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Ornella Pinto uccisa a casa a 39 anni, il compagno confessa. Lascia bimbo di 2 anni

Avrebbe compiuto 40 anni a maggio Ornella Pinto, pugnalata stanotte con 12 coltellate dal compagno, Pinotto Iacomino, di 43 anni, mentre erano nella loro abitazione in via Cavolino all’Arenaccia. Ornella è deceduta all’Ospedale Cardarelli attorno alle 10,30, dove era stata trasportata d’urgenza in fin di vita e i sanitari hanno fatto il tutto per tutto per salvarle la vita, purtroppo senza riuscirci. Lascia un figlio di 2 anni. Si lavora sul movente.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Avrebbe compiuto 40 anni a maggio Ornella Pinto, pugnalata stanotte con 15 coltellate dal compagno, Pinotto Iacomino, di 43 anni, mentre erano nella loro abitazione in via Cavolino all’Arenaccia. Ornella è deceduta all’Ospedale Cardarelli attorno alle 10,30, dove era stata trasportata d’urgenza in fin di vita e i sanitari hanno fatto il tutto per tutto per salvarle la vita, purtroppo senza riuscirci. Lascia un figlio di 2 anni. Su cosa possa aver scatenato la furia assassina tra le mura domestiche gli inquirenti stanno indagando in queste ore. Quel che si è appreso a poche ore dal fatto è che dopo l’aggressione, avvenuta attorno alle 4,20, per motivi ancora da chiarire, l’uomo avrebbe lasciato la sua abitazione a bordo della sua auto. Per presentarsi poi spontaneamente attorno alle 7,10 del mattino, alla Caserma dei Carabinieri di Montegabbione, in provincia di Terni, in Umbria. Sulla vicenda indaga la squadra mobile di Napoli.

Il compagno ha confessato

Al Comandante della caserma umbra Pinotto ha confessato il femminicidio ed è stato sottoposto a fermo. Al momento dell’aggressione, secondo le prime ricostruzioni, il bimbo di 2 anni dormiva nella stanza accanto a quella di Ornella. Sulla vicenda indagano il pm Fabio De Cristofaro a Napoli, sostituto procuratore aggiunto della IV sezione (fasce deboli), che è in attesa di decisioni della sua collega di Terni, Neri. Gli inquirenti stanno sentendo parenti e amici della coppia, mentre sono stati sequestrati i cellulari dei due conviventi. Una coppia tranquilla, secondo i vicini, che conviveva da 6 anni. Non risulterebbero momenti di conflitti familiari accesi. Gli inquirenti ipotizzano il reato di omicidio volontario.

Si lavora sul movente

Intanto, gli investigatori lavorano sul movente. I due, secondo quanto riferiscono i vicini della coppia che abitava al terzo piano di un palazzo con molte abitazioni, in una zona popolare della città, vicino al deposito dei bus, apparivano come una coppia tranquilla e senza particolari problemi, o almeno così davano l'impressione. Secondo quanto raccontano le persone radunatesi in strada, sarebbe stata la sorella a chiamare il 118 dopo aver ricevuto una telefonata della vittima trovata poi in una pozza di sangue.

Il Dg del Cardarelli: "Brutalità inaudita"

Una violenza efferata quella che ha portato alla morte Ornella Pinto, colpita da 15 pugnalate. Per il direttore generale del Cardarelli, Giuseppe Longo, "un gesto vile e di una brutalità inaudita. Fatti come questo dovrebbero spingerci ad una riflessione profonda su quanto sta accadendo. Siamo vicini alla famiglia di questa giovane madre e a tutte le donne". Ornella è morta per arresto cardiaco alle 10,35 di oggi, mentre il personale sanitario del del Trauma Center e di Chirurgia Toracica del Cardarelli lottava disperatamente per salvarle la vita. La direzione strategica del nosocomio partenopeo ha espresso "grande dolore" per la scomparsa: "È l'ennesimo episodio di aggressione e omicidio nei confronti di una donna".

De Magistris: “Cordoglio della città”

“Ancora un brutale femminicidio a Napoli – commenta il sindaco Luigi De Magistris – ad opera di chi dovrebbe amare la propria compagna invece di odiarla al punto di ucciderla. Le donne, in questa pandemia, stanno pagando un prezzo altissimo sulla loro pelle. Esprimo a nome mio e di tutta la città profondo dolore e cordoglio per il brutale omicidio di Ornella e ci stringiamo attorno ai suoi veri affetti”. Mentre l’assessore alle Pari Opportunità Francesca Menna aggiunge: “Ancora un’altra donna è stata ammazzata brutalmente dal compagno. Non bastano più solo le parole, occorre una politica reale che metta al primo posto dei suoi obiettivi la questione della violenza di genere. Vengono stanziati pochi fondi, non c’è un piano strategico nazionale che realmente coinvolga tutti gli aspetti del fenomeno prevedendo finanziamenti importanti per la prevenzione, per il controllo e il contrasto, e così gli enti locali si trovano a combattere con le armi spuntate. Il ritardo dell’approvazione dei bilanci causato dal lockdown dell’anno scorso ha generato a cascata una serie di ritardi; e come sempre si fa fatica a mantenere un servizio indispensabile per i cittadini. Questo ennesimo episodio dovrebbe fare capire che la violenza alle donne è un fenomeno complesso, che denuncia una grave e profonda sofferenza delle persone e che quindi va affrontato con estrema serietà; perché non si può combattere con spot televisivi e poca attenzione”.

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