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Opinioni

In Non ti pago di Sergio Castellitto su Rai 1, l’ennesimo dispiacere per chi ama Eduardo

Con le tre commedie di Eduardo Sergio Castellitto ed Edoardo De Angelis avevano una grande occasione. Che non è stata sfruttata.
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Castellitto / Ferdinando Quagliuolo
Castellitto / Ferdinando Quagliuolo

Non siamo «giovani moderni» cui non piace ‘o presepe. E le commedie di Eduardo De Filippo per motivi anagrafici le abbiamo viste fatte da altri, a teatro e in tv. O ci siamo goduti quelle del maestro registrate negli anni Sessanta e Settanta.

Però dopo il pappagallo parlante, la ciuccia alata, il “porompompero” e il balletto del “Non ti pago!” con Sergio Castellitto andato in onda su Rai 1, per la regia di Edoardo De Angelis, produzione Picomedia, la domanda è d’obbligo: «Ma perché»?

Il tema del sogno, dell’anima e del mistero, ovvero il dialogo fra don Ferdinando, l’avvocato Strumillo e il sacerdote don Raffaele nel film andato in onda su Rai 1 ridotto una “alluccata” generale senza senso. Se don Ferdinando urla, il prete urla, donna Concetta – invece – sussurra. E pure qua non si capisce perché.

In molti casi la commedia esce fuori dal suo recinto e diventa altro, forse macchietta o forse altro ancora; viene voglia anche allo spettatore di urlare, esclamando «anche meno!», soprattutto quando Castellitto si mette a canticchiare al pianoforte.  La scelta di regia sembra quasi dire: il copione originale non fa ridere lo spettatore d’oggi, ci devo mettere del mio. «Non mi migliorate», soleva dire Eduardo a chi cambiava le sue battute.

Castellitto / Luca Cupiello
Castellitto / Luca Cupiello

De Angelis e Castellitto avevano una occasione enorme con le tre commedie affidate loro dalla Rai. “Natale in casa Cupiello”, “Sabato, domenica e lunedì” e “Non ti pago” potevano essere il soggetto per film nel solco della tradizione  o, legittimamente, prodotti di profonda innovazione, come si fa da secoli con Shakespeare.

Invece si è scelta la strada più stramba, più sgarrupata: la paura di stravolgere (siamo pur sempre in prima serata su Rai 1 e l’Auditel ha le sue regole) si è mischiata alla voglia di distaccarsi dall’originale. Per questo probabilmente il trittico prodotto da Picomedia è risultato indigesto. Nu chiummo.

Il pappagallo, il ciuccio, il dromedario, tutto lo zoo (magari a De Filippo sarebbe piaciuto, sappiamo che amava i gatti), il pianoforte, lo zampognaro.

Il duo Castellitto-De Angelis è stato la pizza all’ananas della produzione eduardiana. Ci sarà sicuramente a chi è piaciuto e a chi piacerà. Fortunatamente però c’è su Raiplay in streaming la versione del 1964 con una portentosa Luisa Conte e un eccezionale Ugo D’Alessio.

Una cosa molto bella che val la pena di annotare in questa produzione c’è: l’ultimo personaggio (don Saverio, che con De Angelis non è solo un quadro ma prende corpo) interpretato da Antonio Casagrande, morto nel 2022 a novantuno anni. Casagrande lavorò con De Filippo negli anni Sessanta, fu tra le altre cose un meraviglioso Luigi Strada in “Ditegli sempre di sì”. La sua uscita di scena è stata nel segno di Eduardo, per di più condividendo il film col figlio Maurizio che interpreta il prete, don Raffaele.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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