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Trasporto pubblico a Napoli

Il disastro di metro, funicolari e bus: Manfredi e Cosenza non possono fare più finta di nulla

Il dato più rilevante dell’invivibilità di Napoli, ovvero l’assenza di trasporto pubblico, sta cambiando faccia alla città.
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Trasporto pubblico a Napoli

Le manutenzioni ventennali dei trasporti pubblici su rotaia si fanno in tutto il mondo: a Napoli però durano un anno. I treni nuovi devono passare il rodaggio, succede in tutto il mondo: a Napoli, però, si fa di giorno. Verrebbe da intonare "Ma la notte no" di Renzo Arbore: da queste parti la notte si aprono solo baretti illegali e discoteche nei palazzi storici.

Però i manutentori, coloro che dovrebbero tenere pulite e sicure le strade, i tram, la metro, vogliono lavorare quando strade e stazioni devono essere aperte e trafficate. Per dieci anni Luigi De Magistris è stato contestato duramente a causa dell'inefficienza dei trasporti pubblici napoletani, perché non dovrebbe essere diverso per il duo Gaetano Manfredi  ed Edoardo Cosenza?

La giunta dei professori ha dimenticato in due anni di Amministrazione che nel programma di governo della città la coalizione di centrosinistra ha messo al primo punto l'efficienza dei trasporti pubblici cittadini. Efficienza che non c'è. E non si può dare sempre la colpa ad agenti esterni: la guerra, la pandemia, le cavallette…

I problemi esistono in tutte le grandi città europee, ma dove una metro si ferma per una mattina intera allo scopo di collaudare i treni? Ma possibile che nessuno si prenda la briga di parlare alla città chiaramente su questi disservizi? Purtroppo Napoli sconta anche l'assoluta assenza di una opposizione sia a destra che a sinistra in Consiglio comunale.

Il dato più rilevante dell'invivibilità di Napoli, ovvero l'assenza di trasporto pubblico, sta cambiando faccia alla città: periferie ancor più marginalizzate, poche zone di Vomero e via Toledo e centro antico invase da un numero spropositato di persone visto che sono quelle più raggiungibili. E Napoli piano piano "si secca", come una piantina cui viene data pochissima acqua.

Dai professori che governano la città ci si attendevano non solo risposte, ma anche di metterci la faccia, a differenza di quanto faceva De Magistris, sempre pronto a dare la colpa ai poteri forti.

C'è un problema coi collaudatori che parte da Roma? E Manfredi lo dica con forza e pubblicamente, faccia pesare il suo ruolo di amministratore della terza città d'Italia nei confronti del governo guidato da Giorgia Meloni. Alle Infrastrutture c'è Matteo Salvini: il sindaco di Napoli lo inviti pubblicamente a fare qualcosa per la città.

Attenzione, la storia insegna che i sindaci hanno una data di scadenza: se entro tre anni non riescono a fare qualcosa di concreto e tangibile diventano un problema anche per l'area politica che li ha supportati.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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