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Incendia un bosco in Irpinia ma viene ripreso dalle telecamere in zona: arrestato

Si avvicina ad un bosco e appicca un incendio usando un accendino. Ma non sa di essere ripreso dalle telecamere di videosorveglianza presenti in zona. La vicenda a Calabritto, nella provincia di Avellino. Un pastore di 46 anni arrestato e condotto ai domiciliari: deve rispondere di incendio boschivo doloso.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Si era avvicinato ad una macchia di vegetazione boschiva: poi, tirato fuori un comune accendino, aveva appiccato il fuoco in tre diversi punti, per poi scappare appena le fiamme avevano iniziato a divampare. Ma dopo due settimane è stato identificato ed arrestato dai carabinieri, grazie anche alla presenza di videocamere di sicurezza che lo hanno ripreso mentre compiva il tutto. L'uomo, un pastore della zona, è finito così in manette con l'accusa d'incendio boschivo doloso.

Appicca l'incendio, ma viene ripreso dalle videocamere

L'episodio è accaduto a Calabritto, nell'Avellinese. Protagonista un pastore del luogo di 46 anni, che il 22 agosto scorso si era recato nel Parco Regionale dei Monti Picentini, già zona di protezione speciale, per appiccarvi un incendio. Senza però sapere di essere ripreso dalle telecamere di videosorveglianza presenti in zona, che si sono rivelate poi fondamentali per le indagini. Dalle immagini a video si vede infatti l'uomo arrivare nei pressi del bosco ed appiccare l'incendio in tre diversi punti con un accendino. Una volta che le fiamme si innalzano, l'uomo lascia quindi la zona. Le fiamme hanno riguardato una parte del bosco limitrofa al cimitero comunale di Calabritto: l'intervento immediato dei vigili del fuoco ha poi impedito il propagarsi delle fiamme, subito circoscritte e spente. Acquisite le immagini, l'uomo è stato poi identificato e nelle scorse ore è stato quindi raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, con l'accusa di incendio boschivo doloso.

Cosa prevede la legge per il reato di incendio boschivo

L'articolo 423 bis del codice penale che regola il reato di incendio boschivo prevede infatti pene severe per chi appicca incendi, soprattutto se in presenza dell'aggravante del dolo e dell'incendio in area protetta. L'uomo arrestato a Calabritto, in particolare, deve rispondere dei comma 1 e 3 dell'articolo 423 bis:

Chiunque cagioni un incendio su boschi, selve o foreste ovvero su vivai forestali destinati al rimboschimento, propri o altrui, è punito con la reclusione da quattro a dieci anni. Se l'incendio di cui al primo comma è cagionato per colpa, la pena è della reclusione da uno a cinque anni.

Le pene previste dal primo e dal secondo comma sono aumentate se dall'incendio deriva pericolo per edifici o danno su aree protette.

Le pene previste dal primo e dal secondo comma sono aumentate della metà, se dall'incendio deriva un danno grave, esteso e persistente all'ambiente.

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