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“Le avete prese, p***ane”. Insulti choc alle calciatrici under 17 dopo la partita: “Vogliamo i reggiseni”

Sui social insulti alle calciatrici U17 del Napoli Women da parte dei giovani U14 del Don Guanella al termine di un’amichevole. “Tornate a fare le ballerine”
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Insulti volgari e irripetibili contro le calciatrici del Napoli Women Under 17 dopo l'amichevole con la selezione maschile under 14/15 del Don Guanella di Scampia. A pronunciarle, o meglio postarle sui social, sono stati proprio i giovanissimi calciatori del Don Guanella, tutti appena 13enni. Dopo la vittoria per 4-2 sulle ragazze, anch'esse minorenni, del Napoli Women Under 17, sui social sono apparse foto di "festeggiamenti" in spogliatoio con messaggi pesantissimi: i passa da un "non dovevate vincere" che ancora può passare come sfottò verso gli avversari, ad un "tornate a fare le ballerine", per poi alzare il tipo: "le avete prese, pu**ane" e "vogliamo i reggiseni".

Linguaggio, insomma, che sarebbe esecrabile a prescindere da chi ne sia l'autore, ma fa ancor più rabbrividire se pronunciato da ragazzini di 12-13 anni. Tutto pubblicato sui social, come se nulla fosse. Un episodio che ha fatto esplodere un mare di polemiche: le storie "incriminate" sono state subito girate tra ragazze e familiari, fino ad arrivare anche al deputato Francesco Emilio Borrelli (Alleanza Verdi-Sinistra", che ha parlato di un "degrado morale che non ha nulla a che vedere con i valori dello sport. Questi messaggi, di cui i ragazzi si sono persino vantati sui social, non sono goliardia, ma manifestazioni di un sessismo inaccettabile che non possiamo permettere venga tollerato in un ambiente educativo come quello sportivo. È un insulto a tutte le donne e a tutti coloro che credono in una politica pulita e di valori".

La lettera del Napoli Women: "Una ferita per le nostre ragazze"

Il Napoli Women ha poi pubblicato sui propri canali social una lettera aperta per condannare l'episodio e chiedere alla società avversaria di trascorrere "una giornata con noi presso un centro antiviolenza e antidiscriminazione, per un momento formativo sul rispetto, sulla parità di genere, sulle parole che feriscono e su quelle che costruiscono".

Questo il testo completo:

Durante una partita della nostra U17 contro una compagine maschile U14, abbiamo assistito a qualcosa che nessuna società sportiva dovrebbe mai vedere né tollerare.
Le nostre ragazze – minorenni, atlete, figlie, studentesse – sono state oggetto di insulti sessisti e omofobi che nulla hanno a che fare con lo sport.
Frasi volgari, allusioni esplicite, commenti sul corpo femminile e versi che imitavano atti sessuali. Parole pesanti, violente, che non dovrebbero mai essere pronunciate da un adulto, figuriamoci da ragazzi così giovani.
E come se non bastasse, a fine gara alcuni giocatori avversari hanno pubblicato sui social foto e video accompagnati da offese, scherni e slogan degradanti. Alcune delle nostre atlete sono state persino contattate privatamente, bersaglio di nuove molestie e mancanze di rispetto.
Questo non è sfottò. Non è competizione. Non è calcio.
È una ferita.
Una ferita che colpisce un gruppo di ragazze che si allenano ogni giorno, che credono nei valori dello sport, che provano a costruirsi un futuro in un mondo dove ancora devono lottare per essere accettate.
Nessuna ragazza dovrebbe mai sentirsi umiliata per il semplice fatto di essere donna.
Nessuna dovrebbe tornare a casa dopo una partita con il peso di insulti che negano il suo diritto di esistere in questo sport.
Nessuna dovrebbe vivere la sensazione che il campo, lo spazio in cui si sente libera, possa trasformarsi in un luogo ostile.
Per questo oggi denunciamo pubblicamente quanto accaduto. Non per alimentare rabbia, ma per assumere una responsabilità che riguarda tutti.
Perché se i ragazzi di oggi parlano così, significa che noi adulti – società, allenatori, famiglie, istituzioni – non stiamo facendo abbastanza.
Il Napoli Women, però, non vuole limitarsi a condannare.
Noi crediamo nella possibilità di crescere, di imparare, di cambiare.
E crediamo che il compito dello sport sia anche questo.
Per questo invitiamo ufficialmente la società, i suoi tecnici e i ragazzi coinvolti a trascorrere una giornata con noi presso un centro antiviolenza e antidiscriminazione, per un momento formativo sul rispetto, sulla parità di genere, sulle parole che feriscono e su quelle che costruiscono.
Non per punire.
Non per umiliare.
Ma per offrire un’occasione vera di consapevolezza.
Perché i bambini e i ragazzi di oggi non diventino gli uomini violenti di domani.
Perché il calcio possa essere un luogo sicuro e inclusivo.
Perché le nostre ragazze – e tutte le ragazze – sappiano che intorno a loro esiste una comunità pronta a proteggerle, sostenerle e credere in loro.
Alle nostre ragazze vogliamo dire una cosa chiara: non siete sole.
Il Napoli Women sarà sempre un luogo in cui il talento viene rispettato, la dignità viene protetta e la voce di ogni giovane atleta viene ascoltata.
Trasformiamo questo episodio vergognoso in un punto di svolta.
Non per alimentare conflitti, ma per costruire – insieme – un modo diverso di stare in campo, e fuori dal campo.

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