chiedendo "scusa per le offese verbali che ho rivolto ai sanitari" e specificando di non avere "alzato un dito, come dimostrano i video che ho girato". "Non è bello sentirsi dire – ha spiegato – il giorno prima, che mio nonno stava per essere dimesso e poi, il giorno dopo, che è deceduto". Avrebbe ripreso l'irruzione perché "tutti stanno zitti e subiscono in silenzio", mentre "gli ammalati in quell'ospedale sono abbandonati".

Il legale ha fatto sapere di avere presentato una denuncia alla Procura di Napoli per chiedere di fare chiarezza sulle cose del decesso del nonno del ragazzo, il 67enne Luigi Esposito; l'uomo, a quanto riferito dal nipote, era stato ricoverato a metà febbraio dopo una caduta e soffriva di pressione alta; in ospedale gli erano stati diagnosticati altri problemi alla prostata e una infezione. "Ci fu detto che era una cosa seria, ma dopo una decina di giorni ci venne riferito che era migliorato", ha proseguito il ragazzo, spiegando che i sanitari avevano anche parlato di dimissioni imminenti.

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L'Asl Napoli 1 Centro: "Azione gravissima"

L'Asl Napoli 1, in una nota, definisce "gravissimo il tentativo di giustificare il proprio comportamento" e annuncia che "andremo avanti in tutte le sedi a difesa del nostro personale e dei nostri pazienti", confermando quindi la scelta di denunciare gli autori dell'assalto del 19 marzo e i responsabili di tutti gli episodi di questo tipo. "È gravissimo – scrive l'Asl Napoli 1 Centro, di cui fa parte anche l'Ospedale del Mare – che ancora oggi si cerchi di giustificare un gesto inqualificabile, che ha messo in pericolo medici e pazienti e che ha cagionato un enorme danno a beni del nosocomio e di immagine alla Asl e alla Sanità Campana".

"Quanto è accaduto è di una gravità inaudita – prosegue la nota firmata dalla direzione strategica – un comportamento che avrebbe potuto portare a conseguenze drammatiche per altri pazienti ricoverati in quel momento. Un'altra aggressione fisica e morale che ha messo ulteriormente sotto pressione il personale già in grande difficoltà dopo un anno e più di lotta alla pandemia. Azioni simili, oltre al danno di immagine cagionato all’Azienda, possono produrre un effetto di emulazione portando ad altre brutali aggressioni”.

Borrelli: "Scuse non credibili, era premeditato"

“Crediamo che questo scuse siano davvero poco credibili – commenta il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli – in quanto il raid è stato premeditato e annunciato a febbraio scorso proprio sui social e non nato da un momento di disperazione. Lo stesso soggetto, ha inoltre minacciato il sottoscritto durante varie dirette su social, affermando che ha messo una croce nera su di me e che "si prederebbe volentieri una pena sospesa dopo avermi picchiato", minacce per le quali ho sporto denuncia ai carabinieri. Chiediamo che questo soggetto venga tenuto sotto controllo e condannato”.

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