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I clan del Parco Verde cercano nuove piazze di spaccio: ecco perché lo scontro coi gruppi di Caivano

Il fermento criminale a Caivano forse legato al tentativo dei clan di trovare nuove piazze di spaccio. E al Parco Verde arriva il presidio fisso della Polizia.
A cura di Nico Falco
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Un ferimento nei pressi di una nota piazza di spaccio, a distanza di una settimana una stesa al Parco Verde e una sparatoria in strada a Caivano nel giro di poche ore. Nel mezzo, l'operazione "alto impatto" che ha visto impegnati nel nei caseggiati popolari di Caivano (Parco Verde ed ex Iacp) 300 tra poliziotti, carabinieri e militari della Guardia di Finanza. Episodi singoli, ma che potrebbero trovare una collocazione nello stesso contesto: l'esigenza dei clan del Parco Verde di tenere aperte le piazza di spaccio nonostante la pressione dello Stato, che si tradurrà a breve anche in una volante di Polizia fissa di presidio nel rione.

Nuovi scontri tra clan dopo il blitz al Parco Verde

Si tratta, naturalmente, soltanto di ipotesi sul tavolo degli inquirenti, che dovranno trovare eventuale riscontro nelle indagini. Di sicuro, però, il fermento criminale gira intorno alla droga: a quella riconducono il ferimento in via Cairoli del 44enne, che ha proprio precedenti per stupefacenti, e gli atti dimostrativi in strada.

Ragionando in quest'ottica, c'è un altro elemento che si deve per forza di cose tenere in considerazione: i Sautto-Ciccarelli di Caivano avevano fondato il loro potere sul traffico di enormi quantità di cocaina e sulla gestione delle piazze di spaccio. Gli inquirenti avevano ricostruito che al clan facevano capo direttamente diverse piazze di spaccio del Parco Verde (cosiddette "dei detenuti) oltre a 12 altri punti disseminati tra lo stesso Parco Verde e Caivano, queste ultime "autonome" ma comunque legate al clan per la fornitura o autorizzate dietro pagamento di una somma mensile.

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I clan cercano nuove piazze di spaccio

La presenza costante delle forze dell'ordine nel Parco Verde significa bloccare le piazze di spaccio, ed è una cosa che i clan non possono permettersi: la clientela è sì fidelizzata, ma lo stop la disperderebbe a vantaggio dei concorrenti. Da qui, la possibilità che il clan, tramite accordi e appoggi, avesse avviato una serie di "esplorazioni" per capire dove poter aprire delle "succursali".

Strategia di business che non è mai indolore, specie quando si tratta di camorra: il tentativo di espansione o "delocalizzazione" potrebbe avere inasprito i contrasti con gli altri gruppi criminali che prima mal tolleravano lo strapotere dei Sautto-Ciccarelli ma confidavano nel fatto che rimanessero confinati nel Parco Verde, perlomeno per quello che nel gergo viene definito "il piccolo spaccio".

Presidio fisso della Polizia al Parco Verde

Nel Parco Verde di Caivano ci sarà un presidio fisso delle forze dell'ordine con una volante della Polizia di Stato che sarà h24 lungo i viali. La presenza verrà assicurata grazie all'assegnazione di ulteriori 21 agenti al commissariato di Afragola, decisione presa a seguito del Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica che si è tenuto lo scorso 31 agosto nella scuola "Morano" del Parco Verde e durante il quale sono state esaminate anche le sopravvenute esigenze del commissariato nelle cui competenze territoriali ricadono anche Caivano e il Parco Verde.

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