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Incendio Vesuvio, “distrutte viti centenarie di Lacryma Christi e albicocche tipiche. Un disastro”

Pasquale Imperato, Coldiretti Campania Sapori Vesuviani: “L’incendio sul Vesuvio sta devastando i terreni. Distrutte viti centenarie di Lacryma Christi Dop e piantagioni di albicocche vesuviane”
Intervista a Pasquale Imperato
Coldiretti Campania - Sapori Vesuviani
A cura di Pierluigi Frattasi
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“L'incendio sul Vesuvio sta devastando le coltivazioni. Un disastro immane per i prodotti agricoli campani. Purtroppo si sta riverificando quanto successo già con l'incendio del 2017 quando fu interessata tutta l'area del parco. Al momento sono state colpite due produzioni tipiche dell'area. La Lacryma Cristi Dop, il vino pregiato vesuviano, per la quale era ormai prossima la raccolta dell'uva, e l'albicocca vesuviana, in particolare la varietà Acqua di Serino, che è tipica solo di quell'area. Una vite può avere secoli di vita, ce ne sono alcune nella zona di Terzigno che hanno più di 250 anni. Impiantare nuovi vigneti richiederà anni e molte risorse”.

Non nasconde l'amarezza Pasquale Imperato, responsabile Coldiretti e imprenditore di Sapori Vesuviani, e coltivatore specializzato in pomodorini del piennolo e albicocche vesuviane, due prodotti tipici del Vesuvio. Il grosso incendio che sta bruciando il Monte Somma in queste ore – il più grave degli ultimi anni, dopo quello devastante del 2017 – non è solo un dramma enorme per gli abitanti, ma anche per le coltivazioni della Campania, in particolar modo per i prodotti tipici Dop e Igp che si producono alle pendici del Vesuvio, un terreno unico al mondo per la presenza di sali minerali.

Pasquale Imperato, Coldiretti Sapori Vesuviani
Pasquale Imperato, Coldiretti Sapori Vesuviani

Imperato, l'incendio sul Vesuvio sta distruggendo ettari di vegetazione. Si parla finora di circa 480 ettari andati in fumo, con grossi danni per gli abitanti e per i Comuni del Parco Nazionale. Qual è l'impatto sulle coltivazioni?

Un disastro enorme. Il Parco Nazionale del Vesuvio, oltre al turismo, è uno scrigno di tipicità della terra. L'incendio ha colpito la parte sud-orientale del Vesuvio, quella di Terzigno e Ottaviano. In quelle zone le coltivazioni principali sono i vigneti di Lacryma Christi Dop. L'incendio è arrivato in un momento critico per la coltivazione.

Perché?

Perché l'uva era ormai matura ed eravamo ormai vicini alla raccolta. È un disastro immane per i produttori. L'incendio è stato molto esteso. Quando l'ho visto, ho pensato quasi che il Vesuvio stesse eruttando. Speriamo solo che alla fine, i danni siano stati contenuti per i terreni agricoli. C'è grande timore, anche perché le condizioni meteorologiche non stanno aiutando i soccorritori a spegnere le fiamme. Voglio esprimere la massima solidarietà ai produttori e a tutti gli abitanti delle zone colpite. Peraltro, alla Lacryma Christi sono legate anche altre attività.

Quali?

In tutta la zona ci sono attività agrituristiche, ricettive e di ristorazione, che fanno incoming, accoglienza di visitatori, con percorsi esperienziali legati alle vigne, in base al principio della multifunzionalità dell'impresa agricola che la Coldiretti ha fortemente voluto. Una forma alternativa di reddito alla produzione di vino. Insomma, è tutta una economia in ginocchio. Risollevarsi per i produttori sarà molto difficile. Quelle viti hanno secoli di vita. Sono gioielli che dovremmo custodire.

Qual è l'altra coltivazione danneggiata?

Quella dell'albicocca vesuviana della varietà Acqua di Serino, che è tipica solo di quell'area, a cavallo tra Terzigno, Boscoreale, Torre del Greco e Torre Annunziata. Per l'albicocca vesuviana noi stiamo portando avanti una proposta per renderla Igp. È una delle migliori al mondo per dolcezza. Il terreno vesuviano è ricco di minerali e dà proprietà organolettiche e sapori unici ai prodotti agricoli.

Qual è la situazione delle coltivazioni del pomodorino del piennolo?

Al momento, dovrebbero essere state meno colpite dall'incendio. Il pomodorino del piennolo è tipico del versante ovest del Vesuvio, inoltre è una coltura annuale. La raccolta ad oggi è già finita. I pomodorini adesso sono nei depositi.

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