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Non ti pago!, la scena più bella della commedia di Eduardo: l’invettiva di donna Concetta a Ferdinando

“Non ti pago!” uno dei capolavori di Eduardo De Filippo, ha all’interno un piccolo gioiello, un monologo femminile che ancor oggi strappa risate e applausi.
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Luisa Conte con Eduardo
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Il personaggio di Ferdinando Quagliuolo di "Non ti pago!" è sicuramente uno dei più riusciti di Eduardo De Filippo insieme al Luca del "Natale in casa Cupiello". I critici sono concordi nel ritenerlo uno dei più rilevanti della produzione eduardiana fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Dal presepe al giuoco del Lotto: due grandi tradizioni (e passioni) partenopee che riflettono la disgregazione o i dissidi familiari tra le mura di casa. Solo che mentre per i Cupiello la disgregazione è definitiva e drammatica, qui la commedia prende un verso più dolce, giocoso, divertente e soprattutto finisce bene.

La trama di "Non ti pago" di Eduardo De Filippo

La trama è semplice quanto efficace: don Ferdinando è roso dal demone del gioco al Lotto. Gestisce un Banco Lotto a Napoli ed è un accanito ma sfortunatissimo giocatore. Insieme al suo strampalato "aiutante magico" Aglietiello cerca ispirazione la notte dalla conformazione delle nuvole, ma non vince mai.

Il tutto accade mentre il dipendente più giovane del Banco Lotto di Quagliuolo, Mario Bertolini, infila una vincita dietro l'altra. Don Ferdinando detesta Bertolini per questo ma anche perché egli ha mire sulla sua giovane figlia, Stella. Il punto di rottura c'è quando Bertolini realizza una formidabile vincita da 4 milioni con una quaterna i cui numeri – confessa egli stesso – gli sono arrivati in sogno dalla buonanima di don Saverio, il papà di Ferdinando.

È quello il momento in cui il giocatore incallito impazzisce:  sottrae il biglietto al legittimo vincitore. È convinto che lo spirito del defunto genitore volesse favorire lui, sbagliando indirizzo di casa. Tensioni, litigi, urla, addirittura una pistola che fortunatamente non farà male a nessuno ma che farà rinsavire, don Ferdinando. L'uomo riconsegna il biglietto al vincitore ma non prima di lanciargli un anatema. Rivolgendosi al quadro del papà defunto gli dice: se ero io il destinatario di quei numeri Bertolini non dovrà mai vedersene. bene.

E lì accade la magia: la jastemma funziona, il vincitore non riesce a riscuotere il denaro, gli capitano disgrazie una dopo l'altra. Assaporato il perfido piacere della vendetta, c'è il lieto fine: don Ferdinando non solo acconsente alle nozze fra Bertolini e la figlia Stella ma consegna alla ragazza la "dote": i quattro milioni del biglietto.

La scena più bella di "Non ti pago!"

Non abbiamo parlato della moglie di don Ferdinando Quagliuolo, donna Concetta. È risoluta e spesso contro gli atteggiamenti e le decisioni del marito, ricorda molto l'altra donna Concetta eduardiana, quella di casa Cupiello. Una delle scene più belle è a metà commedia, quando Concetta, stanca delle urla e delle imposizioni del marito, roso dal demone del gioco e invidioso delle vincite di Bertolini, gli scatena addosso una invettiva in napoletano che è quasi mistica per quanto è piena, potente e soddisfacente all'ascolto.

Fra tutte c'è da ricordare la più grande donna Concetta in Quagliuolo delle commedie eduardiane,  ovvero Luisa Conte, straordinaria nell'edizione del teleteatro del 1964 disponibile su Raiplay, insieme ad altri meravigliosi interpreti come Isa Danieli e Ugo D'Alessio:

Sei cattivo, sei perverso, sei malvagio.  Sì sanghe ‘e pimmice.

Allora sei contento: quando puoi torturare la gente, e si o putisse fà cu ll'aghe, cu ‘e spille, tu saresti felice.

Ma non tieni mai un dolore di capa?

Stai sempre bene in salute?

E mettiti una ventina di giorni dentro al letto con un poco di febbre così stiamo un poco quieti tutti quanti!

Santa Fede di Dio, ma quest'uomo sta sempre di una maniera, uè!

Ma come si sveglia così si corica e come si corica così si sveglia!

Ma come? Quello vede due ragazzi che si vogliono bene, che hanno avuto la fortuna di mettersi a posto pure finanziariamente… "e non signore! Si deve sposare a chi dico io!"

A chill ‘o ccire, a chill o scanne, è arrivat ‘o rre cummanna a scoppole!

Ferdinà, je ne faccio scappa', e capite?
E poi la vado a fare io la deposizione sopra al tribunale! Pe te fa' piglià a cavece a tutt ‘e presidenti ‘e l'Italia!

Mamma mia, uh maronna! Ma che natura sbagliata! Che essere animalesco! Ferdinà, quant sì scucciante!

Uuuuh! Ferdinà, sì scucciante! Sciò, sciò, sciò! Sciò a inta ‘a casa mia, sciò!

Uh mamma mia, uh maronna, quello è il demonio!

La tentazione in casa mia! Ferdìnà, sciò!

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