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Caivano, la morte di Maria Paola Gaglione

La famiglia Gaglione: “Preoccupati per Paola perché Ciro è inaffidabile, non c’entra omofobia”

I genitori di Maria Paola e Michele Antonio Gaglione hanno deciso di restare in silenzio in quella che definiscono “una tragedia nella tragedia”, affidando le loro comunicazioni all’avvocato Marini. Si dicono certi dell’innocenza del figlio, perché “conosciamo Michele e il suo amore per Paola”, e respingono le accuse di omofobia, spiegando di avere osteggiato la relazione di Paola con Ciro Migliore solo perché ritengono il ragazzo “poco affidabile”.
A cura di Nico Falco
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Una figlia morta per una caduta dal motorino, un figlio arrestato per omicidio preterintenzionale e accusato di aver causato quell'incidente. Una "tragedia nella tragedia", così la definiscono, quella di Franco Gaglione e Pina Amico, del Parco Verde di Caivano (Napoli), genitori di Maria Paola e di Michele Antonio. La famiglia sta vivendo e ha deciso di restare in silenzio, affidando le comunicazioni all'avvocato Francesco Luigi Marini e respingendo le accuse di omofobia: erano contro la relazione tra Paola e Ciro, spiegano, ma per via dei comportamenti del ragazzo e non per il suo orientamento sessuale.

Ieri sera i genitori hanno diffuso una lettera aperta in cui, ringraziando la magistratura e le forze dell'ordine "per quanto stanno facendo in questi giorni", hanno ribadito della loro posizione: sono "certi dell'innocenza di Michele", perché "conosciamo Michele e il suo amore per Paola".

Il ragazzo, 30 anni, la notte dell'11 settembre stava inseguendo da Caivano ad Acerra lo scooter su cui la sorella era con il fidanzato, Ciro Migliore. Voleva "dare una lezione" al ragazzo, a cui già diverse volte aveva intimato di interrompere la relazione con Maria Paola. Arrivati all'altezza di via degli Etruschi lo scooter è finito fuori strada ed è rovinato in un campo; per Ciro, a causare l'incidente è stato un calcio, l'ennesimo, sferrato da Michele per costringerlo a fermarsi; ricostruzione respinta dall'indagato che, pur ammettendo di avere colpito più volte il mezzo, ha riferito di trovarsi qualche metro più indietro quando l'Sh è caduto nel campo. Due versioni opposte, con una differenza che il giudice ha ritenuto ininfluente, ritenendo l'inseguimento la causa dell'incidente a prescindere dall'esistenza o meno dell'ultimo calcio.

Il motivo dell'inseguimento, sostiene Ciro, era nel fatto che la famiglia non voleva che la figlia avesse una relazione con un ragazzo trans. Ricostruzione a cui però la famiglia si oppone, parlando di una critica "alla persona, mai all'orientamento sessuale" ed esprimendo "il nostro più forte dissenso per le frasi omofobe attribuite a noi e a nostro figlio", spiegando di essere mossi soltanto dalla preoccupazione per la frequentazione della figlia con "una persona, ad avviso di noi genitori, poco affidabile".

Sempre tramite avvocato, la famiglia Gaglione ha inviato questa mattina un appello "alla comunità gay" chiedendo di "partecipare non tanto fisicamente quanto emotivamente, insieme a loro, all'ultimo saluto". I funerali di Maria Paola si terranno oggi pomeriggio, 15 settembre, alle 16:30, nella parrocchia  San Paolo Apostolo al Parco Verde.

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