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“Fuori luogo parlare di pericolo fascismo”: perché le parole del sindaco di Napoli Manfredi sono sbagliate

Il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi è convinto che “è fuori luogo” parlare di pericolo fascista oggi. Ma come fa a dichiararlo con questa sicumera?
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Gaetano Manfredi è stato, per la prima volta da sindaco, alle celebrazioni delle Quattro Giornate di Napoli, medaglia d'oro per la Resistenza al nazifascismo. E ieri se n'è uscito con una frase oggettivamente brutta. Parlando del rischio fascismo lo ha liquidato in tre battute:

Credo che oggi parlare di pericolo fascista a quasi 80 anni dall'insediamento della Repubblica sia un po' fuori luogo.

Secondo l'ex rettore i temi su cui vigilare «sono altri»: difesa dei diritti, politiche di solidarietà,  collocazione euroatlantica dell'Italia.

Colpisce tuttavia come nel giro di un anno Gaetano Manfredi, giudicato uomo più riflessivo del suo precedessore abbia potuto partorire una affermazione di così tale superficialità.

Il riferimento non è soltanto al futuro nuovo governo a trazione centrodestra (Manfredi ha paura di perdere i soldi del Patto per Napoli voluto da Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, i suoi grandi elettori) ma alla storia contemporanea che smentisce l'ex ministro dell'Università.

Scriveva non molti anni fa Federico Finchelstein, professore di Storia alla New School for Social Research e all'Eugene Lang College di New York:

Il fascismo di oggi è diverso da quello di ieri. Ora i fascisti si travestono da populisti, si autoproclamano “destra alternativa” (negli Stati Uniti) o “fratelli d’Italia”. Etichette che cercano di offuscare la continuità tra fascismi vecchi e nuovi.

L'ingegnere-ex magnifico rettore-ex ministro e ora sindaco come confuta queste affermazioni? Come cala le sue certezze («è fuori luogo parlare di pericolo fascista») alla luce dell'attuale contesto socio-politico italiano?

Annoiano, fanno ridere
i padri quando raccontano la loro guerra.
ma milioni milioni di persone non sanno ancora
mentre i fascismi rigerminano

Questo scriveva Danilo Dolci molti anni fa.  E come fa il sindaco di Napoli a garantire ai suoi concittadini – anche con una certa fastiosa sicumera – che questo pericolo è andato, è fugato. Che l'assioma benaltrista («i problemi sono altri») possa essere applicato oggi senza paura di tralasciare qualcosa che invece agita le coscienze di chi pensa no, ottant'anni dalla Repubblica Italiana non sono un tempo e un motivo sufficiente per dichiararci immuni dai Nuovi Fascismi?

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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