1.156 CONDIVISIONI

I malati oncologici e di sclerosi in Campania sono trascurati. E queste due storie di calvario lo dimostrano

Dalle analisi da pagare a caro prezzo alle difficoltà per raggiungere un sito oncologico: i malati di sclerosi e di tumore in Campania hanno a che fare con un sistema sanitario indecente.
1.156 CONDIVISIONI
Immagine

Nel corso degli ultimi mesi le storie di malasanità o semplicemente di quotidiana sofferenza, di «supplemento di Gòlgota» dei malati che affrontano il servizio sanitario in Campania sono aumentate in maniera rilevante. Alla mail di Fanpage.it arrivano segnalazioni che oscillano fra il tragico e il rassegnato e l'agghiacciante. La sintesi è questa: non esiste solo il Covid, non esiste solo chi contrae il Covid, non esiste solo il rischio da Covid.

Esistono tante patologie oncologiche per curare le quali c'è bisogno di accesso settimanale se non quotidiano (è il caso di chemioterapie e radioterapie) in day hospital, occorrono esami periodici, follow-up fondamentali per capire se la malattia è ancora aggressiva o in regressione o c'è una recidiva. E monitoraggi (i cosiddetti ‘screening'), per evitare – in soggetti a rischio – che il male devasti una vita e se la porti via senza poter intervenire se non con cure palliative per arginare (e non sempre è possibile) il dolore.

Per la sclerosi il discorso non è molto diverso: la lotta contro il tempo – perché dal momento della diagnosi è sempre una lotta contro il tempo – si scontra con le tante spese per analisi e esami diagnostici che in Campania ormai occorre pagarsi di tasca propria poiché vige la regola del «chi tardi arriva male alloggia»: nelle strutture pubbliche le liste d'attesa sono troppo lunghe, in quelle private i tetti di spesa, i cosiddetti budget mensili si esauriscono così presto che è praticamente impossibile pensare di non dover pagare almeno un esame su due (se va bene).

Storie di calvario, due fra le tante.Quella di Roberto R., napoletano, classe 1968, 33 anni passati a servire lo Stato come dipendente della Polizia, una diagnosi di sclerosi multipla. Scrive a Fanpage.it:

Sono in cura presso il secondo Policlinico di Napoli per lottare contro la sclerosi multipla ogni 6 mesi vengo sottoposto ad un infusione di farmaci presso quella struttura e qui inizia il mio calvario e di certo non soltanto il mio.

Devo fare delle analisi sangue/urine problemi con i laboratori in convenzione stessa cosa per una risonanza magnetica cerco di prenotare ma prima di settembre niente da fare disponibile soltanto a pagamento ma non ho la possibilità di spendere 300 euro e più per la risonanza ma cosa importante la sclerosi non aspetta anzi va avanti ogni giorno di più e non parlo solo del sottoscritto ma di tutti quelli che devono affrontare questa malattia invalidante.

Non chiedo nulla di particolare vorrei soltanto curarmi e lottare contro questa patologia infame che ogni giorno mi fa "un regalo".
Mi scuso per lo sfogo ma come tante persone ho lottato per una vita.
Vorrei continuare a farlo ma non in queste condizioni.

Tommaso S., originario di Mugnano del Cardinale, provincia di Avellino, è malato di cancro dal 1986. Racconta un episodio al limite del vergognoso, avvenuto per andare all'Istituto Oncologico Pascale. Si tratta di un uomo che ha subìto  tre operazioni per tumori diversi, asportazione del rene, di parte del colon e ha metastasi al fegato con 24 mesi di chemio sulle spalle. Un uomo che oggi è dializzato e necessitante di visite specialistiche continue.

Dall'ospedale Moscati di Avellino mi hanno prenotato una prima visita multidisciplinare all'ospedale Pascale di Napoli, è stato un dramma. Sono stato accompagnato da mio figlio in quanto disabile.

Raggiunto il sito, dopo un lungo giro nell'area ospedaliera, non abbiamo un posto auto per disabili, tutti occupati abusivamente, alla richiesta all'addetto ai parcheggi, viene risposto di rivolgermi alla polizia, cosa impossibile, nessuna risposta dopo diversi tentativi.

Sono stato costretto ad udire dall'area per trovare un parcheggio esterno.

L'ho trovato – a circa 500 metri – e il ritorno in ospedale è stato un dramma. Per raggiungere l'ospedale dovevamo attraverso la strada, cosa impossible, gli attraversamenti pedonali tutti interrotti da parcheggi abusivi. Abbiamo dovuto raggiungere una traversa e percorrere la strada carrabile, con la sedia a rotelle, fino all'ingresso dell'area ospedaliera.

Altro dramma per trovare la palazzina interessata, finalmente raggiunto il sito, sbrigate tutte le fasi di pagamento ticket, sono rimasto in attesa per oltre due ore, con gravi difficoltà nello stare seduto con piaghe da de decubito.

Risultato di tutto? Rinviato ad altra visita dopo aver eseguito analisi radiologiche.
È possibile che un malato oncologico disabile debba subire tanto?

1.156 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views