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Opinioni

Il brutto rapporto di De Magistris con Covid, mascherine e l’app Immuni

Dall’utilizzo delle mascherine e degli ipotetici danni che potrebbero causare alle perplessità sull’app Immuni, la linea di Luigi de Magistris, sindaco di Napoli e massima autorità sanitaria della città, in più occasioni sembra voler strizzare l’occhio a teorie complottiste e a “ricercatori indipendenti” che vanno contro la scienza ufficiale. Già nel 2017 aveva fatto discutere la decisione di patrocinare un convegno Novax.
A cura di Nico Falco
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Le mascherine servono, ma forse all'aperto nemmeno tanto, e anzi sono addirittura dannose. E il Covid? pieno appoggio a Giulio Tarro, che si è espresso " sempre con rigore scientifico e buon senso", e per questo ha anche ricevuto una medaglia del Comune di Napoli. E l'ultima uscita è quella sull'app Immuni: meglio non scaricarla, perché non tutela la privacy. L'idea di Luigi De Magistris sul coronavirus e sulle norme anti contagio appare quantomeno eccentrica, sicuramente fuori binario, almeno a giudicare le dichiarazioni rilasciate in questi mesi che sembrano non seguire le linee guida del Governo, strizzando talvolta l'occhio a personaggi che ben figurano nel sottobosco complottista (dove sono stati eletti a eroi contro la "finta pandemia"). Una situazione sicuramente particolare, per quella che rappresenta la massima autorità sanitaria di una città. Ma, a scavare bene, c'è una certa coerenza: il Primo Cittadino di Napoli pare aver da sempre provato un certo fascino per la "scienza alternativa", quella dei ricercatori indipendenti che, sedicenti oppositori dei colossi farmaceutici, vengono sistematicamente ignorati e le loro ricerche smontate.

L'app Immuni? per De Magistris non tutela la privacy

L'ultima in ordine di tempo è la dichiarazione sull'applicazione Immuni, al centro di feroci polemiche sin dal suo lancio su Android e iOs. Secondo alcuni traccerebbe spostamenti, contatti, dati personali e quant'altro di chi la usa. E c'è di più: per i complottisti l'intenzione sarebbe di usarla per tracciare gli spostamenti degli Italiani. In realtà non è così, e lo si può vedere esaminando il codice sorgente (che è stato reso disponibile a tutti): gli unici "permessi" che richiede l'autorizzazione sono quello per il Bluetooth, che serve per scambiare i codici (anonimi) con gli altri telefoni, e quello per il collegamento ad Internet, che serve per connettersi al server dell'applicazione. In buona sostanza, l'applicazione non è in grado di raccogliere dati di altro tipo. Ma per De Magistris il codice sorgente evidentemente non basta.

Il primo cittadino, in diretta su La7 durante il programma Omnibus, ha ammesso di non averla scaricata perché "Non mi convince, soprattutto per la questione della privacy". Già ad aprile aveva spiegato che l'app "se serve da un punto di vista della prevenzione, a monitorare i casi positivi o avere la mappatura sierologica, ha un senso", "ma se diventa il controllo dei movimenti degli italiani, da utilizzare magari per altro, senza sapere chi c'è dietro, allora un po' di rischio lo vedo". Resta da capire come potrebbe mai controllare i movimenti, potendo utilizzare soltanto Bluetooth e Internet senza altri dati.

Le mascherine? per De Magistris all'aperto sono dannose

Altra dichiarazione "ambigua", quella sulle mascherine. Quando la Regione Campania aveva emesso l'ordinanza che obbligava (di nuovo) ad utilizzare per tutto il giorno le mascherine, a settembre, De Magistris aveva commentato: "La prevenzione si fa con il distanziamento, la mascherina e l'igiene. Io penso che la mascherina all'aperto è utile che sia obbligatoria se ci sono persone vicine. Renderla obbligatoria 24 ore su 24, anche quando cammini da solo, sulla spiaggia o di notte sul lungomare deserto, credo che non faccia un gran bene alla salute".

E coincidenza vuole che a parlare della pericolosità delle mascherine sia un'altra teoria complottista: causerebbero ipercapnia. La tesi, rilanciata anche dal virologo Giulio Tarro ("Diventano nocive perché inducono ipercapnia, cioè aumento pericoloso dell'anidride carbonica"), è stata smontata da diversi studi e recentemente si è espressa sulla questione anche la Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), che sul proprio sito "Dottore, ma è vero che…?"  ha pubblicato una articolata spiegazione (a questo link) con una conclusione netta: indossare una mascherina può essere pericoloseo per la salute? no, se indossate correttamente, non si corrono rischi.

L'appoggio del Comune di Napoli al convegno Novax

Nel novembre 2017, quando imperversava la polemica sull'obbligo vaccinale, il Comune di Napoli aveva deciso di patrocinare un convegno che aveva fatto storcere il naso anche all'Ordine dei Medici (che non era stato nemmeno contattato per partecipare al dibattito). L'incontro era promosso dalla più grande associazione campana contro l'obbligo vaccinale (si dichiarano per la libera scelta, ma le posizioni sono nettamente contrarie ai vaccini), e il parterre di studiosi non sembrava scelto a caso: personaggi piuttosto noti nel mondo complottista, tra medici radiati, autori di "moduli di dissenso vaccinale", complottisti convinti che l'11 settembre sia stato organizzato dagli Usa e che "dietro le stragi e la strategia della tensione ci sia il gruppo Bilderberg". L'incontro era stato organizzato insieme a Comilva, il più grande movimento antivaccinista italiano, che sposa le teorie di Andrew Wakefield, medico (poi radiato) che aveva falsificato uno studio per dimostrare l'inesistente relazione tra vaccino trivalente MPR e l'autismo per favorire delle cause giudiziarie e imporre sul mercato dei vaccini monovalenti da lui stesso brevettati.

Il Comune di Napoli diede il patrocinio morale a questo evento. La motivazione? Secondo Luigi De Magistris, "la persona ha il diritto di essere informata, soprattutto se diventa soggetto passivo dell’attuazione del diritto alla salute". Ma secondo quanto all'epoca aveva scritto il movimento sui propri gruppi Facebook, il Comune non si era limitato a concedere il semplice patrocinio: "De Magistris ha colto sin da subito la fondatezza delle perplessità riguardo all’estensione dell’obbligo vaccinale a tutta la popolazione scolastica, con l’incremento del numero dei vaccini da 4 a 10 e soprattutto in assenza di una reale emergenza sanitaria. E da subito ci ha detto: sono con voi, faremo un convegno. Così gli Assessori alla Sanità e all’Istruzione sono stati delegati a costruire, nell’ambito delle rispettive competenze, l’assetto organizzativo del convegno, che con VaLiCa hanno portato avanti fino ad oggi".

Una paternità che il primo cittadino però aveva smentito: "Quando ho detto di essere con loro, intendevo che trovo giusto, da cittadino, che si organizzi un convegno, perché apprezzo che ci siano persone che si interroghino e non siano passive e supine. Certe volte, e la storia ce lo insegna, dietro al totem del diritto alla salute c’è stato dell’altro". E chissà che qualcuno in queste parole non abbia intravisto un richiamo a un altro cavallo di battaglia complottista, quello delle cure non necessarie (e spesso pericolose) imposte per far lievitare il fatturato di Big Pharma.

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Giornalista professionista dal 2011, redattore di cronaca nera per Fanpage.it dal 2019. Precedentemente ho lavorato per i quotidiani Cronache di Napoli, Corriere del Mezzogiorno e Il Mattino.
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